Sistema di gioco: 4-3-3
Fase di possesso: 2-3-4-1
Fase di non possesso: 4-1-4-1
INTRODUZIONE
Nell’ultimo atto della Championship l’Aston Villa ha affrontato il Derby County per la finale playoff che è valsa, dopo 2 anni di serie cadetta, la promozione in Premier League. La stagione non è partita benissimo per la squadra di mister Dean Smith che è andata a corrente alternata, ma una seconda parte di stagione da protagonisti, con una serie di risultati utili, ha portato i Claret and Blue a giocarsi la finale nella splendida cornice di Wembley. Mister Smith sceglie il suo 11 titolare con Steer in porta, davanti a lui si muove la solita linea a quattro composta dall’egiziano Elmohamady a destra e l’eclettico Taylor a sinistra, mentre i due referenti centrali sono Mings e il giovane talento Tuanzebe. In mezzo, Hourihane gioca a schermo davanti alla difesa, con McGinn e Grealish da interni con compiti di inserimento in fase offensiva. Adomah parte largo a destra e in fase di possesso si alterna con El Ghazi nel ruolo di spalla per Tammy Abraham, numero 9 e riferimento offensivo dei Villains.
FASE DI POSSESSO
La costruzione del gioco è principalmente diretta sia con lanci lunghi a scavalcare il centrocampo e sia a terra alla ricerca dell’uomo tra le linee. La palla passa sempre tra i piedi dei due centrali di difesa che fanno partire l’azione. Con palla in mano al portiere vengono sempre serviti i difensori centrali. I destinatari dei passaggi sono i due interni di centrocampo pronti ad inserirsi e a dare profondità alla squadra. I terzini accompagnano l’azione e si vanno a posizionare alla stessa linea del centrale di centrocampo sempre scaglionato in posizione più bassa rispetto agli interni. Questi ultimi salgono mettendosi sulla linea degli attaccanti esterni che invece si posizionano molto larghi per creare spazio alla ricezione della palla. I lanci lunghi invece sono sempre indirizzati verso la punta centrale che grazie alla sua statura riesce a controllare la sfera o a fare sponda per gli inserimenti dei centrocampisti. Più raramente la costruzione diretta avviene sulle catene laterali, ma quando accade sono gli esterni di centrocampo i destinatari dei lanci lunghi. Lo sviluppo non è molto ragionato, ma si basa sullo scavalcare la prima linea dell’avversario e la propria linea di centrocampo. Il centrale di centrocampo ha prettamente un ruolo difensivo e non entra quasi mai nella costruzione del gioco. La rifinitura è sicuramente la fase più importante e più ricercata dalla squadra di mister Smith. A turno i centrocampisti vanno ad occupare lo spazio tra le linee e sono molto bravi a creare lo spazio per farlo. Riescono spesso a ricevere palla e a girarsi per puntare la porta. Da quel momento tutti i giocatori offensivi vanno alla ricerca dello spazio con tagli e passanti. Gli esterni ed in particolare El Ghazi sulla sinistra sono molto efficaci nell’uno contro uno e facilmente riescono a saltare l’uomo creando pericolo. In generale sono i due interni di centrocampo il fulcro del gioco dell’Aston Villa poiché con la loro notevole dinamicità e tecnica vanno sempre alla ricerca dello spazio tra le linee.

FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso l’Aston Villa si schiera con un 4-1-4-1 ed è una fase molto curata. La squadra cambia Schema di gioco a partita in corsa e in base al risultato. Nel caso particolare della finale playoff si assiste ad un primo tempo in cui la prima linea di attacco va al pressing seguito dalla pressione degli attaccanti esterni e degli interni di centrocampo per togliere le linee di passaggio ai difensori o centrocampisti avversari, mentre il secondo tempo, forti del risultato di vantaggio ottenuto al termine della prima frazione, i Villains hanno un atteggiamento attendista, senza pressing e con tutti i giocatori di movimento dietro la linea della palla. Questo con lo scopo di compattarsi togliendo spazio agli inserimenti avversari e facilitare le transizioni positive per ripartire a gran velocità verso la metà campo avversaria. Il primo tempo quindi si caratterizza per la grande aggressività che, una volta superata la prima linea di pressing, consente di recuperare palla attraverso la marcatura dei centrocampisti e il raddoppio sulle catene laterali .

Nel secondo tempo invece si assiste ad un’occupazione del campo molto ordinata e sempre dietro la palla. A turno i centrocampisti accennano un pressing verso chi occupa la loro zona mostrando uno scaglionamento che tende a togliere lo spazio alle rifiniture avversarie.

La difesa è sempre molto ben posizionata e quando attaccata lateralmente si posizione in due linee di copertura con i due centrali sempre più indietro rispetto al laterale opposto a dove si sviluppa l’azione. E’ sempre molto attenta alla lettura della palla scoperta e copre ogni volta che l’avversario tende a fare una costruzione diretta cercando gli attaccanti. Un ruolo fondamentale nella fase di copertura ce l’ha il centrale Hourihane che ha il compito di spezzare la manovra avversaria, gli inserimenti e la rifinitura nella zona tra le linee. All’occorrenza si posiziona sulla stessa linea della difesa per aiutare la copertura.
TRANSIZIONI POSITIVE
I centrocampisti e l’attaccante sono molto veloci e bravi negli inserimenti. Per questo motivo che sia attraverso il pressing o attraverso la copertura degli spazi con la squadra dietro la palla, la transizione positiva è sempre un’arma sulla quale puntare. Il recupero di palla diventa fondamentale per creare delle azioni da gol. Hourihane ha questo importante compito ed El Ghazi con gli interni di centrocampo (Gaerlish e McGinn) sono abili a ripartire velocemente.
TRANSIZIONI NEGATIVE
In questa specifica gara non si assiste spesso a transizioni negative pericolose. I Villains dimostrano un ottimo equilibrio di squadra e a palla persa non hanno difficoltà a rimettersi in posizione.
ANALISI SWOT
I punti di forza dei Villains sono sicuramente la superiore tecnica (in relazione al campionato giocato) e la velocità dei suoi giocatori offensivi, tuttavia non si assiste a grosse varianti nel gioco di mister Smith e alla lunga diventa prevedibile perdendo di efficacia. La difesa è forte fisicamente e discretamente veloce, ma nei suoi interpreti c’è una marcata difficoltà nella lettura delle palle scoperte e non sempre si muove come un reparto. Diverse occasioni subite derivano proprio da movimenti non perfettamente sincroni dei quattro difensori.