Dopo aver fallito per due anni di seguito il passaggio in Primera Division perdendo ai play-off (2014-2015 e 2015-2016), ecco che nella passata stagione (2016-2017) il Girona FC (team satellite del Manchester City) riesce nell’impresa della promozione in Liga per la prima volta nella sua storia. Nella stagione 2017-2018 l’obiettivo principale è quello di restare nella massima serie centrando la salvezza il prima possibile.
SISTEMA DI BASE
Il Girona FC di Pablo Machin (allenatore dalla stagione 2014-2015) si presenta con lo schieramento di base 1-3-4-3 molto ordinato tatticamente, amalgamato e affiatato grazie al lavoro svolto da questo giovane allenatore nelle passate stagioni. Tra i pali troviamo Bono, la linea dei tre difensori è composta da Juanpe centro destra, Bernardo Espinosa centrale e Muniera centro sinistra, tutti e tre molto forti fisicamente e abili nel gioco aereo. Il centrocampo si presenta con il giovane Maffeo (classe ‘97 in prestito dal Manchester City) sulla corsia laterale destra, al centro ci sono il capitano Granell ottimo nei suoi inserimenti senza palla e Pons giocatore dotato di una buona visione di gioco, a completare il reparto sulla corsia laterale sinistra c’è Aday Benitez giocatore ambidestro con abilità di corsa non indifferente. La linea dei tre attaccanti è composta da Portu come attaccante esterno destro talentuoso e molto abile nel 1vs1, Stuani il capocannoniere della squadra con 14 goal all’attivo come attaccante centrale e Borja Garcia giocatore imprevedibile come attaccante esterno sinistro.
FASE DI POSSESSO
La squadra catalana in fase di possesso si schiera con un 1-3-1-4-2. I due centrocampisti esterni, a destra Maffeo e a sinistra Aday Benitez, rimangono larghi e alti sulla linea laterale per dare ampiezza al gioco; uno dei due centrocampisti centrali si abbassa, mentre l’altro si alza andando a formare una linea a quattro con uno degli attaccanti esterni che si abbassa in base al movimento della palla.
L’azione parte spesso da dietro con i tre difensori centrali che fanno girare la palla grazie anche all’aiuto del mediano che viene incontro andando a formare un “rombo” per avere più scelte di giocate, questo giro palla è finalizzato a far muovere gli avversari ed attirarli alla pressione per poi cercare il cambio gioco da lato forte a lato debole sull’esterno di centrocampo che rimane largo per dare ampiezza.
Si varia questo tipo di giocata sempre con un giro palla tra i tre difensori centrali che cercano di non buttare mai via la sfera trovando gli attaccanti esterni, che con un movimento ad entrare nel campo vanno incontro a ricevere palla, creando così spazio e tempi di gioco sulle corsie laterali per l’inserimento dei centrocampisti esterni che possono cercare il cross/traversone per l’attaccante centrale in area di rigore.
Se la squadra invece si trova in difficoltà e non riesce nell’intento di far girare il pallone, ecco che i difensori con dei lanci lunghi cercano la giocata su uno dei tre attaccanti per saltare il pressing ultra-offensivo avversario ed andare a giocare sulle seconde palle in modo tale d’alzare il baricentro.
Altra situazione che caratterizza la squadra di Machin, e che il tecnico sta facendo entrare nella testa dei propri giocatori, riguarda l’occupazione degli spazi con ripartenze veloci: smarcamenti preventivi e triangolazioni da parte di tutti i calciatori a sua disposizione. Lo si può notare nell’azione del secondo goal, prima che Maffeo recuperi il possesso palla Portu, smarcandosi preventivamente, si stacca dalla linea difensiva avversaria e va ad occupare la zona esterna del campo ricevendo palla dal compagno e temporeggiando per aspettare il movimento nello spazio del centrocampista centrale Pons, che dopo aver chiuso una triangolazione con lo stesso Portu, si “butta” ancora una volta nello spazio davanti a lui per fornire l’assist vincente a Stauni.
FASE DI NON POSSESSO
Essendo molto ordinati, bravi tatticamente e intelligenti nel saper leggere la partita i giocatori del Girona, grazie al proprio allenatore, utilizzano due tipi di schieramento, adottando sempre la mentalità di rimanere corti. Con il primo vanno a posizionarsi con un 1-5-2-3 dove i due centrocampisti esterni si abbassano sulla linea dei tre difensori, i due centrocampisti centrali mantengono la loro posizione davanti alla difesa restando bassi per non concedere spazio nella zona di trequarti, lasciando più libertà dai compiti difensivi ai tre attaccanti, così facendo una volta recuperato il possesso possono verticalizzare velocemente per la rapidità di essi.
In fase di non possesso la pressione inizia con gli attaccanti che aiutano i propri compagni ad andare ad attaccare alti nella metà campo avversaria in modo tale da costringere gli avversari a dei rilanci lunghi o indurli all’errore.
Con il secondo modulo i giocatori prendono posizione in un 1-5-4-1 dove i due centrocampisti esterni si abbassano sempre sulla linea dei tre difensori andando a formare una linea a 5, mentre i due attaccanti non restano più in posizione avanzata ma si allineano ai due centrocampisti centrali che rimangono scaglionati per andare a coprire la zona di rifinitura, lasciando l’unica punta in avanti per sfruttare le sue doti fisiche.
Se invece gli avversari riescono a saltare la prima linea di pressione o il Girona è schiacciata tutta nella propria metà campo ecco che si cerca di indirizzare la giocata degli avversari sulle corsie laterali per poi fare densità in zona palla ed attaccarli per recuperare il possesso.
TRANSIZIONE POSITIVA
Quando la squadra non è in possesso della palla nella propria metà campo fa molta densità in zona difensiva al limite dell’area di rigore per cercare il recupero di essa, e sorprendere gli avversari con contropiedi e verticalizzazioni veloci.
Se, invece, la transizione avviene nei pressi della metà campo o nella metà campo avversaria, si cerca d’andare a concludere a rete nel minor tempo possibili con l’occupazione degli spazi da parte di tutti i giocatori, che in quel momento si trovano oltre la metà campo.
TRANSIZIONE NEGATIVA
Nel momento in cui la squadra catalana perde il possesso della palla cerca subito d’andare ad aggredire i propri avversari, non dando modo ad essi di ragionare e quindi indurli all’errore, questa situazione avviene soprattutto nella metà campo avversaria.