Analisi realizzata da Simone Sbirziola, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification
Gabriele Cioffi, ex calciatore tra le altre di Novara, Mantova e Torino, è arrivato all’Udinese nel 2020 come viceallenatore di Luca Gotti. Nel dicembre del 2021, in seguito all’esonero dello stesso Gotti, diventa allenatore ad interim dei friulani con l’obiettivo di salvare la squadra che navigava nella metà bassa della classifica. Cioffi cambia modulo e, dopo un mese di assestamento, l’Udinese comincia a togliersi delle soddisfazioni, passando ad avere un rendimento più convincente e uscendo dalle zone calde della classifica.
Il modulo di partenza è il 3-5-2 con Silvestri tra i pali, uno dei migliori di questa stagione, portiere di assoluta affidabilità.
Centrale di destra è Rodrigo Becão, dal 2019 a Udine, difensore alto e roccioso, abile nel colpo di testa anche in zona offensiva. Al centro gioca Pablo Marí, preso in prestito a gennaio dall’Arsenal e subito titolare inamovibile, grande fisicità e discreto mancino con il quale ricerca volentieri la profondità. Da sottolineare anche la lunga gittata delle sue rimesse laterali, soluzione sempre adottata dalla trequarti avversaria in su. Centrale di sinistra è Nehuen Perez, di proprietà dell’Atletico Madrid, difensore aggressivo che cerca spesso l’anticipo.
A centrocampo sulla corsia di destra, il punto di riferimento è Molina, argentino, fresco vincitore della Copa America, abbina grande corsa ad una discreta qualità sia in zona di rifinitura che di finalizzazione, molto abile nel cross e nel tiro da fuori area. Il quinto di sinistra è solitamente Udogie, giovane promessa italiana classe 2002, forte fisicamente e con ottime tempistiche di inserimento nell’attacco del lato debole. Spesso è alternato con Zeegelaar, ricambio affidabile, scuola Ajax, giocatore a tutta fascia con facilità di corsa e prestanza fisica. Il centrocampista centrale è Walace, mediano brasiliano, fondamentale nel comandare la linea difensiva di centrocampo e lesto nel ribaltare il fronte. Mezz’ala sinistra è Makengo, giocatore in ascesa quest’anno, si è messo in mostra per l’ottima interpretazione della doppia fase, è il simbolo della fisicità e del dinamismo degli uomini di Cioffi. Sul ruolo di mezz’ala destra Cioffi punta molto, in quanto è dove vi è maggiore qualità tecnica. Da quando è primo allenatore ha alternato spesso Arslan e Pereyra: il primo è un centrocampista dalla discreta tecnica, dalla buona visione di gioco e dalla capacità di muovere velocemente il pallone tra i reparti in fase di possesso; il secondo è forse uno dei giocatori di punta della squadra, in carriera El Tucu ha occupato praticamente tutti i ruoli del centrocampo grazie alle sue numerose caratteristiche, tra cui il dribbling nello stretto e l’inserimento senza palla – quest’anno purtroppo è stato vittima di numerosi infortuni che ne hanno pregiudicato la continuità di rendimento.
È in attacco, tuttavia, che l’Udinese ha trovato la chiave di volta questa stagione. Deulofeu, che prima giocava largo a sinistra o a destra, spesso a gara in corso, è ora la perfetta seconda punta, abile a smarcarsi in zona di rifinitura o all’occorrenza venire largo per trovare uno spazio attaccabile. Estrema facilità di dribbling, mai come quest’anno lo si trova volentieri in condizione di concludere a rete o fornire un passaggio chiave. Il “nove” è Beto, portoghese classe ’98, messosi in mostra quest’anno e già nel mirino delle squadre di punta. Beto possiede tutte le caratteristiche dell’attaccante moderno: alto, forte nel gioco aereo, buon fisico, grande velocità, gran forza nelle gambe. Capace di fare reparto da solo, quando viene lanciato in profondità o in contropiede con campo da attaccare può essere decisivo. Il suo sostituto naturale per ruolo e caratteristiche all’Udinese è Success, che spesso subentra nella ripresa facendo staffetta col portoghese.
SISTEMA DI GIOCO
Iniziale: 3-5-2
Fase di non possesso: 5-3-2
Fase di possesso: 3-2-1-4

Nell’immagine osserviamo il 3-2-1-4 di Cioffi in fase offensiva. I tre centrali sono fuori dall’inquadratura; la mezz’ala destra Arslan e il mediano Walace compongono la seconda linea, a 2. Più avanti c’è Deulofeu che, partendo dalla linea degli attaccanti, arretra per legare il gioco. Infine, vediamo la linea d’attacco a 4, con i due quinti alti (Molina e Zeegelaar in foto), la punta Beto e la mezz’ala sinistra (Makengo) che si fionda in area per riempirla.
FASE DI POSSESSO
Prima costruzione
La costruzione dell’Udinese di Cioffi è diretta. Solitamente la rete di passaggi avviene tra i centrali per poi ottenere lo scarico del portiere che rinvia lungo verso una delle due zone laterali della trequarti avversaria. Qui viene a crearsi densità con la squadra che porta in zona palla giocatori alti e fisicamente prestanti come Beto e Zeegelaar, per poi recuperare la seconda palla con giocatori abili e veloci nella prima accelerazione come Makengo, Pereyra e Deulofeu. Quando non è il portiere Silvestri, tocca al centrale di difesa Pablo Marí ricercare la verticalità, tra i tre sicuramente quello dotato di un piede più educato.
Raramente l’Udinese parte con una costruzione bassa: in questi casi è però interessante il movimento dell’esterno destro di centrocampo Molina che si abbassa e riceve. A quel punto si alza Becão, il braccetto destro della difesa, andando largo. La velocità di Molina gli permette una conduzione interna fino a centrocampo dove trova Deulofeu che con un uno-due elude la marcatura avversaria per poi trovare il braccetto destro che ormai riceve largo libero di far partire un interessante cross in area.
Sviluppo
Per quanto riguarda lo sviluppo, una volta che l’Udinese arriva oltre la prima linea di pressione avversaria, il centrocampo a tre comincia a scaglionarsi. Quando uno dei tre è in possesso, il compagno di reparto più vicino si posiziona in verticale rispetto a lui o leggermente in diagonale per poter ricevere in uno spazio di mezzo senza dare punti di riferimento e formando un triangolo invertito rispetto alla disposizione di partenza. Di solito è Makengo che si propone mettendosi in verticale rispetto al mediano e all’altra mezz’ala. Altre volte è addirittura lo stesso mediano Walace che si stacca andando a formare il vertice alto dei tre.
Quando la palla arriva in posizione favorevole sulla trequarti offensiva, il centrocampista che si era alzato si spinge sulla linea degli attaccanti per riempire l’area di rigore, soprattutto quando l’azione si sviluppa in ampiezza.
Lateralità
Cioffi sfrutta molto l’ampiezza del suo 3-5-2 di partenza. Il giocatore che viene più cercato in fascia è il quinto di destra Molina: le sue velocità e capacità di conduzione, nonché l’abilità nell’uno contro uno, fanno sì che sia il giocatore più cercato per arrivare al cross e al traversone. L’Udinese arriva a servirlo sia con triangoli, per esempio con Deulofeu che si abbassa o con la mezz’ala destra tecnica che gioca con lui nello stretto (Pereyra o Arslan), sia con dei cambi di gioco, solitamente del mediano Walace o dal centrale di difesa Pablo Marí.
Il quinto di sinistra è molto importante in quanto rappresenta il destinatario del pallone sul lato debole verso il quale il cross può essere diretto. Quando l’azione si sviluppa invece a sinistra, Udogie in particolare ama venire dentro palla al piede e col supporto del solito Deulofeu scambia per poi buttarsi rapidamente in area portando via l’uomo e di fatto apparecchiando al catalano un tiro libero dal limite.
Rifinitura
Come già si poteva intuire da quanto scritto prima, il giocatore che più è bravo nello smarcamento tra le prime due linee di difesa avversarie è Deulofeu. Partendo da una posizione vicina al centrale di difesa con dei contro-movimenti lungo-corto viene sempre a ricevere molti metri di fronte ai difensori avversari.

Notiamo in foto come le due linee difensive del Milan siano state allungate dalla profondità attaccata da Beto e Deulofeu. Quest’ultimo però si staccherà sapientemente nella zona di mezzo lasciata dal Milan e detterà il passaggio a Molina in possesso sulla destra.
Quando invece le linee di passaggio centrali sono chiuse o i centrocampisti non lasciano mezzi spazi alle spalle, ecco che Deulofeu si defila sul centro-sinistra tra terzino e centrocampista avversario mettendosi in ogni caso in condizione di puntare il suo diretto avversario.
Quando non si riesce ad arrivare a Deulofeu, è la punta Beto che si mette spalle alla porta tenendo col fisico il difensore dietro e come primo pensiero cerca lo scarico a destra per Molina o in alternativa per Deulofeu quando questo riesce a trovarsi in verticale o diagonale rispetto a lui.
Finalizzazione
Il modo principale con cui l’Udinese tenta di superare l’ultima linea di difesa avversaria per andare in gol è il cross da destra oppure il traversone che passa davanti alla linea di difesa. Di norma, il piede da cui partono queste traiettorie è quello di Molina, ma anche di Arslan o Deulofeu. Il destinatario principale del cross è Beto, abile nel gioco aereo; il traversone, oltre a Beto, ricerca invece anche il quinto opposto che attacca il lato debole.
Non sono poche, tuttavia, le occasioni in cui l’Udinese decide di arrivare in porta direttamente col dribbling o col tiro da fuori, generalmente con Deulofeu quando riceve da buona posizione in rifinitura e si mette in proprio con un uno contro uno oppure con un tiro diretto dal limite quando la squadra magari lo libera portando via uomini avversari.
Raro, ma non per questo meno efficace, è invece l’attacco diretto, con Pablo Marí che dalla difesa supera due linee di pressione con un lancio preciso a cercare Molina che taglia dentro alle spalle del terzino avversario.
FASE DI NON POSSESSO
Prima azione difensiva
Cioffi non richiede un pressing aggressivo ai suoi quando gli avversari iniziano la prima costruzione. La sua, infatti, è una prima pressione bassa. È la mezz’ala Makengo che ha il compito di alzarsi sulla linea dei due attaccanti ma non per attaccare direttamente il suo avversario, lo fa per rimanere nella zona del centrocampista avversario che si abbassa. Lo scopo è impedire uno scarico in verticale bloccando quindi le linee interne e indirizzare lo scarico verso l’esterno.
L’obiettivo è recuperare il pallone sulla propria trequarti, preferibilmente in fascia. Non è un caso, infatti, che il possesso palla a fine partita vada spesso a favore della squadra avversaria, che sia questa una squadra di alta classifica o una diretta concorrente per gli obiettivi stagionali.
Gioco difensivo a centrocampo
I centrocampisti dell’Udinese non prendono a uomo i loro avversari, il mediano e le due mezz’ali difendono in linea, spesso vicini ai 5 di difesa e hanno il compito di coprire gli spazi dove i trequartisti o gli uomini offensivi avversari possono venire a ricevere il pallone in fase di rifinitura.
Spesso, infatti, il trequartista avversario è libero di dettare il passaggio ma prima che il pallone gli arrivi la linea di passaggio viene chiusa dai centrocampisti. Questi ultimi sono in frequente comunicazione con i difensori che accorciano o scappano a seconda dei movimenti degli attaccanti avversari.
Lateralità
L’obiettivo della fase difensiva di Cioffi è sin dall’inizio indirizzare l’avversario sulle fasce dove l’Udinese crea densità e superiorità. Una volta che il terzino avversario riceve palla ecco che il quinto esce subito e gli va in contro: a supporto vengono la mezz’ala sinistra, la seconda punta e soprattutto il braccetto laterale della difesa a tre che in seconda battuta è quello che cerca di recuperare il pallone andando forte sull’avversario girato di spalle. Lo scopo è quello di far forzare all’avversario la giocata nello stretto o altrimenti costringerlo a tornare indietro a rempostare uno sterile possesso.
Linea difensiva
La linea di difesa a 5 dell’Udinese non è alta, anzi, è facile trovarla al massimo sulla propria trequarti bassa. I 5 di difesa non sono quasi mai in linea, ma scaglionati, creando almeno una linea di copertura in più. Cioffi, quindi, non ha come prima idea quella di mandare in fuorigioco gli avversari quanto invece quella di non permettere all’attaccante avversario di girarsi e mettersi in condizione di puntare o tirare dalla trequarti centrale in su.
I difensori devono perciò essere bravi a turno a uscire per cercare l’anticipo quando l’avversario è ancora spalle alla porta. In questo modo, non tenendo una linea di difesa piatta, laddove il primo tentativo di anticipo viene meno, il difensore sulla seconda linea è pronto ad intervenire.

Notiamo subito in foto l’estrema mobilità della difesa a 5 di Cioffi. Abbiamo due linee di copertura: la prima costituita da Molina e Pablo Marí. Pochi istanti prima vi era anche Rodrigo Becão, che però è avanzato sulla seconda linea di copertura composta ora da lui, Perez e Zeegelaar. Becão è infatti uscito forte su Leão impedendogli di girarsi e puntare. Pablo Marí legge con lo sguardo la posizione di Brahim Diaz e, proiettato col corpo in avanti, lo anticiperà subito dopo quando la palla supera la seconda linea di copertura.
Il pericolo che tuttavia può nascere da questa soluzione viene a crearsi quando gli avversari liberano un giocatore su un mezzo spazio della trequarti tra la fascia e il centro, magari con un terzino che entra dentro il campo o con un centrocampista che si stacca e si defila: a quel punto la linea scaglionata concede la profondità sul lato debole ed eventuali cross o traversoni potrebbero causare più di un problema.
TRANSIZIONI
Transizioni offensive
L’Udinese di Cioffi si sta dimostrando di settimana in settimana la squadra più pericolosa in contropiede. L’atletismo e la gamba dei giocatori dell’Udinese (vedi Beto, Molina, Success, Makengo, Udogie) permettono di ribaltare il fronte in breve tempo. La zona di campo dove l’Udinese recupera più palloni è nella propria trequarti. A quel punto la prima idea è una palla verticale per Deulofeu che ha il compito di condurre il ribaltamento di fronte e servire poi in zona gol i compagni che entrano con grande velocità. Se invece la linea per Deulofeu è bloccata, si cerca direttamente Beto in profondità che quando ha spazio da attaccare se lo sa prendere tutto e in progressione va direttamente in porta. Quasi mai, dopo il recupero palla l’Udinese consolida il possesso.
Transizioni difensive
L’Udinese, giocando spesso di rimessa, quando perde il possesso lo fa quasi sempre in zona offensiva e a quel punto fa scattare la ri-aggressione sul portatore, creando densità in zona palla e ricorrendo talvolta al fallo qualora dopo qualche secondo non si sia recuperato il possesso.
ANALISI SWOT
Punti di forza
- Grande atletismo, forza fisica e dinamicità, caratteristica principale dell’Udinese di Cioffi. Esempi ne sono Makengo, Beto, Success, Udogie, Becao, Perez e non solo.
- Deulofeu, leader tecnico e faro della squadra. Ogni giocata offensiva passa dai suoi piedi. In una squadra molto fisica, lui rappresenta il genio e l’inventiva.
- Palle inattive: la squadra di Cioffi è molto pericolosa non solo da calcio d’angolo ma anche da rimessa laterale, dalla quale la lunga gittata di Pablo Marí molte volte crea scompiglio in area di rigore.
- Transizioni offensive: l’Udinese ribalta il fronte con estrema facilità, decisive la conduzione di Deulofeu, la progressione di Beto e la velocità di Molina.
- Grande pericolosità proveniente dai cross e dai traversoni, con Molina spesso liberato sulla destra, e grande tempismo di inserimento sul lato debole (Udogie). Grande abilità anche nel gioco aereo con Beto e Success.
Punti di debolezza
- Prevedibilità in fase di prima costruzione, quasi sempre diretta. Non eccelsa la capacità di impostazione da dietro del portiere e dei centrali di difesa, eccezion fatta per Pablo Marí che però sfrutta prevalentemente il suo buon mancino per andare subito in verticale o scavalcare il centrocampo per raggiungere direttamente la punta.
- Aggressività al limite, i costanti tentativi di anticipo o di ri-aggressione portano a volte al cartellino, condizionando la partita di un difensore o di un centrocampista, soprattutto se ammoniti nelle prime battute di gioco.
- Profondità spesso concessa sul lato debole. Se salta la scalata o viene superata una delle due linee di copertura, il lato debole può essere attaccato trovando spesso uno dei due braccetti della difesa a 3 con una cattiva postura e permettendo così all’attaccante che si inserisce di vincere il duello o anche un eventuale contrasto.
- Per sostenere questo sistema, i calciatori devono essere al massimo della forma per poter coprire il campo in ampiezza e arrivare prima sulle seconde palle. Se la squadra si sfilaccia è facilmente vulnerabile e non ancora a suo agio nel sostenere l’uomo a uomo.