Analisi realizzata da Simone Sbirziola, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification
La storia di Thiago Motta allo Spezia ha un qualcosa di speciale, sicuramente di curioso. Il brasiliano si è trovato a raccogliere una squadra con una pesante eredità, quella di Vincenzo Italiano: l’attuale allenatore viola ha portato alla salvezza lo Spezia al primo anno in A contro ogni pronostico, mostrando anche sprazzi di grande calcio e momenti da incorniciare come la vittoria in casa per 2-0 contro il Milan ancora in corsa per lo scudetto.
Thiago Motta si inserisce in un contesto comunque difficile: oltre ad una rosa che si è privata di qualche giocatore cruciale, Pobega e Saponara tra tutti, ai liguri quest’estate la FIFA ha imposto il blocco del mercato per due anni a partire da gennaio, a seguito di un’indagine riguardante il tesseramento di calciatori minorenni risalente alla vecchia dirigenza.
La situazione si complica maggiormente durante la stagione e si arriva a Napoli-Spezia sotto Natale con Thiago Motta sulla graticola e con Maran dato praticamente per fatto alla guida dello Spezia per il girone di ritorno. Succede però che Thiago Motta vince a Napoli e nel mese di gennaio infila tre vittorie consecutive: a Genova col Genoa, a San Siro col Milan e con la Samp in casa. A fine mese Thiago Motta viene eletto Coach of the Month e porterà a maggio il suo Spezia alla salvezza, contro pronostico, anche quest’anno.
Con questa premessa andiamo ad analizzare proprio la partita vinta per 1-0 a Genova contro il Genoa, vittoria che a posteriori si rivelerà essere fondamentale nel cammino alla salvezza e che mostra alcune interessanti soluzioni esplicative del calcio di Thiago Motta.
Partita analizzata: 09/01/2022, Genoa-Spezia, 0-1, Bastoni (S), 14’.
Lo Spezia si presenta a Genova con un 4-3-3 di partenza con Provedel tra i pali: lo Spezia è tra le squadre che ha concesso più tiri e occasioni e se nella maggior parte dei casi la palla non è finita in rete è certamente anche merito del portiere.
La difesa a 4 è composta da due centrali fisici come Erlic e Nikolau, sia il primo che il secondo sono buoni marcatori e con uno spiccato senso della posizione; concedono forse qualcosa nel lungo e nei cambi di direzione.
Terzino destro è Amian, francese classe ’98, da quest’anno allo Spezia, a inizio stagione schierato anche come terzo nella difesa a 3, ma poi passato a terzino nella difesa a 4 per sfruttarne le buone doti di spinta: ha buone tempistiche di inserimento e sovrapposizione.
Terzino sinistro è Reca, giocatore che nasce come quinto di centrocampo sin dai tempi della SPAL, ma ben adattato anche come terzino: buona spinta e discreto in conduzione palla.
Il centrocampo a tre vede da quest’anno una piacevole novità: Kiwior, direttamente dallo Zilina. Di ruolo difensore, Thiago Motta lo ha trasformato in un mediano; dopo un periodo di adattamento al campionato, debutta a dicembre e si conquista da gennaio il posto da titolare con una certa costanza: sicuramente una delle novità tattiche più interessanti dello Spezia di Thiago Motta. Mediano dalle spiccate doti difensive, ha sicuri margini di miglioramento per l’anno che verrà.
Mezzala destra è il capitano Giulio Maggiore, spezino doc, una vita passata nelle file dello Spezia, leader e cuore pulsante della squadra: centrocampista dinamico, abile negli inserimenti in area di rigore e nei ribaltamenti di fronte.
Mezzala sinistra è Simone Bastoni, anche lui nasce nello Spezia e dopo qualche prestito in giro per l’Italia, torna alla base nel 2019. Dotato di un ottimo mancino, non disdegna la conclusione da fuori area ed è anche pericoloso da calcio di punizione. La vera novità tattica di quest’anno con Thiago Motta è proprio la sua posizione in campo, dato che fino a due anni prima ha sempre ricoperto il ruolo di terzino sinistro.
In attacco lo Spezia si presenta con un tridente: la punta è Manaj, ex Inter, in prestito attualmente dal Barcellona. Attaccante brevilineo, abile nello stretto, spesso in carriera ha ricoperto il ruolo di seconda punta. Anche se non è mai andato in doppia cifra in carriera, il suo contributo alla fluidità della manovra è sempre alto, soprattutto in fase di rifinitura.
Esterni alti dello Spezia sono Daniele Verde e Emmanuel Gyasi: il primo, in questa partita, è schierato inizialmente a sinistra ma all’occorrenza durante la stagione, e anche all’interno della partita stessa, a destra a piede invertito. Verde, è un attaccante classe ’96 scuola Roma, mancino: si esalta nel dribbling nello stretto, è il giocatore dotato di maggior tecnica nella squadra, nonché il capocannoniere della stessa per questa stagione. Forse nell’anno della sua consacrazione, con Thiago Motta è cresciuto molto anche negli inserimenti senza palla e nell’attacco del lato debole.
Gyasi, ghanese con cittadinanza italiana, è un calciatore molto duttile, capace di ricoprire svariati ruoli: dal quinto largo di centrocampo, all’ala sinistra o destra, fino alla punta. Dal 2018 allo Spezia, quest’anno si è ritrovato a sostituire ‘Nzola in termini di leadership, dato il minor utilizzo e contributo del francese. Dotato di una discreta tecnica di base, nonché di una buona velocità che sfrutta negli inserimenti e nei ripiegamenti, è molto abile anche nello smarcamento e nella difesa del pallone spalle alla porta: si tratta di un punto fermo per Thiago Motta che lo considera tatticamente imprescindibile per la doppia fase.
SISTEMA DI GIOCO
Iniziale: 4-3-3
Fase di non possesso: 4-1-4/1 o 4-1-3/2
Linea a 4 con Amian, Erlic, Nikolau e Reca; il mediano Kiwior a supporto; seconda linea a 4 con le due ali Gyasi e Verde e le due mezzali Maggiore e Bastoni; Manaj in smarcamento preventivo. Talvolta, Verde, anziché comporre la seconda linea a 4, rimane avanti in smarcamento preventivo.
Fase di possesso: 2/4-1-3

FASE DI POSSESSO
Prima costruzione
La costruzione dello Spezia parte da Provedel con i due centrali molto larghi e Kiwior il mediano che si abbassa quasi sulla linea dei centrali. Quando le linee di passaggio sono chiuse Provedel o Nikolau vanno diretti col lancio a cercare la punta Manaj o l’ala Gyasi. Se però Provedel trova spazio libero sulle corsie, come succede spesso nel secondo tempo contro il Genoa, ecco che cerca regolarmente, e con una certa precisione, il terzino sinistro Reca. Così facendo, lo Spezia crea superiorità.
Sviluppo
Nel centrocampo a 3 dello Spezia si nota la suddivisione del campo voluta da Thiago Motta: Kiwior, mediano con compiti prettamente difensivi, quando è in possesso viene supportato da una delle due mezzali, solitamente Maggiore che va ad occupare la trequarti dettando un passaggio verticale. Si forma così un triangolo con mediano e mezzala come base e la seconda mezzala come vertice avanzato (vedi immagine precedente). Delle due mezzali sicuramente è Maggiore quello con maggior naturalezza a sganciarsi e occupare la trequarti con buone tempistiche. Ciò lo mette quindi in condizione di imbucare le tre punte. Quando tuttavia è l’altra mezzala, Bastoni, a sganciarsi in quella posizione, può crearsi una situazione interessante in quanto, tra le due, Bastoni è la mezzala che ha più nelle corde il tiro da fuori.
Lateralità
Il gioco in fascia dello Spezia si sviluppa prevalentemente attraverso un attacco diretto sulla fascia con sovrapposizione del terzino che scambia con l’ala per poter crossare dal fondo e premiare gli inserimenti delle mezzali: questo il motivo per cui inizialmente Verde, piede sinistro, viene schierato sull’out di sinistra e Gyasi, destro, sulla fascia destra. Una seconda strategia è quella di creare densità su una delle due catene: si forma un triangolo tra terzino, mezzala che si allarga, e ala che viene dentro con l’obiettivo di liberare il mediano Kiwior per vie centrali. Il polacco a quel punto può sventagliare sul lato debole, solitamente a sinistra, zona in cui Reca trova spazio da attaccare palla al piede.
Rifinitura
La zona di rifinitura è presidio di Manaj: la punta viene incontro per ricevere solitamente una palla lunga dai centrali di difesa o dai terzini. Da questa posizione poi Manaj si appoggia spalle alla porta alle due mezzali che vengono incontro o all’intelligente Gyasi che è sempre ben posizionato per ricevere sia internamente che sull’esterno. Manaj riesce talvolta a servire Maggiore o Bastoni anche di prima con una spizzata d’anticipo mentre le due mezzali si buttano dentro attaccando lo spazio in verticale. Quando non c’è questa possibilità Manaj cerca di allargare il gioco in fascia.
Finalizzazione
Lo Spezia, attraverso le sovrapposizioni, vuole raggiungere il fondo per poter far partire un cross, o meglio ancora un traversone arretrato per sfruttare gli inserimenti da dietro delle due mezzali, Maggiore e Bastoni, che spesso con grande tempismo entrano in area e concludono a rete. Altra soluzione sono i passanti, con le ali e le mezzali che cercano di smarcarsi in zona d’ombra, alle spalle dei marcatori, solitamente quando Manaj o Verde vengono a ricevere tra le linee.

FASE DI NON POSSESSO
Prima azione difensiva
Quello dello Spezia è un pressing uomo a uomo. Quando l’avversario comincia la prima costruzione, i calciatori dello Spezia si posizionano a uomo sui difensori e i centrocampisti avversari, lasciando libero il portiere. In particolare, se l’avversario gioca a tre, come il Genoa nel primo tempo, i tre attaccanti prendono i tre difensori, con le due mezzali sui rispettivi centrocampisti: Maggiore è quello che viene a prendere il mediano venendo più avanti in maniera aggressiva. Se l’avversario adotta una difesa a 4, come il Genoa nel secondo tempo, ecco che le ali vanno a prendere i terzini e Maggiore si alza al livello di Manaj sui due centrali.

Gioco difensivo a centrocampo
Anche a centrocampo l’atteggiamento dello Spezia non cambia e i centrocampisti si mettono a specchio: una mezzala esce sul portatore di palla e i compagni di reparto vanno a formare le coppie con gli altri centrocampisti: la mezzala sulla mezzala avversaria, il mediano sul trequartista.
Lateralità
Thiago Motta chiede ai suoi attaccanti anche un lavoro difensivo. Spesso vediamo infatti le ali tornare in supporto ai terzini per evitare l’uno contro uno. Gyasi, in particolare, ha la predisposizione al raddoppio in supporto di Amian o Reca, a seconda della fascia occupata. Quando invece il terzino sale e lascia scoperta la sua posizione di partenza, è Kiwior che viene in aiuto ai centrali.
Linea difensiva
La linea a 4 di difesa è piuttosto mobile e scaglionata poiché si muove in conseguenza dei movimenti degli attaccanti avversari, essendo anche in questo caso quello dello Spezia un atteggiamento di marcatura uomo a uomo. Riguardo alle diagonali difensive, per un terzino che esce sull’uomo, c’è il terzino opposto che stringe dando supporto ai centrali. Se viene aggirata la marcatura, la linea di difesa si abbassa fino in area di rigore a proteggere la porta.
TRANSIZIONI
Transizioni offensive
In fase di contropiede, le situazioni di maggior pericolo si verificano quando Maggiore riceve in posizione di trequartista: a quel punto lui è abile nell’imbucare velocemente uno dei tre attaccanti che accompagnano l’azione. Se in fase di contrattacco Maggiore o Bastoni non sono adeguatamente supportati dagli attaccanti ecco che si cerca di consolidare il possesso ricominciando con un’azione più manovrata e facendo riposizionare i compagni. Solitamente Manaj e/o Verde rimangono alti in smarcamento preventivo per ricevere una rapida imbucata dai centrocampisti qualora si riesca a recuperare palla a centrocampo e l’avversario è lungo.
Transizioni difensive
Di norma, se lo Spezia perde palla in zona avanzata, scatta una riaggressione che parte dai difensori: l’obiettivo è costringere gli avversari al rinvio lungo e recuperare il possesso coi centrali che vanno forti sugli attaccanti in marcatura preventiva. Se viene persa invece palla a centrocampo o nella propria trequarti, la squadra scappa all’indietro: in particolare, Kiwior segue gli inserimenti avversari retrocedendo sulla linea dei centrali.
ANALISI SWOT
Punti di forza
- Lo Spezia può vantare non una ma ben due mezzali dinamiche e con grande tempismo nell’ inserimento: Maggiore e Bastoni infatti hanno una certa facilità nell’attaccare l’area avversaria e farsi trovare in zona gol smarcati e pronti a colpire a rete.
- Gyasi come uomo chiave nella doppia fase: abile in appoggio, spalle alla porta e intelligente nell’accompagnare la manovra. A questo unisce un discreto apporto in fase di ripiegamento.
- Kiwior è l’uomo chiave per l’equilibrio tra i reparti che Thiago Motta ricercava. Un difensore prestato alla linea mediana, garantisce che la squadra non risulti sbilanciata. Per Thiago Motta è infatti importante avere, in fase di possesso, 5 uomini che attaccano e 5 pronti a difendere; allo stesso modo, in fase di non possesso, Thiago Motta ha bisogno di 5 uomini che difendono e 5 pronti a contrattaccare.
- Duttilità e ruoli non fissi: facile notare nello Spezia di partita in partita, ma anche all’interno della stessa, un’ala che cambia fascia o una mezzala fare il trequartista.
Punti di debolezza
- Alta intensità difficile da mantenere per i 90 minuti: le marcature uomo a uomo e il pressing delle prime battute di gioco possono venire meno in certe fasi della partita dove lo Spezia finisce col chiudersi a guscio in area di rigore e subire l’avversario.
- Le marcature a uomo e il gioco delle coppie possono portare a delle uscite con tempi sbagliati e conseguentemente delle scalate fatte male. Il rischio è quindi quello di concedere soluzioni interne agli avversari: è facile, infatti, che i reparti si facciano attirare dal pallone invece che seguire un movimento atto ad aggirare il pressing.
- Difficoltà nel creare superiorità con l’uno contro uno offensivo. Verde quest’anno forse quello più ispirato in tal senso.
- Centrali difensivi alti e rocciosi che possono andare in difficoltà con attaccanti mobili e non statici.