Analisi realizzata da Stefano Russo, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Il Napoli, dopo aver vinto lo scudetto nella passata stagione, riparte con Rudi Garcia al posto di Luciano Spalletti per provare a ripetere una stagione di livello altissimo sia sotto il profilo dei risultati che del gioco. Oltre al cambio in panchina, la società ha optato per un approccio conservativo sul mercato, andando a sostituire solamente un paio di pedine e mantenendo i suoi top player (al netto del coreano Kim Min-jae), lasciando pressoché invariata l’ossatura della squadra.
Il modulo di partenza è un 4-3-3 con Meret confermato tra i pali e Gollini che farà da suo vice. In difesa i due centrali sono Rahmani e Juan Jesus. Il primo è caratterizzato da una grande struttura fisica e abilità nel colpo di testa e nelle marcature. Il brasiliano invece è più rapido e più a suo agio a difendere in avanti e da mancino gioca da centrale sinistro al posto di Kim. Terzino destro si conferma il capitano Di Lorenzo, leader di questa squadra che offre sempre tanta corsa e ottime prestazioni sia a livello tecnico che tattico. Dal lato opposto quest’anno Olivera parte davanti a Mario Rui nelle gerarchie difensive.
A centrocampo davanti alla difesa c’è sempre Lobotka in regia. Lo slovacco è sicuramente uno dei punti cardine di questa squadra: baricentro basso, abile in regia e si fa sempre trovare al posto giusto, al momento giusto sia in fase di costruzione di gioco sia quando bisogna andare a recuperare il possesso. Alla sua sinistra c’è Zielinski, che tra i tre è sicuramente quello più offensivo. Praticamente ambidestro, è molto abile nel tiro da fuori e ad agire a supporto degli attaccanti. Mezz’ala destra c’è Anguissa, destro di piede, è dotato di grande forza fisica e capacità di inserimento. Pericoloso di testa e abile nel recuperare palloni.
In attacco il tridente è formato dal georgiano Kvaratskhelia, giocatore di grandissima qualità, fortissimo nel dribbling e di grande rapidità a cui piace molto partire largo a sinistra per poi accentrarsi e calciare con il destro, ma capace anche di sterzare sul sinistro per andare sul fondo e cercare l’assist per i compagni. Sulla destra invece c’è Politano che parte davanti al nuovo arrivato Lindstrøm (che va a sostituire Lozano). Anche lui molto rapido (soprattutto sul breve), gioca a piede invertito e ama partire largo per rientrare sul suo sinistro a cercare la conclusione o l’assist. E infine il centravanti è Victor Osimhen. Il nigeriano, oltre a essere stato il capocannoniere della passata stagione, è indubbiamente il trascinatore di questa squadra. Alto, molto veloce e abile sia ad attaccare la profondità che in area di rigore, soprattutto quando trova lo spazio per calciare col destro o svettare di testa.
SISTEMA DI GIOCO
- Sistema di base: 4-3-3
- Fase di possesso: 2-3-2-3/3-4-3
- Fase di non possesso: 4-4-2/4-1-4-1
FASE DI POSSESSO
Prima costruzione
Il Napoli di Garcia in costruzione decide di partire dal basso. I due centrali restano in posizione, i due terzini si alzano sulla linea di Lobotka creando una linea a tre e andando a formare un 2-3-2-3. In alcune occasioni, quando gli attaccanti avversari tentano di pressare due contro due i centrali, Lobotka si abbassa tra i di loro per mantenere la superiorità numerica, andando a formare una sorta di 3-4-3 con Di Lorenzo e Olivera sulla stessa linea di Anguissa e Zielinski. Dopodiché si tende a scaricare la palla su un terzino per andare a sviluppare sulla fascia. Rispetto al Napoli di Spalletti, quello di Garcia non disdegna anche le giocate dirette, sia con i centrali ma anche con i centrocampisti, andando a cercare sia Osimhen che i terzini che si vanno a posizionare molto alti sul campo.

Sviluppo
Garcia tende a cercare di sviluppare il gioco sulle fasce, rispetto al Napoli di Spalletti che tendeva a passare più spesso tra i piedi di Lobotka per innescare le mezz’ali o gli attaccanti. Cerca di creare dei triangoli costanti sia con la catena di destra con Di Lorenzo-Anguissa-Politano sia sulla sinistra con Olivera-Zielinski-Kvaratskhelia.
Con la palla sulla linea laterale, il successivo sviluppo avviene tra i giocatori di questi due triangoli laterali che cercano uno-due e combinazioni col terzo uomo che si inserisce senza palla per andare a sorprendere la linea difensiva. Un’altra opzione è andare a cercare direttamente l’ala che si fa trovare larga con i piedi sulla linea, per andare uno contro uno con il difensore avversario. Lo sviluppo dell’azione in alcuni casi non è troppo paziente e la tentazione di cercare direttamente di trovare Osimhen dietro la linea difensiva avversaria prende il sopravvento.

Lateralità
Il gioco sulle fasce è sicuramente il punto di forza del Napoli. Ai vertici dei triangoli terzino-mezz’ala-ala, gli interpreti si scambiano spesso le posizioni. Non è raro, infatti, trovare il Di Lorenzo o Olivera molto alti con i piedi sulla linea laterale e l’ala e la mezz’ala di lato più interni per cercare di inserirsi nello spazio che si viene a creare tra il centrale e il terzino avversario che esce proprio su di loro. Altre volte invece sono Kvaratskhelia o Politano molto aperti per allargare la difesa avversaria con il terzino che va in sovrapposizione mentre loro tendono a convergere verso il centro del campo con il piede forte per cercare il cross, la conclusione ma anche l’inserimento della mezz’ala alle spalle della linea difensiva. Altre volte, infine, possiamo trovare il terzino (più spesso Di Lorenzo) che abbandona la linea laterale andando a giocare più dentro il campo per avere superiorità numerica a centrocampo e facilitare il palleggio e per lasciare l’esterno sul suo lato più libero di ricevere sulla fascia per andare all’uno contro uno.
Rifinitura
Anche in zona di rifinitura Garcia sfrutta molto le fasce laterali, con Kvaratskhelia e Politano che tentano spesso l’uno contro uno per arrivare alla conclusione o al cross per Osimhen e le mezz’ali che si inseriscono in area (prevalentemente Anguissa, molto pericoloso di testa). Zielinski tra le due mezz’ali è sicuramente quello che galleggia di più sulla trequarti offensiva, prevalentemente sul centro- sinistra, per andare a trovare la combinazione con Kvaratskhelia, la sovrapposizione di Olivera per il cross oppure ancora per cercare l’imbucata per i compagni dietro la linea difensiva avversaria, o infine anche direttamente la conclusione da fuori. Discorso a parte va fatto per Raspadori perché, quando entra al posto di un centrocampista va a fare il vero e proprio trequartista alle spalle di Osimhen andando a occupare la zona centrale della trequarti offensiva per sfruttare le sponde del nigeriano e arrivare alla conclusione calciando benissimo con entrambi i piedi.
Finalizzazione
Dal punto di vista della finalizzazione, il Napoli di Garcia risulta molto aderente a quello di Spalletti della scorsa stagione. La maggior parte dei gol arrivano da dentro l’area di rigore, con Osimhen che risulta sempre dominante quando si tratta di calciare di destro o di testa. I suoi movimenti alle spalle della linea difensiva avversaria e la sua capacità di smarcarsi sui cross, uniti alla sua velocità, fisicità e determinazione lo rendono un pericolo costante per le difese avversarie, e anche quando non è lui il destinatario del passaggio, con i suoi movimenti in profondità libera spazio per gli inserimenti dei compagni. Sulle situazioni di cross il Napoli va a riempire l’area con i centrocampisti e a volte addirittura con i terzini che si spingono altissimi anche per andare a chiudere l’azione. Resta comunque una squadra molto temibile anche da fuori area con Zielinski, Politano e Kvaratskhelia che calciano molto bene da lontano e spesso trovano la porta.
FASE DI NON POSSESSO
Prima azione difensiva
Come prima azione difensiva, il Napoli va in pressing in maniera abbastanza aggressiva. Cerca di indirizzare l’uscita palla avversaria con lo scopo di chiudere il campo al portatore di palla e successivamente attaccarlo per costringerlo al retropassaggio o al lancio lungo. Contro la difesa a 4 della Lazio, ad esempio, Osimhen è stato il primo a cercare di indirizzare il giro palla avversario verso un lato del campo, con i suoi compagni che lo seguivano. Zielinski usciva sull’altro centrale rispetto a Osimhen, Kvaratskhelia sul terzino destro e Politano sul sinistro, andando a formare una linea a quattro, uomo contro uomo sui quattro difensori avversari. Lobotka seguiva il regista avversario e Anguissa la mezz’ala sinistra andando a formare una sorta di 4-4-2 o anche 4-2-4. Entrambi sono molto aggressivi nel seguire i centrocampisti avversari andando a prenderli anche al limite dell’area avversaria (soprattutto lo slovacco) e lasciando molto spazio tra la linea di centrocampo e quella difensiva del Napoli. Anche i terzini escono molto alti sulle ali avversarie, lasciando molto spazio alle loro spalle da attaccare. Questo è stato probabilmente il maggior punto debole del Napoli, poiché una volta saltata questa prima linea di pressing molto alta, si vengono a creare ampi spazi per gli avversari da attaccare in contropiede.

Gioco difensivo a centrocampo
Come detto, i centrocampisti del Napoli difendono in maniera molto aggressiva, scaglionati, con Zielinski che sale sulla stessa linea di Osimhen e, più indietro, Lobotka e Anguissa sulla stessa linea l’uno con l’altro. Una volta saltato il pressing iniziale del Napoli, i centrocampisti tentano di rientrare velocemente in posizione dietro la linea della palla andandosi a posizionare con una sorta di 4-1-4-1 con Lobotka più arretrato e Zielinski e Anguissa di nuovo nei ruoli di mezz’ali sulla stessa linea con Kvaratskhelia e Politano, per andare a chiudere gli spazi centralmente e non lasciare gli attaccanti avversari liberi di ricevere in zona di rifinitura.
Lateralità difensiva
Il Napoli indirizza il pressing principalmente verso le fasce laterali, andando ad accoppiare l’esterno di fascia col terzino avversario di riferimento con lo scopo di chiudergli le linee di passaggio in verticale e costringerli al retropassaggio o lancio lungo. Alle loro spalle, Olivera e Di Lorenzo seguono gli esterni d’attacco avversari anche molto alti, con lo scopo di non permettergli di controllare gli eventuali palloni lanciati dalle retrovie e di non girarsi per puntare la porta. Lasciano però molto spazio alle loro spalle da attaccare, e quando gli avversari ricevono palla alle loro spalle sono costretti a rincorrere. Quando il pallone ce l’ha l’esterno di fascia avversaria, la mezz’ala del Napoli su quel lato si abbassa per dare una mano e non lasciare il proprio terzino da solo uno contro uno.
Linea di difesa
La linea difensiva di Garcia, orfana di Kim, è sempre una linea a quattro con due centrali che giocano in maniera diversa l’uno dall’altro. Rahmani va spesso in copertura, non essendo dotato di grande velocità mentre Juan Jesus ha più libertà di spezzare la linea e uscire forte sull’attaccante avversario che tenta di ricevere in zona di rifinitura. I difensori si posizionano in maniera scaglionata a seconda del lato dove gli avversari sviluppano l’azione. Il terzino sul lato del pallone esce sull’esterno di competenza con i compagni che scalano alle sue spalle di conseguenza. L’obiettivo è sempre quello di mantenere la linea difensiva alta per recuperare alti il pallone e non far girare gli attaccanti avversari per puntare direttamente la porta. Il rischio però è quello di non scalare sempre in maniera corretta e di lasciare spazio tra il terzino e il centrale alle sue spalle. Sempre nel match disputato al Maradona con la Lazio, ad esempio, Felipe Anderson è stato molto pericoloso andando a ricevere spesso palla nella “tasca” che si creava tra Olivera e Juan Jesus, che quasi mai è riuscito ad anticiparlo. Il centrale brasiliano sicuramente non è stato aiutato anche dall’atteggiamento del suo centrocampo che era sempre molto alto e staccato, lasciando spazio proprio all’attaccante biancoceleste di ricevere palla.
TRANSIZIONI
Offensiva
Il Napoli ha principalmente due tipi di atteggiamento quando recupera palla. Come detto, Garcia attua un pressing molto offensivo per cercare di recuperare il pallone molto in alto, e quando i suoi giocatori ci riescono tentano subito la giocata in verticale per andare a far male agli avversari. Si cerca spesso di servire Osimhen in profondità oppure le ali o le mezz’ali per andare all’uno contro uno o calciare direttamente in porta. Nel secondo caso invece, quando il pallone viene recuperato nella propria metà campo, il Napoli tende a tornare indietro sui centrali per costruire l’azione dal basso e tentare una manovra più ragionata.
Difensiva
Il Napoli accompagna l’azione offensiva con tanti uomini, dunque, quando perde il possesso, il primo pensiero è quello di riaggredire subito il portatore avversario con gli uomini in zona palla per riconquistare subito il possesso o comunque interrompere l’azione di contropiede avversaria. Nel momento in cui non si riesce a recuperare il possesso, i giocatori scappano all’indietro per recuperare le posizioni e chiudere tutti gli spazi agli avversari.
ANALISI SWOT
Punti di forza
- Osimhen: Un pericolo costante per i difensori avversari; forte fisicamente, veloce negli spazi aperti e dominante in area di rigore, tiene in costante apprensione i difensori che devono marcarlo.
- Le catene laterali lavorano con grande fluidità ed efficacia con Politano da un lato e Kvaratskhelia soprattutto dall’altro che attaccano con costanza, pericolosità e imprevedibilità.
- Di Lorenzo: è un vero e proprio jolly, è capace di arrivare sul fondo in sovrapposizione per il cross ma anche di venire in mezzo al campo per aiutare i centrocampisti o per inserirsi in area. Bravo e attento anche in fase difensiva e abile sui colpi di testa.
Punti di debolezza
- In generale la fase difensiva non sembra più efficace come quella di Spalletti. Pressing molto alto ma reparti molto distanti tra loro, rendono il Napoli una squadra perforabile in contropiede. La mancanza di Kim, molto veloce e abile nel difendere anche rincorrendo, si sente.
- Lo sviluppo dell’azione non passa più molto dai piedi di Lobotka, rendendo la manovra offensiva forse troppo diretta e poco ragionata in alcuni momenti della partita.
- Il lavoro della linea difensiva non è sempre perfetto, le scalate non sono sempre fatte con il tempo giusto e spesso contribuiscono ad esporre la squadra a pericoli. Olivera e Juan Jesus con un atteggiamento forse fin troppo aggressivo, talvolta sbagliano la scelta o il tempo dell’intervento e sono sembrati quelli maggiormente in difficoltà.