Il Cagliari di Massimo Rastelli è l’unica neopromossa che in questa stagione è riuscita ad ottenere una tranquilla ed anticipata salvezza in Serie A.
L’allenatore è debuttante nella massima serie; in precedenza ha conseguito la promozione del Cagliari dalla Serie B alla A come prima classificata ed ha allenato in B per due stagioni l’Avellino, ottenendo un 9° e 12° posto dopo aver conseguito la promozione dalla Lega Pro alla B con la squadra irpina.
La salvezza è stata raggiunta grazie all’alta percentuale realizzativa della squadra (55 reti in 38 partite, 1,45 gol/partita), soprattutto se rapportata alle capacità offensive delle altre squadre in lotta per la permanenza nella massima serie (la media gol/partita delle squadre dal 10° posto al 20° escluso il Cagliari è di 1,07). Il fattore casalingo poi è stato determinante: sui 47 punti totali conseguiti, ben 36 provengono dalle partite di casa (76,6% dei punti totali).
E’ quindi una squadra votata al gioco offensivo; basato su una rapida verticalizzazione verso l’attacco, il possesso palla infatti è molto basso, con una media per partita di 22,32 minuti. Di contro la fase difensiva viene trascurata, il Cagliari ha subito infatti 76 reti (2 gol/partita), terza peggior difesa della serie A.
Il sistema di gioco di base adottato da mister Rastelli è il 4-3-2-1, con due trequartisti (Joao Pedro, Farias/Sau) dietro il centroavanti (normalmente Borriello, oppure Sau), un centrocampista centrale (Tachtsidis o Di Gennaro), due mezzali (Barella, Padoin/Dessena/Ionita/Isla) e la linea di difesa composta da i due centrali (Bruno Alves, Salamon/Ceppitelli/Capuano) ed i terzini sulle fasce (Murru/Capuano a sinistra, Isla/Pisacane a destra).
Quando è in fase di possesso il sistema di gioco si modula in un 2/2-4-2, con i difensori centrali che non partecipano alla fase offensiva svolgendo copertura preventiva, una prima linea composta dal centrocampista centrale ed un terzino in posizione più arretrata, una seconda con le due mezzali, il terzino sul lato opposto ed uno dei due trequartisti che si abbassa sulla linea dei centrocampisti partecipando alla fase di sviluppo, mentre l’altro trequartista e l’attaccante si alternano in zona rifinitura e finalizzazione, uno a dare profondità l’altro ad accorciare.
In fase di non possesso il sistema diventa un 4-3-2/1 con l’attaccante che si disinteressa della fase difensiva e attua smarcamento preventivo. Spesso anche uno dei due trequartisti non partecipa alla fase di non possesso per sfruttare al meglio un eventuale transizione positiva; in questo caso l’altro trequartista si abbassa sulla linea dei centrocampisti in un 4-4/2. In determinati situazioni il sistema può diventare anche un 4-3/3 con entrambi i trequartisti in smarcamento preventivo, e in caso di risultato acquisito il sistema può diventare un 5-3/2 con una mezzala che si sposta a fare il terzino, e il terzino che va a fare il 3° difensore centrale.
FASE DI POSSESSO
La squadra, avendo un baricentro mediamente basso e attendendo quindi l’avversario normalmente sulla propria 3/4 campo o a ridosso della propria area di rigore, attua una strategia di attacco che si basa fondamentalmente nel rendere massimamente efficace la transizione offensiva: l’attaccante centrale e/o il/i trequartista/i nella fase di non possesso si preoccupano di smarcarsi dai difensori avversari per sfruttare le ripartenze della squadra una volta recuperata palla.
Un gioco quindi che si basa su verticalizzazioni direttamente dalla difesa saltando il centrocampo (attacco diretto), o su brevi giochi per catene sulle fasce laterali coinvolgendo un terzino, una mezzala e un trequartista per servire in zona di finalizzazione l’attaccante, l’altro trequartista o una mezzala in inserimento. Buona la percentuale realizzativa sui calci piazzati, il Cagliari attacca infatti l’area di rigore con molti uomini (generalmente 6/7), mentre raramente va al cross (ultima squadra in A per cross effettuati), nonostante abbia un attaccante molto abile nel gioco aereo (Borriello).
Zona di costruzione
La costruzione dal basso coinvolge i due centrali difensivi che poi scaricano prevalentemente sul terzino vicino, oppure effettuano direttamente lanci lunghi a scavalcare la prima linea di difesa avversaria ed eludere quindi un eventuale azione di pressing, per servire direttamente i trequartisti o l’attaccante in zona rifinitura/finalizzazione (attacco diretto). Il centrocampista centrale viene poco coinvolto, solo in appoggio verso il terzino, all’indietro verso il difensore centrale se non ci sono linee di passaggio pulite in avanti, o più raramente verso il trequartista in avanti. Solo quando questo ruolo viene ricoperto da Di Gennaro, il giocatore più tecnico tra i centrocampisti del Cagliari, la manovra in costruzione passa più frequentemente dai suoi piedi per l’impostazione.
Zona di sviluppo
La fase di sviluppo si svolge prevalentemente con un gioco per catene laterali, che coinvolge un terzino, un centrocampista ed un trequartista, con lo scopo di trasferire la palla in zona rifinitura il più velocemente possibile. Il gioco quindi si concentra sulle fasce laterali.
Zona di rifinitura
In questa zona agiscono soprattutto i 2 o 3 trequartisti (Farias e Joao Pedro e/o Sau/Di Gennaro/Ionita), giocatori fondamentali per il gioco del Cagliari, che hanno il compito di farsi trovare liberi da marcatura (smarcamento preventivo in fase di non possesso) nel caso di Transizione Positiva (ripartenza veloce con verticalizzazione immmediata sui tq o sul centravanti) o di partecipare attivamente al gioco per catene laterali. Alternativamente un trequartista accorcia sulla linea di centrocampo per partecipare alla fase di sviluppo, mentre l’altro si fa trovare libero in zona rifinitura oppure cerca la profondità per finalizzare; contemporaneamente il centroavanti attua movimenti opposti al trequartista: dà profondità nel primo caso oppure arretra lui per ricevere il pallone e servire il trequartista per la conclusione.
Zona di finalizzazione
Il terminale finale offensivo privilegiato è il giocatore che che cerca la profondità: questi può essere o la punta centrale (Borriello, Sau) o un trequartista nel caso in cui il centravanti accorci per fornire una sponda. Si sfruttano poi gli inserimenti centrali delle mezzali e/o dei terzini per creare densità in area di rigore attaccando con 4-5 uomini. L’ampiezza viene poco ricercata; infatti, come detto in precedenza, raramente il Cagliari va al cross.
FASE DI NON POSSESSO
Pressione e pressing
Raramente la squadra attua una prima pressione sui difensori avversari in costruzione, preferisce attendere nella propria metà campo l’avversario esercitando pressione sui portatori di palla con i tre centrocampisti supportati eventualmente da un trequartista.
Copertura e marcatura
Il centrocampo fa densità nella porzione centrale del campo, uscendo in pressione con un giocatore sul portatore di palla e chiudendo le linee di passaggio centrali. La tendenza è quella di portare la squadra avversaria sulle fasce concedendogli l’ampiezza e cercando di annullare il gioco tra le linee avversario.
I difensori si dispongono generalmente in linea, con marcatura a uomo sull’attaccante avversario da parte dei difensori centrali. Sulle fasce non vengono quasi mai effettuati raddoppi, così i terzini in copertura e marcatura si trovano ad affrontare l’avversario quasi sempre nell’1vs1. Sui calci piazzati la squadra si dispone in marcatura a uomo sugli avversari, raramente si attua la zona mista.
Transizione negativa
Quando il Cagliari è in possesso, la fase opposta viene fatta dai due difensori centrali che si preoccupano delle chiusure preventive, prediligendo l’anticipo e l’intercetto al contrasto.
La fase di non possesso, come dicono i numeri, non viene applicata sempre con equilibrio e giusta concentrazione; mentre la marcatura dei difensori centrali viene eseguita con sufficiente diligenza sugli attaccanti centrali, le scalate e le diagonali difensive dei terzini e degli stessi difensori centrali, avvengono in ritardo o in modo approsimativo, consentendo all’avversario di giocare in libertà sulle fasce andando all’1vs1 e portando talvolta a situazioni di inferiorità numerica molto pericolosa.
In conclusione, la strategia del Cagliari si basa sul principio di verticalizzare il più velocemente possibile il gioco e portare il possesso in zona rifinitura dove agiscono i giocatori chiave: i trequartisti e il centravanti. Questi sono i giocatori che per caratteristiche tecniche e tattiche esprimono maggior qualità e quindi tutte le azioni devono necessariamente passare per i loro piedi. Il marchio di questi giocatori è la grande abilità nel gioco di transizione facendosi trovare sempre smarcati. Il centrocampo invece è costituito da giocatori di interdizione, con compito di recuperare il possesso e servire il più velocemente possibile gli avanti, proponendosi tal più con inserimenti in profondità.