Quest’anno tra le sorprese d’Europa, non si può non considerare il Feyenoord allenato da Giovanni van Bronckhorst, un olandese di nascita, ma cresciuto calcisticamente tra il regno di Albione e la Catalunya.
Giovanni van Bronckhorst, inizia come giocatore proprio nel Feyenoord, le tappe più significative della sua carriera sono tre : i Glasgow Rangers, l’Arsenal degli invincibili (una delle poche squadre a vincere un campionato senza mai perdere) e il Barcellona, dove vinse una coppa campioni. Non possiamo non accennare alla sua storia per capirne il credo tattico. Il suo calcio si contraddistingue per l’intensità e la continua ricerca della verticalizzazione immediata più vicine alla cultura anglosassone, ma coniugati ad una fase difensiva fondata sui concetti di riduzione degli spazi, di zona e pressing tipici del calcio totale olandese e della scuola del Barcellona.
L’annata straordinaria è testimoniata dai numeri ottenuti in campionato: dopo 32 partite il Feyenoord si trova saldamente al comando della classifica, con il miglior attacco a quota 83 reti (secondo l’Ajax a 72 centri) e la miglior difesa insieme al Psv con 21 gol subiti. Questo ha portato il Feyenoord ad essere vicino ad un traguardo storico: la vittoria della lega dopo 18 anni di astinenza.
Per effettuare la seguente analisi sono stati esaminati i dati statistici inerenti alla stagione di eredivise (fonte wyscout) e alcune partite che il Feyenoord ha disputato quest’anno, in particolare contro Utrecht, Psv, Ajax Vitesse e Manchester United, in modo da poter studiare come si è comportata la squadra al cospetto di avversari di diversa tipologia e caratura tecnica, e i relativi pregi e difetti evidenziati nelle varie situazioni.
Il Feyenoord scende in campo solitamente (91% degli incontri disputati) con un sistema di gioco basato su un 1-4-2-3-1 molto dinamico alternandolo ad un 1-4-3-3 più accorto.
La formazione può contare su un portiere di esperienza come Jones, la coppia di centrali Botteghin e Van der Heijden dotati di buona tecnica e capacità di impostare l’azione. I terzini titolari sono Kongolo a sinistra, che ricopre maggiormente compiti difensivi, mentre a destra Karsdorp, si è contraddistinto oltre che per capacità fisiche e di tattica individuale in fase difensiva, anche per un ottimo apporto anche alla fase offensiva ( 8 assist decisivi in stagione). La peculiarità è che tutti i giocatori usati da Giovanni come terzini sono nati calcisticamente in ruoli diversi.
A centrocampo la coppia più usata è quella composta dal duo El Ahmadi, giocatore chiave in quanto da equilibrio alla squadra grazie ad ottime capacità di posizionamento e di interdizione e Vilhena, giocatore più tecnico del compagno di reparto e più propenso ad accompagnare la fase offensiva.
Nei tre dietro la punta si alternano giocatori molto dinamici e rapidi, che fanno della bravura nel saltare l’uomo la caratteristica principale; a rotazione si alternano Toornstra, l’esperto Kuijt, Elia, Berghuis. Le due ali vengono sempre schierate a piede invertito in modo che abbiamo sia la possibilità di crossare, che di accentrarsi e tirare in porta.
Il giocatore rivelazione della squadra però è la punta centrale Jørgensen che con i suoi 21 gol e 13 assist vincenti è primo in tutte e due le classifiche d’Olanda e ha dimostrato di essere un giocatore sia capace di segnare che di essere un punto di riferimento per i compagni nella fase offensiva.
Fase di possesso
La fase di costruzione è affidata ai due centrali di difesa che sono i veri registi della squadra, i quali vengono aiutati in questa fase da uno dei due terzini che rimane basso e uno dei mediani (solitamente El Ahmadi), che offrono degli scarichi semplici in caso di difficoltà.
E’ molto importante in questa fase il lavoro dei due mediani che eseguono correttamente un ampio movimento a compasso in modo da tenere il centrocampo non in linea ed evitare quindi alla squadra di giocare palloni orizzontali rischiosi e di creare superiorità numerica in fase di rifinitura.
La costruzione nella maggior parte dei casi ha 3 sviluppi a seconda della situazioni che si vengono a creare:
- La prima idea dei centrali è la verticalizzazione immediata direttamente nella zona di rifinitura, che viene occupata da 4 giocatori che formano due coppie molto strette una sul centro destra (ala e mediano) e una sul centro sinistra (trequartista e ala), per creare un vantaggio in zona palla anche con l’aiuto della punta. Questo tipo di azione viene effettuata maggiormente sul centrodestra dove la coppia Toornstra e Berghuis risulta più brava nel palleggio e nel passaggio filtrante.
2. Se c’è densità in zona centrale, si cerca lo scarico sul terzino rimasto basso che sfrutta la combinazione immediata con l’ala della fascia di competenza.
3. Se nessuna delle due soluzioni è applicabile si ricorre all’attacco diretto servendo il movimento in profondità della punta centrale o del trequartista.
La fase di finalizzazione è affidata principalmente alle due ali che sfruttano le loro doti di 1vs1 per creare disequilibri nella retroguardia avversaria. Le due ali, giocando con il piede invertito, possono sia puntare l’uomo per convergere verso il centro e tirare in porta o cercare l’uno-due con il trequartista o la punta che viene incontro, o crossare in area.
Il Feyenoord si contraddistingue per attaccare l’area avversaria sempre con molti uomini (solitamente 4) in modo da occupare al meglio gli spazi.
Fase di non possesso
Il vero segreto del Feyenoord di van Bronckhorst è la fase di non possesso, la squadra si posiziona con un 1-4-2-3-1, che evidenzia un ottimo scaglionamento dei reparti di difesa e centrocampo, che favorisce l’applicazione di una difesa a zona caratterizzato da un pressing in zona palla da parte dei centrocampisti e una marcatura sull’uomo di zona da parte dei difensori. Questo tipo di atteggiamento e un’ottima coordinazione tra i movimenti dei reparti permette alla squadra di essere sempre stretta e corta.
La prima fase è lasciata ad una pressione da parte della punta e del trequartista sui difensori centrali mentre le ali coprono la giocata sui terzini, in modo da indirizzare gli avversari a giocare palla lunga o per vie centrali.
Superata la prima linea di pressione, abbiamo due atteggiamenti diversi della squadra:
Se la palla arriva coperta c’è l’immediata aggressione da parte di uno dei due mediani, solitamente El Ahmadi, se arriva in zona centrale mentre a salire in pressione in zona laterale è l’ala di riferiemnto. In entrambi casi c’è sempre il raddoppio del giocatore più vicino alla zona palla mentre l’altro mediano rimane in copertura. La linea difensiva sale rapidamente in modo da mantenere corta la distanza tra i reparti e stringere il campo.
Se la palla è scoperta il corretto scaglionamento dei reparti permette ad uno dei due centrocampisti di uscire in marcatura mentre rimangono in copertura l’altro mediano e uno dei centrali di difesa. I centrali adottano un atteggiamento di marcatura a uomo nella zona, andando anche ad attaccare con aggressività sulla linea del mediano in copertura. I terzini rimangono in marcatura sull’uomo della zona di competenza, tenendo molto stretta la linea, agevolando, nel caso in cui un centrale spezzi la linea per uscire sull’uomo, un meccanismo di scalata delle posizioni da parte dell’altro centrale, del terzino e dell’ala sul lato debole.
Il Feyenoord , nonostante sia una squadra che tende ad essere molto stretta, mostra degli ottimi automatismi nello scivolamento, grazie al lavoro dell’ala sul lato debole che copre l’ampiezza del campo andando immediatamente in marcatura sull’esterno per temporeggiare nel caso di cambio di gioco.
Fase di transizione
Il Feyenoord si dimostra molto abile nelle fasi di transizione in particolare in quella negativa.
Nella fase di transizione positiva, come visto in precedenza, il recupero palla avviene spesso nella zona centrale della propria metà campo, la squadra tende alla verticalizzazione immediata o per la punta che attacca la profondità o per il movimento verso gli esterni del trequartista o dell’ala sul lato debole che viene agevolata da uno smarcamento preventivo.
In fase di transizione negativa la squadra risulta molto aggressiva portando immediatamente una pressione in zona palla con l’uomo più vicino per indurre all’errore l’avversario ed aumentare la possibilità della riconquista palla che è agevolata dalle coperture preventive messe in atto in particolare da uno dei mediani o dai difensori centrali che permettono alla squadra di trovarsi raramente in situazioni di disequilibrio sulla ripartenza avversaria.
Punti di forza:
- Alta intensità e verticalizzazioni continue durante la partita
- Alta attenzione in fase difensiva
- Movimenti coordinati tra i reparti e tra gli uomini dei reparti stessi, rendono la squadra sempre corta e stretta
- Bravura dei suoi interpreti nell’ 1vs1 sugli esterni, mettendo in difficoltà le squadre che hanno difese lente nel raddoppio in quelle zone di campo
Punti di debolezza:
- Soffrono le squadre brave nel palleggio, in quanto lasciano molto campo nella fase di costruzione avversaria
- La linea difensiva raramente manda gli avversari in fuorigioco
- La coppia centrale è composta da giocatori molto simili, entrambi molto lenti, e data la loro propensione ad andare in marcatura in maniera aggressiva sull’uomo in zona, soffrono molto i giocatori più agili e veloci
- Pecca nella gestione del ritmo della gara in quanto non ha giocatori che possono abbassare e alzare il ritmo a loro piacimento, costringendo la squadra a tenere un’intensità alta per tutto il match