Introduzione
In questa stagione Walter Zenga è arrivato sulla panchina del Crotone l’8/12/2017 esordendo il 10/12/2017 con una sconfitta per 2 a 1 in trasferta contro il Sassuolo. Dopo le prime 26 giornate il Crotone occupa la diciassettesima posizione con 21 punti (uno in più della Spal due in più del Verona e undici in più del Benevento), una media punti di 0,81 e una differenza reti di -24. Nelle 11 partite con Zenga sulla panchina il Crotone ha tenuto una media punti di 0,82 punti con 2 vittorie con Chievo ed Hellas Verona (la prima in casa e la seconda in trasferta), 3 pareggi con Cagliari e Atalanta in casa e con l’Inter a San Siro e 6 sconfitte con Sassuolo, Lazio, Napoli, Milan, Benevento e Spal (di queste 6 sconfitte 2 sono avvenute in casa e 4 in trasferta). In queste 11 partite Zenga ha scelto come sistema di gioco di base il 4-3-3 per 8 volte e il 4-4-2 per 3 volte.
Possiamo quindi affermare che il sistema di gioco che l’allenatore ritiene più adatto per la sua squadra sia il 4-3-3: in porta la squadra schiera Cordaz (che è anche il capitano della squadra); la linea difensiva a 4 con Sampirisi terzino destro (giocatore completo capace di grande corsa per tutta la fascia e che si propone spesso per dare ampiezza in attacco), i centrali sono Ceccherini e Capuano (entrambi bravi nel gioco aereo) e il terzino sinistro è Martella (che partecipa meno al possesso rispetto a Sampirisi); il mediano centrale è Mandragora (giocatore molto intelligente tatticamente, che diventa fondamentale nelle chiusure difensive) e gli interni di centrocampo sono Barberis (giocatore dotato di un ottimo piede destro che diventa fondamentale sui calci da fermo) e Benali (giocatore molto mobile che va ad attaccare gli spazi liberi in fase offensiva); il tridente d’attacco vede Trotta punta centrale (giocatore sul quale la squadra si appoggia per poter salire e guadagnare campo) a destra Ricci (mancino che gioca a destra) e a sinistra Stoian (destro che gioca a sinistra); le alternative più utilizzate sono Faraoni come terzino e Budimir e Nalini in attacco.
In fase di non possesso il sistema di Zenga diventa un 4-1-4/1 con la linea a 4 Sampirisi, Ceccherini, Capuano e Martella; Mandragora che va ad occupare la zona di rifinitura tra difesa e centrocampo; una linea a 4 di centrocampisti formata centralmente da Barberis e Benali e sugli esterni da Ricci e Stoian che dimostrano grande disponibilità al sacrificio; Trotta rimane in attacco cercando di farsi trovare smarcato preventivamente per permettere alla squadra di appoggiarsi su di lui per le ripartenze.
In fase offensiva la squadra diventa un 3/4-3 con i due centrali e mandragora che rimangono preventivamente pronti al cambio di fase (se Mandragora partecipa all’attacco rimane più basso Martella con Benali che si allarga a sinistra) poi la linea a 4 formata da Sampirisi, Barberis, Benali e Martella (o come detto Sampirisi, Barberis, Mandragora e Benali) e l’attacco a tre Trotta, Stoian e Ricci che rimane più ampio o più stretto in base ai movimenti di Stoian e Ricci.
Fase di possesso
Per quanto riguarda la fase di possesso ci sono alcune costanti tattiche proposte dalla squadra di Zenga che vanno evidenziate. Innanzitutto per quello che riguarda la sotto-fase di costruzione; bisogna dire che il Crotone preferisce lanciare lungo con il portiere cercando la sponda di Trotta per uno dei due attaccanti esterni oppure per uno dei due interni di centrocampo che attaccano lo spazio (Benali è particolarmente abile ad attaccare le seconde palle). Quando invece la squadra di Zenga decide di salire in palleggio, la palla scorre soprattutto tra i quattro giocatori della linea difensiva (con Mandragora meno presente nel palleggio di quanto ci si potrebbe aspettare) in questo modo si porta la palla da sinistra a destra e viceversa fino a che uno dei due terzini non trova un compagno da servire in verticale per dar vita alle catene esterne che sono fondamentali nel gioco di Zenga.
Per quanto riguarda lo sviluppo messo in campo dal Crotone, questo ha in Stoian un giocatore fondamentale, infatti se a destra la squadra di Zenga sviluppa il gioco sempre tramite le corsie esterne, a sinistra il possesso del pallone (che comunque non è mai troppo prolungato) è molto influenzato dalle continue rotazioni tra Benali e Stoian che muovendosi molto offrono sempre una possibilità di gioco al compagno di squadra in possesso della palla e danno un minimo di fluidità e imprevedibilità alla manovra di Zenga; in questo modo l’ala sinistra del Crotone riesce a entrare costantemente in zona di rifinitura e qui risulta fondamentale per il palleggio del Crotone perché può sia cercare di servire una palla verticale a Trotta (che poi lavorerà spalle alla porta per premiare l’inserimento dei compagni), oppure lavorare in rifinitura per andare a liberare Ricci che attacca lo spazio sulla destra.
L’elemento però più caratteristico della fase di possesso del Crotone è dato dalle catene esterne, a destra il gioco va avanti con triangolazioni molto veloci e verticali tra Sampirisi e Ricci (che poi potrà andare ad accentrarsi per andare a calciare, oppure cercherà il fondo del campo per servire Trotta o l’incursione di uno tra Stoian e Benali). A sinistra invece l’ampiezza è data da Stoian o da Benali (quando il compagno si accentra come abbiamo visto durante lo sotto-fase di sviluppo) con Martella che rimane un po’ più arretrato in modo da fornire un valido sostegno per il compagno se viene chiuso dalla difesa avversaria.
Fase di non possesso
Per quanto riguarda la fase di non possesso, la squadra di Zenga ha un atteggiamento abbastanza passivo. Infatti quando il portiere avversario ha la palla la squadra si alza per cercare di intercettare un lancio non preciso da parte del portiere, ma quando gli avversari cominciano il palleggio il Crotone si posiziona con tutti i suoi giocatori sotto la linea della palla, in modo da non permettere agli avversari di palleggiare facilmente e soprattutto impedendo così che si trovino spazi aperti in cui prendere velocità; in questo modo il portatore di palla avversario si trova spesso costretto a lanciare la palla nella metà campo del Crotone quando questo si è posizionato nella sua metà campo e quindi l’attacco avversario perde subito efficacia.
Questo atteggiamento inoltre permette alla squadra di Zenga di fare una grande densità difensiva nella propria metà campo trovandosi così ad essere in superiorità numerica in zona palla. In questa struttura è fondamentale il lavoro di Mandragora che si muove costantemente tra le linee di difesa e centrocampo riuscendo così a chiudere la zona di rifinitura e gli spazi per gli inserimenti agli avversari.
Per quanto riguarda la difesa sulle corsie esterne, questa si caratterizza per il grande lavoro senza palla degli attaccanti esterni che vanno costantemente a raddoppiare l’esterno avversario in modo da non permettergli di entrare in zona di rifinitura e da murarlo facilmente quando arriva sul fondo. Il lavoro difensivo sugli esterni risulta ottimo anche per quanto riguarda i flottaggi difensivi degli esterni, infatti la linea difensiva è brava a muoversi coesa da un lato all’altro in modo da far fronte ai possibili cambi di gioco degli avversari.
Transizioni
Per quanto riguarda le transizioni, la squadra di Zenga mostra una buona aggressività nelle transizioni negative, qui infatti il giocatore che ha perso palla e il compagno più vicino cercano subito la riconquista (anche facendo uso di falli tattici se non ci si trova troppo vicini alla propria trequarti campo), questa aggressività è ancora più facile quando la palla viene persa nella propria metà perché li il Crotone si trova sempre ad avere una grande densità di uomini. Per quanto riguarda le transizioni positive, una volta recuperata la palla la squadra di Zenga cerca rapidamente (subito o dopo uno scarico) l’appoggio verticale sulla punta (Trotta) che deve farsi trovare smarcato e proteggere palla dando così ai compagni il tempo di arrivare in corsa nella metà campo avversaria (questo sistema tuttavia perde di efficacia quando Trotta rimane troppo lontano dal resto della squadra in quanto non riesce poi a dare ai compagni il tempo di aggredire lo spazio).
Conclusioni
Il Crotone è quindi una squadra poco propensa al palleggio prolungato, ma che cerca di dare meno spazi possibili agli avversari nella sua metà campo per poi sfruttare le triangolazioni sulle corsie esterne (a destra tra Sampirisi e Ricci; a sinistra tra Benali e Stoian) per arrivare rapidamente nella metà campo avversaria e attaccare il fondo per il cross oppure la zona di rifinitura con Ricci e soprattutto con Stoian che giocando sulle fasce a piedi invertiti possono facilmente venire dentro al campo. In fase difensiva il blocco è tendenzialmente basso in modo da fare tanta densità difensiva per portare gli avversari a commettere molti errori negli ultimi 25 metri; così facendo però si espone al rischio di conclusioni da fuori (se la squadra avversaria ha ottimi tiratori) con il portiere che si trova ad avere una visibilità difficoltosa della palla quando parte. Inoltre essendo il blocco difensivo basso spesso la squadra si trova troppo lontana dalla punta per riuscire ad essere efficace nelle ripartenze. Il Crotone da sicuramente il meglio del suo gioco sulle corsie esterne e grazie al movimento di Stoian che non da riferimento ai difensori avversari e permette alla squadra di Zenga di avere almeno un giocatore capace di farsi trovare spesso come appoggio dai compagni.