QUALCHE DATO
La squadra si trova all’undicesimo posto in classifica nella Liga dopo aver totalizzato 13 vittorie, 5 pareggi e 16 sconfitte. Il dato che balza all’occhio sono senz’altro i 57 gol subiti in 34 partite che fanno del Celta la sesta peggior difesa del torneo e che mettono in evidenza le tante lacune in fase di non possesso, in particolar modo della linea di difesa. La fragilità difensiva viene bilanciata da una buona fase di possesso che mette in risalto le qualità di palleggio dei centrocampisti e che ha prodotto 49 reti, mandando in gol ben 17 giocatori. Quest’ultimo dato denota certamente la ricerca di un gioco basato sul collettivo, ma anche una mancanza di attaccanti da doppia cifra (solo Aspas sopra la decina con 17 gol) che riescano a trovare la via del gol indipendentemente dalla qualità del gioco di squadra. Non è un caso, infatti, che il Celta abbia pareggiato solo 6 (e non sia mai riuscito a vincere) partite che lo vedevano in svantaggio nel primo tempo. (fonti dati: whoscored e diretta.it).
IL RITORNO DELL’EUROCELTA
In Europa League la squadra sta rivivendo il periodo d’oro che ebbe a fine anni novanta (1997-2003) quando il Celta divenne la sesta forza della Liga e venne soprannominata dalla stampa spagnola “Eurocelta” in virtù degli ottimi risultati in campo europeo: memorabile il 4 a 0 contro la Juventus nel ritorno degli ottavi di finale di coppa UEFA dell’edizione 1999-2000.
In coppa cambiano i risultati ma non i numeri. Il Celta è approdato in semifinale mantenendo i pregi e i difetti che ha manifestato in campionato. Anche in EL la squadra ha mandato in gol 10 giocatori per un totale di 20 reti in 12 partite, a fronte delle 12 subite. Nei quarti di finale il Celta ha eliminato i belgi del Genk: la partita di andata, giocata in casa all’Estadio Balaìdos, riassume molte delle caratteristiche di questa squadra.
In FDP il Celta di Berrizo si schiera con un 4-3-3 molto fluido, con i centrali di difesa Cabral e Fontas addetti alla costruzione dal basso, una linea di centrocampo scaglionata con al centro Radoja in posizione arretrata rispetto agli interni Hernandez e Wass e con un tridente dinamico formato da Sisto, Guidetti e Asapas. Una trattazione a parte la meritano i due terzini: mentre il capitano Hugo Mallo, sulla destra, svolge un compito più da marcatore che da terzino di fascia, sulla sinistra Jonny rappresenta l’arma in più in FDP. Le sue improvvise percussioni per vie centrali colgono spesso di sorpresa le difese avversarie e consentono alla linea di centrocampo di avere un uomo in più in fase di sviluppo.
L’uso di un “finto terzino” ricorda, con le dovute proporzioni, il Bayern di Guardiola che, per seguire l’evoluzione naturale dei propri giocatori, consentiva ad Alaba di accentrarsi. Nel tridente d’attacco il punto di riferimento è Aspas, giocatore molto dinamico e tecnico: svariando su tutto il fronte di attacco toglie punti di riferimento ai difensori e permette anche gli inserimenti dei centrocampisti.
Sisto e Guidetti si adattano alle situazioni di gioco scambiandosi spesso la posizione: quando Aspas gioca tra le linee gli altri due si dividono la zona centrale dell’attacco, inoltre Sisto è spesso costretto a coprire gli inserimenti di Jonny.
Con un tridente di questo tipo i due interni Hernandez e Wass hanno possibilità di inserirsi senza palla oltre la linea di difesa, ma molto raramente agiscono tra le linee o in zona di rifinitura dove quasi sempre si trova Aspas. Il possesso del Celta è preciso e ragionato, ma quasi mai esasperato: infatti, se in fase di costruzione la squadra avversaria esercita un buon pressing, i difensori ricorrono al lancio (spesso su Guidetti) e la squadra gioca sulla seconda palla. Nella partita contro il Genk il possesso palla (51%) è in linea con quello stagionale (52%). L’azione che porta al primo gol presenta molte costanti tattiche della fase di possesso del Celta.
Anche la FDNP vede il tridente protagonista: Guidetti e Sisto guidano il pressing ultra offensivo, mentre Aspas copre le linee di passaggio verticale. Il secondo gol mette in evidenza come il Celta scelga di esercitare il pressing sulle situazioni di gioco statiche aspettando la prima palla coperta (in questo caso un retropassaggio) per innescare l’aggressione al possessore prima di Sisto e poi di Guidetti. Aspas, come detto, rimane più arretrato, sfrutta il rilancio errato della difesa e giunto al limite dell’area calcia sul palo più lontano.
I tre di centrocampo svolgono un buon lavoro di pressione e copertura occupando le linee di passaggio verticali e indirizzando il gioco sulle corsie laterali.
La linea di difesa rappresenta il vero punto debole del Celta: la squadra tende a spostare il gioco avversario sugli esterni dove Jonny si trova spesso fuori posizione a causa dei frequenti inserimenti e H.Mallo non viene raddoppiato a dovere. Per di più i centrali di difesa mantengono un atteggiamento ibrido sugli attacchi laterali evitando sia la diagonale lunga che quella corta. In entrambi i gol subiti emergono i difetti della linea difensiva: sul primo gol il centrale Fontas si scambia la posizione con H.Mallo, ma senza ricevere il raddoppio di un centrocampista ne la copertura di H.Mallo e viene saltato dal diretto avversario. Sul secondo gol si ripete lo stesso errore con protagonista l’altro centrale Cabral. In entrambi i casi si nota la difficoltà a scalare correttamente sui cambi di gioco.
CONCLUSIONI
Come abbiamo visto i numeri sembrano dire che la squadra pratichi lo stesso tipo di gioco in tutte le competizioni. Come spiegare la differenza di risultati tra campionato e coppa? Sicuramente un dato che non va sottovalutato è l’età media della rosa (20,37): Il Celta è una squadra poco continua e questo ha pregiudicato l’andamento nella Liga, mentre l’entusiasmo dei suoi giovani è stata l’arma in più nelle partite da dentro o fuori di Europa League.