Dopo un periodo difficile sotto la guida tecnica di Filippo Inzaghi, la società del Bologna decide di affidare la panchina a Sinisa Mihajlovic per provare ad ottenere una difficile, ma ancora possibile salvezza. Il tecnico serbo torna nella cittadina emiliana dopo 10 anni dalla sua ultima avventura in rossoblù. Nel mercato di gennaio arrivano sotto le due torri, Lyanco, Sansone, Edera e Soriano.
Nasce il nuovo Bologna di Mihajlovic, pronto a lottare per ottenere la permanenza in Serie A, che arriva dopo una serie di risultati importanti, ottenuti anche contro squadre blasonate, nel derby emiliano alla 36 esima giornata in casa contro il Parma. I rossoblù si impongono con un rotondo 4 a 1 e scavalcano in classifica proprio la squadra allenata da Roberto D’Aversa.
LA SQUADRA
Mihajlovic cambia subito sistema di gioco, impostando in partenza un 4-2-3-1 corto e basato sulla grande tenuta atletica dei suoi giocatori. Pochi principi tattici, semplici da attuare e con grande rigidità nel rispettare i compiti assegnati dal mister.
In porta Skorupski, la linea difensiva formata dai due centrali difensivi Lyanco e Danilo, forti fisicamente e attenti in marcatura; a destra come terzino gioca M’baye, con compiti prettamente difensivi; il terzino sinistro Krejci (o Dijks), il quale accompagna spesso l’azione di possesso palla con tagli negli spazi o sovrapposizioni. In mediana giocano Pulgar, il quale batte tutti i calci da fermo della squadra bolognese ed il vero leader di Mihajlovic, vicino a lui gioca il capitano Dzemaili, bravo nel sostenere l’azione offensiva con inserimenti centrali e conclusioni dal limite dell’area.
Il terzetto davanti alla linea mediana è composto: a destra gioca Orsolini, il quale spesso si isola e cerca 1vs1 contro il suo diretto marcatore, sfruttando le sue doti principali, grande tecnica e la rapidità nel puntare l’uomo; al centro agisce Soriano, che unisce intelligenza tattica e qualità tecnica, rispettando i compiti richiesti dal tecnico; sulla sinistra gioca Palacio (o Sansone), il quale con la sua esperienza e classe è un vero trascinatore.
Al centro dell’attacco, come unica punta c’è Destro (oppure Santader) che agisce come punto di riferimento della squadra rossoblù.
FASE DI POSSESSO
Sistema di gioco in fase di possesso: 3-3-3-1.
COSTRUZIONE
L’azione inizia da Skorupski, che quando la pressione della squadra avversaria lo permette, gioca palla ad uno dei centrali difensivi, spesso Lyanco, il quale cerca subito di saltare la prima linea di pressione avversaria con verticalizzazioni o lanci sugli esterni offensivi, oppure sulla punta centrale. Raramente il pallone viene appoggiato ai due mediani Pulgar o Dzemaili.
Se invece la squadra avversaria effettua una pressione alta con marcature preventive, il portiere rossoblù rinvia lungo sulla punta centrale che prova a fare da sponda per uno dei due esterni offensivi.
Le idee di gioco di Mihajlovic sono chiare, non viene ricercato un vero possesso palla con passaggi corti e uso dei mediani in costruzione, ma il primo obiettivo è quello di verticalizzare sui 4 giocatori offensivi, accompagnando l’azione e tenendo la squadra corta tra i reparti.
SVILUPPO
In questa fase, il gioco si concentra soprattutto sfruttando la catena di sinistra, con Krejci, che con inserimenti o sovrapposizioni crea superiorità numerica, inserendosi negli spazi liberati da Palacio, il quale si accentra andando a supporto della punta centrale o si allarga liberando lo spazio per i tagli del terzino. A sostegno dell’azione offensiva ci sono sempre cinque/sei giocatori, che garantiscono soluzioni di passaggio diverse al portatore di palla.

Dzemaili, il mediano, piuttosto che Pulgar, supporta l’azione dell’attacco bolognese, sfruttando spesso la conclusione dalla distanza e l’abilità negli inserimenti senza palla in area di rigore.
Sulla fascia destra, M’baye rimane in copertura insieme ai due centrali difensivi, e Orsolini cerca spesso soluzioni personali accentrandosi per andare alla conclusione o spostandosi sulla linea di fondo per effettuare cross nell’area alla ricerca della punta o dell’inserimento di Dzemaili e Soriano. Soriano contribuisce allo sviluppo della manovra rossoblù con appoggi e scambi rapidi con i compagni di reparto, essendo, grazie alla sua intelligenza tattica, sempre posizionato bene per ricevere il pallone.
L’azione offensiva si sviluppa spesso in modo rapido, con pochi passaggi e l’immediata ricerca della soluzione migliore per creare pericoli alla difesa avversari. Come soluzione di chiusura dell’azione offensiva si ricerca soprattutto il tiro dalla distanza, l’uno contro uno o il cross dalla linea di fondo successivo ad una sovrapposizione o ad una azione solitaria.
NON POSSESSO
Sistema di gioco in fase di non possesso: 4-1-4-1/4-5-1.
La squadra di Mihajlovic effettua una serie di marcature preventive obbligando il portiere avversario o il portatore di palla al lancio lungo sugli attaccanti, impedendo la costruzione dal basso. Dove il più delle volte Danilo e Lyanco hanno la meglio sulle palle alte.

Altra fase usata dalla squadra bolognese in fase di non possesso è il rapido posizionamento, adottando un atteggiamento più∙ di contenimento, sistemandosi con un 4-5-1, con la linea difensiva a quattro e il centrocampo formato da una linea di cinque giocatori con l’abbassamento di Palacio e Orsolini sulle rispettive corsie esterne e Soriano in mezzo a Pulgar e Dzemaili. Praticamente nove giocatori di movimento tutti dietro la linea del pallone, creando densità e chiusure di linee di passaggio e spazi. Cosi facendo le due linee di difesa e centrocampo sono vicine e gli avversari non trovano spazio in zona rifinitura. Quando la prima linea di pressione bolognese viene saltata, la squadra tende ad indietreggiare, con la difesa che si compatta e segue i movimenti degli attaccanti avversari, attendendo il rapido recupero dei centrocampisti.

TRANSIZIONE OFFENSIVA
Il Bologna gioca molto alto, con la linea di difesa posizionata sulla propria trequarti campo, e appena si ha il possesso palla si cerca l’immediata verticalizzazione sul reparto offensivo che può avvenire tramite lancio lungo sulla punta centrale, questa soluzione permette di saltare le due linee di pressione avversaria, oppure tramite passaggi diretti alla ricerca della profondità o sui piedi dei due esterni di attacco.
Altra soluzione adottata spesso appena si recupera palla, il puntuale inserimento del terzino sinistro Krejci che con tagli o sovrapposizioni si inserisce negli spazi creati da Palacio. La catena di sinistra è molto sfruttata dalla squadra di Mihajlovic.
TRANSIZIONE DIFENSIVA
Una volta persa palla si cerca il rapido recupero della stessa. La pressione non avviene in modo corale, di squadra, ma in maniera isolata. Il giocatore rossoblu in zona palla va in pressione mentre il resto della squadra si riposiziona e cerca di effettuare delle marcature preventive. Spesso viene saltata la prima linea di pressione e la squadra avversaria sviluppa il proprio gioco con rapidi e pericolosi contropiedi.
CONCLUSIONI
PUNTI DI FORZA
Mihajlovic ha portato a Bologna una mentalità propositiva, pochi concetti di gioco, ma chiari e semplici hanno permesso la conquista di una difficile salvezza.
Con il tecnico serbo il Bologna ha conquistato 30 punti in 17 partite, con 9 vittorie, 3 pareggi e 5 sconfitte, chiudendo al decimo posto in classifica.
Sicuramente i punti di forza di questa squadra sono la grande condizione fisica, la rigida disciplina tattica sia in fase di possesso che soprattutto in fase di non possesso, e il temperamento di squadra che non molla mai e ci crede fino alla fine. I concetti chiari sono: l’immediata ricerca del reparto offensivo con verticalizzazioni rapide, compattezza difensiva con marcature preventive e gli inserimenti senza palla.
PUNTI DI DEBOLEZZA
Il modo di fare pressione in modo isolato permette alla squadra avversaria di ripartire in contropiede sfruttando gli ampi spazi dietro la linea del centrocampo. A sinistra con Krejci che gioca molto alto la squadra rossoblù sbilanciata e vulnerabile se attaccata in rapidità.