Analisi realizzata da Andrea Sangiorgio, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Dopo un avvio di stagione deludente per prestazioni e risultati, il Barcellona ha deciso di esonerare Ronald Koeman ed affidare la panchina a Xavi. Il giovane tecnico catalano, proveniente dalla precedente esperienza in Qatar all’Al-Sadd, avrà il compito di risollevare le sorti del club e riportarlo ai fasti di un tempo. Il processo necessiterà certamente di tempo ma le idee sono parse chiare fin da subito con i giovani della Masia nuovamente al centro del progetto e con uno stile di gioco, come vuole la tradizione del club, basato sul dominio della partita, con riaggressione immediata e dominio nel possesso. Visione ed estetica dovranno però, mai come questa volta, andare di pari passo con i risultati, avendo il Barça estrema necessità di qualificarsi alla prossima Champions League, elemento fondamentale per dare un pò di respiro alle casse di una società che vive un momento di forte difficoltà economica. Nella partita che andremo ad analizzare, contro il Villareal, Xavi deve fare i conti con assenze importanti (Ansu Fati, Pedri e Aguero tra gli altri), ma come si era iniziato a vedere nelle sue prime due partite contro Espanyol e Benfica sono già presenti nuovi spunti tattici ed un sistema che va sempre più a definirsi.
Formazione iniziale Barcellona
Ter Stegen; Garcia-Araujo-Pique-J.Alba; De Jong-Busquets-N.Gonzalez; Ezzalzouli-Depay-Gavi
Moduli
4-3-3/3-2-5 in fase di possesso & 4-3-3/4-5-1 in fase di non possesso.
Fase di possesso
-Costruzione: la squadra cerca di partire dal basso in fase di prima impostazione, attuando, in questa specifica partita, una costruzione 4+1 finalizzata a trovare Busquets per dar via alla manovra. In condizioni di forte pressing avversario, però, Ter Stegen non disdegna la ricerca diretta di Depay con un rinvio lungo, volto ad isolare il 9 olandese col diretto marcatore.

-Sviluppo: una delle novità introdotte da Xavi rispetto alla precedente gestione è quella di schierare un difensore centrale come terzino destro, in questo caso Eric Garcia (i cui particolari compiti difensivi andremo successivamente ad analizzare), per disporsi, una volta consolidato il possesso, con un 3-2-5 in cui appunto il terzino destro stringe diventando “braccetto” di una difesa a 3 e il terzino sinistro, Jordi Alba, si alza in fascia.

-Rifinitura: l’intenzione è di mettere in zona di rifinitura il maggior numero di uomini possibili e perciò vediamo che De Jong e Nico Gonzalez, nel ruolo di mezzali, si interscambiano spesso la posizione andando ad occupare i mezzi-spazi dietro ed ai lati della punta. Anche Gavi, quando si alza Alba, si accentra nel mezzo-spazio sinistro. L’ampiezza a destra viene data da Ezzalzouli.
-Finalizzazione: il peso dell’attacco è tutto sulle spalle di Depay e sui suoi movimenti si basa la fase di finalizzazione della squadra. Per caratteristiche predilige decentrarsi sulla destra per andare sul piede forte a concludere o imbucare per gli inserimenti dei centrocampisti e grazie alla sua grande tecnica è anche in grado di dialogare nello stretto ed in futuro potrà anche agire in supporto di una prima punta con caratteristiche diverse. In questa partita è stato spesso costretto spalle alla porta in un lavoro di sponda non proprio adatto a lui ma nel quale è comunque molto migliorato negli anni. È da una sua conclusione ravvicinata, respinta dal portiere, che viene il primo gol della partita.
Fase di non possesso
-Prima pressione: il Barça attua una pressione molto alta e continua con precisi riferimenti a uomo che creano delle coppie ben visibili a tutto campo. In questo contesto, come anticipato in precedenza, è interessante notare la mansione di Eric Garcia che in fase di non possesso lascia la posizione di terzino destro e viene dentro il campo per marcare a uomo Moi Gomez, trequartista del Villareal che con la sua posizione poteva dar fastidio alle spalle del centrocampo catalano. La posizione di terzino destro in questa fase viene quindi ricoperta dall’ala di parte che arretra a dare copertura (Ezzalzouli).

-Zona centrale: il centrocampo a 3 del Barcellona è estremamente elastico, Busquets resta il riferimento bloccato davanti alla difesa ma De Jong e Nico Gonzalez in entrambe le fasi sono molto mobili e nello specifico si occupano di Capoue e Parejo con il compito di limitarne la gestione del pallone.
-Zona laterale: sui terzini avversari sono le ali ad uscire forte ed impedirne lo scarico in avanti, alle loro spalle sono comunque coperti dall’acume tattico di Busquets e da una delle mezzali, l’altra si occupa del centrale lasciato libero da Depay che ha comunque il compito di indirizzare sull’esterno l’uscita avversaria.
Transizioni
-Offensiva: una volta riconquistato il pallone la squadre predilige consolidare il possesso ed aprire la difesa avversaria con una manovra aggirante piuttosto che andare direttamente in profondità, anche per le caratteristiche dei giocatori in campo che, per la maggior parte, non hanno grande velocità nell’attacco alla porta ma bensì grande qualità nella gestione del pallone e di conseguenza del ritmo dell’incontro.
-Difensiva: una volta persa la palla la squadra non scappa ma tenta invece una riconquista immediata pressando il portatore e ricorrendo al fallo tattico se necessario.
Punti di forza
Il punto di forza del Barcellona è, come sempre nella sua storia recente, la grande qualità dei suoi giocatori che sviluppano un palleggio di alto livello non dando agli avversari i tempi di pressione e alla lunga fiaccandone le energie essendo costretti a correre molto toccando però poco il pallone. I giovani che stanno venendo fuori come Gavi, Pedri, Ansu Fati etc abbinano ad una tecnica elevata la fame e la freschezza di chi ha ancora tutto da dimostrare e sembrano avere tutto per consacrarsi ad alti livelli e per ripetere le gesta della generazione precedente che ha portato questa squadra sul tetto del mondo.
Punti di debolezza
Il voler sempre giocare ed attuare una pressione alta portano la squadra a scoprirsi dietro e a rischiare, inoltre la qualità degli interpreti della linea difensiva è calata negli anni ed accanto ai veterani Piquè e Jordi Alba bisogna attendere la crescita dei vari Araujo, Eric Garcia, Dest. La fase offensiva così palleggiata e di qualità ha anche però il difetto di non avere varianti, anche per un reparto offensivo al momento non così folto. Difronte ad una difesa organizzata che non concede spazi il non avere alternative di gioco e di scelta dalla panchina potrebbe creare difficoltà ad una squadra che, come già evidenziato in queste primissime uscite della nuova gestione, sviluppa una gran mole di gioco ma ha qualche problema nel concretizzarla.