Analisi realizzata da Edoardo Michelatti, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification
L’Atletico Madrid del “Cholo” Simeone negli ultimi anni è diventata una potenza del calcio europeo grazie alle idee e al lavoro dell’allenatore argentino, grazie alle quali i colchoneros sono arrivati a vincere due volte la Liga spagnola, due volte l’Europa League più molti altri trofei sia in campo domestico che in campo europeo.
Quello che è più importante però è il come Simeone sia riuscito a portare l’Atletico a questi risultati ovvero attraverso uno stile di gioco unico e particolare, il cosiddetto “Cholismo”: che pur essendo stato molto criticato e sbeffeggiato è uno stile molto redditizio e che si sposa alla perfezione con le caratteristiche dei giocatori a disposizione.
Le principali caratteristiche di questo modo di giocare sono la grande attenzione alla fase difensiva, sia essa statica oppure dinamica (transizione difensiva), la volontà di non lasciare nessuno spazio all’avversario e la capacità di chiudere tutte le linee di passaggio.
Mentre invece quando hanno la palla (le percentuali di possesso dell’Atletico sono sempre molto basse) i giocatori del Cholo cercano la verticalità sia sulle punte ma soprattutto sulle fasce cercando di dare ampiezza alla manovra per poi sfruttare le abilità dei suoi esterni di andare all’uno contro uno e successivamente al cross per cercare di approfittare dell’abilità dei suoi attaccanti nello smarcamento ma soprattutto per raccogliere la seconda palla al limite dell’area per far calciare giocatori molto abili in questo fondamentale come De Paul, Llorente e Koke.
Quest’annata non è stata particolarmente positiva per l’Atletico essendo arrivato terzo in campionato dietro Real e Barcellona ed essendo stato eliminato ai quarti di Champions dal City di Pep Guardiola.
La vera disfatta però è stata l’eliminazione dalla Copa del Rey per mano della Real Sociedad agli ottavi di finale. Causa di questi risultati non esaltanti si deve alla scarsa condizione di elementi cardine della squadra come il portiere Oblak ed il centravanti Suarez.
Il modulo base dell’Atletico, marchio di fabbrica di Simeone, è il 4-4-2- che però nelle ultime stagioni si è declinato anche in un 3-5-2.
Dopo questa introduzione andremo ad analizzare l’ultima giornata di Liga che ha visto l’Atletico affrontare la Real Sociedad di Alguacil.
L’Atletico si presenta all’Anoeta di San Sebastian con Oblak in porta, uno dei portieri più forti al mondo, bravissimo tra i pali grazie alla sua straordinaria reattività ma soprattutto alla solidità, infatti è molto raro vedere Oblak fare parate plastiche o interventi spettacolari, è un portiere molto solido ed efficace perfetto per il calcio di Simeone.
In questa partita l’Atletico si schiera con un 3-5-2: la linea a 3, da destra a sinistra è composta da Savic, autentico guerriero del Cholo, giocatore molto bravo in marcatura e molto abile nelle letture difensive sia quando deve anticipare sia quando deve scappare all’indietro, molto abile anche nel gioco aereo. Al centro gioca Felipe, centrale brasiliano anche lui forte sui palloni alti e un calcio lungo molto importante per la costruzione diretta utilizzata dall’Atletico, braccetto di sinistra gioca invece Reinildo, acquistato a gennaio dal Lille e diventato subito pedina fondamentale per Simeone grazie alle sue qualità nello smistamento del pallone e alla sua rapidità.
Vertice basso di centrocampo troviamo Kondogbia, pur non essendo molto veloce il francese riesce ad essere importante per il gioco grazie alle sue lunghe leve e alla sua capacità nel recupare e riciclare immediatamente il pallone.
Le due mezzeali sono il vero fulcro del gioco dell’Atletico: Koke, il grande capitano, è un giocatore importantissimo in entrambe le fasi di gioco, essendo allo stesso tempo un giocatore tecnico ma anche di gamba e dotato di una notevole resistenza. De Paul, invece, acquistato dall’Udinese l’estate scorsa, è riuscito a ritagliarsi un ruolo importante all’interno dello scacchiere tattico grazie alla sua abilità nei cambi di gioco e al suo tiro da fuori area.
Gli esterni sono da una parte Marcos Llorente, che il Cholo ha trasformato in esterno a tutta fascia nonostante lui nacqua da mezzala se non addirittura da regista, a sinistra gioca invece Carrasco, formidabile nel dribbling e nella tecnica, può anche rientrare per andare al tiro essendo un destro che gioca a sinistra.
Le due punte sono Matheus Cunha, che ha faticato un po’ ad ambientarsi nel calcio dell’Atletico, però nel finale di stagione ha acquisito sempre maggiore importanza grazie alla sua capacità nello smarcamento e alla sua rapidità nel calciare all’interno dell’area di rigore, accanto a lui troviamo Griezmann, tornato a casa dopo la parentesi di Barcellona, il pupillo del Cholo è importante per come si abbassa a legare il gioco.
Sistema di gioco:
Iniziale: 3-5-2
Fase di possesso: 3-1-4-2
In fase di possesso palla l’Atletico porta in avanti le due mezzali in linea con gli esterni, lasciando il solo mediano a coprire assieme ai tre centrali mantenendo così la superiorità in fase difensiva (4vs3).

Fase di non possesso: 5-3-2
In fase di non possesso la linea difensiva diventa a 5 con i due esterni che si abbassano sulla linea dei difensori ed i 3 centrocampisti che si compattano per chiudere i corridoi centrali e lasciare solo gli appoggi esterni, le due punte non fanno pressione sulla costruzione avversaria ma cercano di coprire le linee di passaggio.
FASE DI POSSESSO:
Costruzione
La costruzione dell’Atletico parte da Oblak ed è una costruzione diretta che avviene con un lancio lungo del portiere o del centrale Felipe a cercare le punte, nel caso specifico di questa partita Cunha, per far alzare la squadra e cercare la spizzata per favorire l’inserimento degli esterni o in alternativa per andare alla caccia della seconda palla per poter iniziare l’azione più avanti nel campo.
Sviluppo
Il centrocampo dell’Atletico si dispone in maniera scaglionata sul campo: Kondogbia fa il vertice basso per dare opzione di passaggio ai centrali e per far partire l’azione andando a cercare direttamente gli esterni oppure le due mezzali che sono più alte sul campo e occupano i mezzi spazi pronte a ricevere l’imbucata (vedi fase di possesso).
Lateralità offensiva
La lateralità in senso offensivo è un concetto di gioco molto importante per l’Atletico Madrid: infatti i colchoneros cercano molto spesso di sviluppare il gioco sulle fasce, lo fanno attraverso costanti triangolazioni tra giocatori: in particolare con la punta che si abbassa e viene a giocare per creare superiorità numerica e con la mezzala e l’esterno di parte pronte ad inserirsi negli spazi creati dal movimento della punta. Questa giocata viene fatta principalmente sulla destra grazie all’abilità di Griezmann di giocare nello stretto fuori dall’area e grazie alla connessione tecnica tra lui e De Paul e alla capacità di attacco dello spazio di Marcos Llorente.

Rifinitura
In fase di rifinitura l’Atletico cerca di isolare i propri esterni in 1vs1 per cercare di andare sul fondo e creare opportunità di cross per il colpo di testa di Cunha o di traversoni bassi a cercare l’inserimento dei centrocampisti e dell’esterno opposto oppure, in caso di respinta, il tiro dal limite: in questa specifica situazione di gioco riveste un ruolo fondamentale De Paul grazie alle sue capacità balistiche e alla sua abilità tecnica in particolare nel calcio lungo e nei cambi di gioco grazie ai quali riesce ad innescare molto bene gli esterni. Anche la mezzala opposta Koke è importante per la sua intelligenza tattica e nello smarcamento per andare a ricevere palla nei mezzi spazi.
Finalizzazione
Come già analizzato nella fase di rifinitura l’Atletico per finalizzare usa spesso i traversoni dal fondo ed il tiro dal limite, gli 1vs1 degli esterni, ma un’altra costante del gioco dell’Atletico sono le sovrapposizioni: specialmente a sinistra grazie alla propensione offensiva di Reinildo, non è raro infatti vedere il difensore brasiliano spingersi in avanti per offrire un’opzione di passaggio in più a Carrasco,a destra invece con Savic più bloccato, questa giocata è molto ben eseguita da De Paul e Llorente.
FASE DI NON POSSESSO
Prima azione difensiva
L’Atletico non attua un’azione di pressing sulla prima costruzione avversaria. La squadra si abbassa, lascia costruire ed avanzare l’avversario fino alla propria trequarti difensiva: è qui dove la squadra di Simeone inizia la propria fase difensiva: lo fa andando a bloccare tutte le linee di passaggio in verticale, raddoppiando costantemente sugli esterni, non lasciando mai l’1vs1.
Gioco difensivo a centrocampo
Il centrocampo dell’Atletico in fase difensiva, come già accennato in fase di prima azione difensiva, ha un atteggiamento di copertura, cerca infatti di oscurare e di schermare tutte le tracce verticali concedendo solo passaggi in orizzontali o scarichi all’indietro. L’unico giocatore che ha facoltà di sganciarsi per andare a pressare in avanti è De Paul che sulla costruzione avversaria è spesso molto alto sul campo: se viene superato però torna anche lui indietro per coprire e compattarsi con i suoi compagni di reparto.

Lateralità difensiva
Per difendere in fase di lateralità l’Atletico utilizza il braccetto difensivo, l’esterno e la mezzala per andare a creare superiorità numerica (3vs2). Gli altri due difensori scalano, l’esterno opposto fa una diagonale e Kondogbia va in copertura preventiva sul taglio della punta alle spalle dei difensori.
Linea difensiva
La linea difensiva dell’Atletico è in linea con i 3 centrali abili sia a scappare all’indietro per coprire la profondità in caso di palla lunga alle loro spalle sia a marcare il loro diretto avversario cercando molto spesso l’anticipo. La linea difensiva dell’Atletico è a 5 con gli esterni che si abbassano in linea coi 3 centrali sempre molto bassi per prevenire la palla scoperta e per non dare profondità agli attaccanti avversari.
TRANSIZIONI
Transizione offensiva
L’Atletico porta molti uomini in zona palla per cercare di riconquistarla, una volta recuperata i giocatori cercano di andare subito in verticale: o alla ricerca delle punte in modo da fare salire la squadra oppure andando a cercare le mezzali che sono andate a posizionarsi nei mezzi spazi pronte a ricevere e a puntare la porta.
Transizione difensiva
Una volta persa palla, il giocatore che ne ha perso il possesso porta una pressione feroce per cercare il recupero immediato, in caso non riesca in questo intento, corre all’indietro per riposizionarsi sul campo riconquistando immediatamente la propria posizione per riorganizzare una nuova difesa.
ANALISI SWOT
Punti di forza
- Grande solidità e compattezza in fase difensiva: una delle caratteristiche che ha contraddistinto il gioco dell’Atletico nell’era Simeone, la grandissima difficoltà che hanno gli avversari a segnare a questa squadra, merito sia delle idee del tecnico argentino che della grande qualità in questo specifico campo dei giocatori.
- La totale dedizione dei giocatori nei confronti delle idee di Simeone: una delle grandi doti di questo allenatore è quella di riuscire a convincere i propri giocatori della bontà delle sue idee e di farli rendere al massimo riuscendo ad inserirli all’interno di un contesto tattico molto particolare.
- La qualità di giocatori come De Paul, Griezmann e Joao Felix, che nonostante siano chiamati a dare un contributo importante in fase difensiva riescono grazie alle loro abilità tecniche e creare pericoli in fase offensiva e a fornire sempre opzioni di passaggio sicure ai propri compagni di squadra.
- Il dinamismo e la corsa dei due esterni dell’Atletico, Carrasco e Llorente sono due perfetti esempi del lavoro che Simeone è riuscito a fare con questa squadra, ha trasformato due giocatori rendendoli degli ottimi esterni a tutta fascia ideali per il suo tipo di calcio essendo sempre attenti alla fase difensiva ma comunque propensi a spingersi in avanti sfruttando le loro doti nell’1vs1 e nei cross.
Punti di debolezza
- Un gioco improntato per la maggior parte sulla fase difensiva che non permette ai giocatori di grande qualità che ha l’Atletico all’interno della propria rosa di esprimersi al meglio essendo spesso imbrigliati in concetti tattici estremizzati all’attenzione, alla copertura e al mantenimento della posizione in campo.
- La lentezza di due centrali difensivi su tre (Reinildo è stato acquistato proprio per sopperire a questa mancanza) che spesso vanno in difficoltà se vengono superati dalla palla con tanto campo da coprire alle spalle: non avendo una grande rapidità rischiano di concedere spazio e tempo agli attaccanti avversari per involarsi verso la porta.
- La scarsa vena realizzativa degli attaccanti durante questa stagione è costata molti punti all’Atletico nella corsa al titolo, basti pensare che il miglior realizzatore dei colchoneros è stato Correa con 12 gol (l’anno scorso ci fu il fondamentale contributo di Suarez alla vittoria della Liga che segnò 20 gol).
- La difficoltà che ha l’Atletico nello sviluppo dell’azione e nel mantenimento del possesso fa sì che siano spesso gli avversari ad avere in mano il pallino del gioco senza che i giocatori di Simeone riescano mai ad avere il controllo della partita.