Analisi realizzata da Cristiano Fubiani, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Il Torino di Juric 2022-23 è una squadra piuttosto solida in difesa (è la nona difesa del campionato, con 33 reti subite), dove spiccano giocatori fisicamente e atleticamente forti, sia nel duello aereo che nella propulsione in avanti. Dotato di terzini duttili, in grado di giocare sia da esterni di centrocampo nel 3-4-2-1 di Juric, sia di rientrare a sostegno dei tre difensori, creando maglie difensive molto strette. La squadra non ha un vero play. Di fronte alla difesa i due mediani hanno caratteristiche fisiche e tecniche diverse: Adopo, molto fisico, più propenso alla copertura, ma tecnicamente non eccelso; Gineitis o Littey, più dinamici e sfruttati negli inserimenti in zona rifinitura. Molto movimento proprio in zona rifinitura, dove le mezzali del Torino si spostano su tutto il fronte, in particolare Vlasic, per non dare punti di riferimento ai difensori avversari e offrire, al tempo stesso, una sponda a muro per i centrocampisti e liberare spazi in verticale da falso nove. La squadra gioca di solito con un solo attaccante di ruolo, lasciato spesso in avanti in smarcamento preventivo, abile di testa e nel creare seconde palle giocabili dai compagni di centrocampo. In fase offensiva, il Tornio tende a portare nella trequarti avversaria il maggior numero possibile di uomini, con le ampiezze fissate dagli esterni di centrocampo, al fine di aprire le maglie difensive avversarie. Nonostante il Torino, nelle ultime gare, avesse dimostrando segni di ripresa a livello di gioco e di risultati, la sonante sconfitta casalinga contro il Napoli ha rigettato la squadra in una situazione di metà classifica. L’attacco resta piuttosto sterile (13esimo della Serie A, con sole 29 reti). Al momento di questa analisi, il Torino occupa l’undicesimo posto in classifica, con 37 punti, frutto di 10 vittorie (una sola in meno rispetto a quelle ottenute alla fine della scorsa stagione), 7 pareggi e 10 sconfitte.
Persi Lukic e Bremer, il Torino 2022-23, punta sulla solidità difensiva e sulla tecnica di Schuurs, sul dinamismo di Buongiorno e Vojvoda, sulla corsa a tutto campo di Vlasic e sulla forza fisica di Sanabria. Juric sta provando a dare fiducia anche a due centrocampisti di buone speranze come Adopo e Gineitis.
Il sistema-base adottato da Juric è il 3-4-2-1
Sistema base Torino: 1-3-4-2-1
Sistema difensivo:5-3-1 /1
Sistema offensivo: 2/4-4
FASE OFFENSIVA O DI POSSESSO
- COSTRUZIONE
Il Torino, analizzato in trasferta e contro avversari di fascia alta, alterna la costruzione del gioco diretta a quella bassa, a seconda della disposizione e dell’approccio avversario alla fase difensiva. Statisticamente, nella gara contro il Milan (dotato di attaccanti molto forti tecnicamente e fisicamente), la costruzione è stata avviata talvolta in maniera diretta, sfruttando i lunghi lanci di Milinkovic-Savic Vanja a superare le prime linee di pressione avversarie. In genere, il terminale di riferimento è sempre Sanabria (9), chiamato a venire incontro alla palla, per portare fuori posizione il diretto marcatore. In questi casi, il Torino sfrutta le seconde palle (muro o spizzate) dell’attaccane centrale, a favore degli inserimenti delle mezzali (Vlasic e Miranchuk) o dei centrocampisti (in particolare, Gineitis o Linetty). La scelta di costruzione bassa invece, parte quasi sempre sfruttando la catena laterale sinistra. In particolare, è il braccetto sinistro Buongiorno (4) a iniziare la costruzione, affidando a una catena a 3 (composta dall’esterno Rodriguez [13] e dal centrocampista centrale di sinistra) lo sviluppo di un’azione che porta spesso proprio il terzino sinistro a spingersi oltre le linee difensive avversarie.

L’esterno sinistro di centrocampo (Rodriguez), in questi casi, si abbassa per ricevere e tentare lo scambio con il centrocampista di sinistra oppure il muro in scarico su quest’ultimo da parte dell’attaccante centrale (Sanabria).
Il Torino non si affida quasi mai a una costruzione in stile “salida lavolpiana”, ovvero sfrutta poco il centrocampista centrale come play. Costruisce con un 3 + 1, dove però il ricevitore è spesso un esterno difensivo o di centrocampo. Quando la costruzione è affidata alle catene laterali, essa avviene attraverso una fitta rete di passaggi, talvolta molto corti, disponendo sempre attorno al portatore di palla adeguati appoggi e scarichi. Da notare che i tre giocatori più impiegati in costruzione dal basso sono tutti di piede sinistro.
- CENTROCAMPO E GIOCO LATERALE CENTROCAMPISTI
(SVILUPPO E LATERALITÁ)Il Torino si dispone con un centrocampo a 4, in cui i due esterni (Rodriguez e Singo) fissano le ampiezze sia in fase offensiva che difensiva e rientrano in copertura, alternandosi con gli altri componenti delle catene laterali a 3 predisposte da Juric e composte da terzini e centrocampisti centrali. In fase difensiva, i due esterni arretrano sempre a supporto dei difensori per accorciare a rendere più strette le maglie attorno al portatore di palla avversario. Il centrocampo del Torino non ha un vero play, bensì due centrocampisti centrali e due mezzali, con caratteristiche e movimenti diversi. Uno dei due centrali di centrocampo (Adopo) ha ottime doti fisiche e occupa una posizione più arretrata, davanti alla difesa, dove spesso accorre a fare da quarto o quinto uomo in fase difensiva. E’ forte dei duelli fisici anche aerei, nei contrasti, ma ancora acerbo sotto il profilo tattico. L’altro centrale più avanzato di centrocampo (Linetty o Gineitis) è invece più dinamico, tecnico e si propone spesso sia in fase di copertura che negli inserimenti oppure nella fase di costruzione a tre per linee laterali. Quando la squadra attacca, uno dei centrocampisti centrali si trova sempre in zona rifinitura. Le due mezzali (Miranchuk e Vlasic) giocano invece in zone di campo più aperte. In particolare, Vlasic spazia su tutto il fronte della zona di rifinitura, ma si abbassa spesso a cercare di fare il “terzo uomo” a muro per facilitare gli inserimenti dei colleghi di centrocampo o le triangolazioni in velocità. Vlasic, quando il Torino cambia modulo e gioca con due attaccanti di ruolo (passando al 4-4-2), arretra di una decina di metri il proprio raggio di azione. L’altra mezzala Miranchuk gioca di preferenza sul fronte destro avanzato: ha un’ottima tecnica di base ed è molto sgusciante; qualità che lo rendono ideale per gli inserimenti verticali veloci adottati dal Torino. Cerca spesso di agire in appoggio alla catena laterale destra, in fase di costruzione dell’azione. Il Torino utilizza molto le catene laterali, prevalentemente a sinistra, ma talvolta anche a destra, per sviluppare il gioco e attaccare la linea avversaria. Una delle caratteristiche tipiche di questo approccio è la fluidità di scambi di posizioni tra i componenti queste catene: terzino che spinge, esterno che si ferma in copertura, un centrocampista centrale o una mezzala sempre in appoggio e l’attaccante centrale che si abbassa a fare muro.

- RIFINITURA
Il Torino effettua un’occupazione strategica della zona di rifinitura e lo fa in due modi: in fase difensiva sia le mezzali che l’attaccante centrale si abbassano molto, talvolta fino a centrocampo, portando fuori i difensori avversari. In fase di recupero palla o di transizione offensiva invece la zona di rifinitura viene presidiata quasi sempre da almeno 4-5 giocatori. Si tratta, in genere, delle due mezzali, di almeno un esterno di centrocampo, di un terzino o un centrale che si spinge avanti e di uno dei due centrocampisti centrali (quello più dinamico). Vlasic è il giocatore che opera quasi sempre in fase di rifinitura, spaziando dal fronte destro a quello sinistro, facendo molto movimento per non dare punti di riferimento ai diretti avversari, ed è sempre lui, assieme all’attaccante centrale, ad abbassarsi in fase difensiva per consentire alla squadra di ripartire in velocità e di salire, in caso di riconquista palla.
- ATTACCO ALLA LINEA
L’attacco del Torino (statistiche alla mano) non è uno dei più prolifici del campionato. La squadra infatti imposta tutto il proprio gioco avanzato sul terminale di attacco Sanabria. Alla punta centrale viene richiesto spesso di venire incontro al portatore di palla, per appoggi a muro o triangolazioni. Si tratta di un gioco molto dispendioso, da un punto di vista energetico. Sanabria si crea spazio per il tiro, partendo spesso da fuori area. Il Torino non attacca la linea sfruttando molto le ampiezze, ma piuttosto “riversando” in zona trequarti almeno 4-5 giocatori, spesso molto vicini tra loro ma distribuiti in ampiezza su tutto il fronte di attacco e in grado di penetrare in velocità in area di rigore su traiettorie verticali in quelli che vengono definiti “half-space”. La densità ha lo scopo di creare superiorità in zona palla, fornendo sempre un appoggio o uno scarico ai compagni, ma anche quello di poter cambiare fronte di gioco molto velocemente. L’ampiezza del fronte di attacco ha invece quello di far aprire la difesa avversaria, creando varchi per gli inserimenti da dietro.
Costanti offensive:
costruzione bassa 3+1
azione di sviluppo del gioco su catene laterali
inserimenti terzini in zona attacco
attacco linea con molti giocatori
attacco linea con traiettorie verticali
FASE DIFENSIVA O DI NON POSSESSO
- PRIMA PRESSIONE
Il Torino, contro squadre di fascia alta o almeno quello visionato nella recente gara contro il Milan, non attua una prima pressione molto alta né aggressiva con il suo reparto avanzato. La linea di pressione inizia invece a centrocampo, dove le mezzali, gli esterni e i centrocampisti centrali vanno a creare una situazione di 4 vs 2 di superiorità numerica, soprattutto sulle ampiezze. Gli esterni salgono forte a uomo sul portatore di palla, con uno dei due centrocampisti centrali sempre pronto al raddoppio. L’attaccante centrale, se necessario, arretra e, assieme a un delle mezzali, va a bloccare le linee di passaggio. Questo tipo di pressione ha come vantaggio la frequente riconquista palla e la possibilità di ripartenze o cambi gioco. Ha come svantaggio il fatto che svuota un po’ la parte centrale del centrocampo (tenendo conto che il Torino impiega spesso in questa azione il suo unico centrocampista “di contenimento”), lasciando spazio a potenziali verticalizzazioni avversarie, in caso di mancata riconquista della palla. Quando la squadra passa in svantaggio, la pressione della prima linea si alza e diventa quasi un pressing uomo su uomo, avviato dall’attaccante centrale (Sanabria) e coadiuvato da tutto il reparto avanzato.
- DIFESA CENTROCAMPISTI CENTRALI
La fase difensiva a centrocampo è affidata ai due centrocampisti centrali, uno dei quali più di copertura (Adopo), l’altro più di spinta (Gineitis). Il centrale Adopo non svolge il ruolo di play, pur giocando davanti alla difesa, e questo perché ha doti tecniche ancora acerbe, mentre mostra qualità fisiche spiccate, che ne fanno un buon interditore. La sua presenza in fase difensiva si esplica nei raddoppi di marcatura in caso di difesa laterale guidata dagli esterni di centrocampo o dai terzini e nella capacità di essere sempre di supporto alla linea difensiva quando gli avversari attaccano. Adopo infatti rientra sempre a copertura o in marcatura a formare il quinto o talvolta il sesto uomo sulla linea arretrata. L’azione difensiva svolta dalla linea di centrocampo centrale si basa sia sui movimenti di arretramento e di assorbimento verticali degli avversari che si inseriscono, sia sull’anticipo dell’avversario che sull’intercettamento sistematico (laddove possibile) delle linee di passaggio. I centrocampisti del Torino non marcano a uomo, andando però a disporsi sempre a sostegno del poligono a 4 sulle ampiezze per raddoppiare in fase di riconquista palla.
- DIFESA LATERALE
La difesa laterale del Torino è strutturata in modo da creare una gabbia a costante superiorità numerica rispetto al portatore di palla e ai possibili appoggi e scarichi. Sull’ampiezza sinistra il terzino Buongiorno esce forte a uomo sul portatore, mentre l’esterno Rodriguez è l’uomo che fissa l’ampiezza e che va in raddoppio, con Gineitis o Linetty che scalano lungo la diagonale per bloccare le linee di passaggio mentre uno, tra la mezzala Vlasic o il centrale di attacco Sanabria, si abbassa per chiudere anche gli scarichi. Sull’ampiezza destra, questa disposizione coinvolge l’esterno Singo, che esce forte sul portatore, Adopo in raddoppio, Miranchuk e Sanabria sugli scarichi. Questa “gabbia” laterale consente spesso al Torino di riconquistare palla nella metà campo avversaria.
- LINEA DIFENSIVA
La difesa del Torino, incluso il portiere, si caratterizza per le grandi doti fisiche e atletiche dei suoi interpreti. Guidata dal centrale olandese Schuurs, giocatore dotato di buon senso dell’anticipo e di buona tecnica di base, la linea difensiva è schierata su una linea, con il centrale e i due braccetti impegnati in marcature a uomo. Nel sistema base del Torino si tratta di una difesa a tre, nella quale due-tre giocatori marcano fissi a uomo, con il braccetto di sinistra (Buongiorno) che unisce alla copertura frequenti incursioni in zona d’attacco. Nello schema di Juric i due terzini (ovvero Rodriguez e Singo), vengono impiegati come esterni di centrocampo in fase di costruzione del gioco e come quarto e quinto uomo della linea di difesa quando la squadra viene attaccata. Si tratta dunque di una difesa a 3 di base, che può diventare a 5 o a 6 a seconda che arretri anche uno dei due centrocampisti centrali. Le due principali caratteristiche della linea difensiva del Torino sono: 1) la capacità di tenere strette la maglie, proprio grazie ai due esterni che si abbassano centralmente quando gli avversari attaccano e 2) l’elevato numero di duelli (aerei a non) vinti nell’1 vs 1 ed il tempismo negli anticipi, spesso effettuati anche sulla linea del centrocampo. Il gioco d’anticipo sugli attaccanti da pare dei difensori del Torino è una costante. La rottura della linea difensiva da parte del centrale o dei braccetti, è sempre coperta dalla scalata di uno dei due esterni o del centrale di centrocampo. Una criticità manifestata da questi tipo di approccio è la sincronizzazione degli interventi tra il terzino destro e il centrocampista centrale: talvolta i due si trovano allineati nel contrastare l’uomo con palla, che può così facilmente superare la linea difensiva con tagli o passanti per il compagno che si inserisce.

Costanti difensive:
Prima pressione media
Linea difensiva 3+2 a uomo
Difesa laterale con pressing
FASE DI TRANSIZIONE
Transizione Offensiva e smarcamenti preventivi
- TRANSIZIONI OFFENSIVE
La riconquista palla viene effettuata con un pressing molto aggressivo a partire dalla linea del centrocampo, dove il Torino impegna sempre un centrocampista centrale, una mezzala e l’attaccante centrale in appoggio o a muro e un esterno di centrocampo che aggredisce il portatore (di solito, si creano situazioni di 4 vs 2). La riconquista palla consente ripartenze molto veloci, basate su fraseggi molto corti, che passano spesso dai piedi dei centrocampisti centrali (Adopo e Gineitis o Linetty) e finalizzate a: aprire il gioco in ampiezza oppure cercare verticalizzazioni per l’attaccante centrale o una mezzala, che spesso vengono incontro al portatore di palla per far salire la squadra. Durante le transizioni offensive, il Torino mantiene sempre 1 giocatore fisso (Sanabria) in smarcamento preventivo, in zona centrale di attacco avversaria.
Transizione Difensiva e chiusure preventive
- TRANSIZIONI DIFENSIVE
Nei propri trenta metri, quando il Torino perde palla, la squadra cerca di creare subito la massima densità attorno al portatore di palla, chiudendo gli spazi offensivi agli avversari, grazie al fatto che gli esterni rientrano e convergono verso il centro, creando così una linea difensiva rafforzata e un filtro alle linee di passaggio e di attacco avversarie. I centrocampisti centrali, in particolare Adopo e Gineitis, scappano verso la porta, spesso arrivando fin sulla linea dell’area di rigore con lo scopo di assorbire gli inserimenti dei centrocampisti avversari. Vlasic a Miranchuk arretrano a loro volta sulla trequarti, per dare sostegno in fase difensiva e tenere i reparti collegati. Quando la palla viene persa nella trequarti avversaria, il Torino mantiene comunque sempre due giocatori in marcatura (talvolta in copertura) preventiva, tentando di creare subito situazioni di superiorità numerica sul portatore di palla con una “gabbia” di 4 giocatori vs 2, per bloccare le linee di appoggio e riconquistare subito il possesso della palla.
ANALISI SWOT
Punti di forza: squadra con buone doti fisiche e atletiche, assetto tattico prudente e coperto, buone capacità di far circolare la palla in modo veloce, capacità di creare superiorità numerica nelle fasi di transizione e in quelle di attacco, grande dinamismo delle mezzepunte (Vlasic e Miranchuk), inserimenti sistematici dei difensori nella manovra di attacco.
Punti di debolezza: tasso tecnico di medio livello, attacco poco prolifico, assenza di un vero play davanti alla difesa, centrocampista centrale (Adopo) lento e talvolta fuori dalla linea dei passaggi avversari in fase difensiva, in difficoltà con squadre che giochino palla a terra, gioco dispendioso da un punto di vista energetico, soprattutto per il reparto avanzato.
Opportunità: l’inserimento di alcuni giovani e nuovi innesti di prospettiva (Gineitis e Adopo).
Minacce: l’assenza di un play in grado di dettare i tempi e impostare il gioco dal basso, l’isolamento in avanti di Sanabria, non adeguatamente supportato dalle mezzepunte, la prevedibilità del gioco di attacco.