Giunti alla 13^ giornata di campionato il CAGLIARI occupa il tredicesimo posto in classifica – condiviso con il GENOA – con 15 punti frutto di 3 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte. Dei 15 punti fatti 10 sono stati acquisiti in casa e 5 fuori casa (0-1 a Bergamo con l’Atalanta, 1-1 a Firenze con la Fiorentina e 2-2 a Ferrara con la Spal). Grazie ai punti conquistati il Cagliari attualmente ha un margine di 4 punti sul Bologna che occupa la terz’ultima posizione e di 8 sul Frosinone, penultimo.
I gol realizzati sono 12 con una media di 0,92 gol a partita mentre le reti subite sono 16 con una media di 1,23 a partita.
Il giocatore più prolifico della squadra è PAVOLETTI con 6 centri seguito da JOAO PEDRO con 3, il quale sta beneficiando dell’avanzamento di posizione che quest’anno gli ha concesso il suo allenatore. Insieme i due attaccanti hanno realizzato ben il 50% dei gol totali segnati dal Cagliari mentre salta all’occhio il dato dei gol realizzati da PAVOLETTI di testa; ben 5 su 6 (di cui 3 su azione di calcio d’angolo). Da agosto 2015 ad oggi l’attaccante del CAGLIARI ha realizzato ben 19 gol di testa risultando in questo genere di gol il miglior realizzatore di tutti i campionati Europei.
La squadra di Rolando MARAN nella odierna stagione sta utilizzando come sistema base di gioco il 4 3 1 2 (definito anche come un 4 rombo 2) schierandosi in campo quasi sempre con gli stessi giocatori, di fatto cambiando pochissime volte, se non per esigenze forzate, gli interpreti del gioco.
Sempre presente CRAGNO tra i pali (1170 minuti giocati), difesa a quattro composta da destra a sinistra da SRNA, dotato di un ottimo piede destro, CEPPITELLI, ROMAGNA e PADOIN (dotato di gran corsa sfruttata soprattutto in fase offensiva) / LYKOGIANNI (diligente tatticamente ma al tempo stesso timido negli inserimenti senza palla); a centrocampo, a formare un triangolo, CIGARINI (più regista) o BRADAVIC (più incontrista) come vertice basso ed i due interni JONITA, giocatore di sostanza e quantità a destra e BARELLA, vera rivelazione di questo avvio di campionato grazie anche alla sua corsa e tecnica, a sinistra. CASTRO tra le linee alle spalle dei due attaccanti, per l’appunto, PAVOLETTI, classico attaccante d’area di rigore, e JOAO PEDRO che quasi sempre ha agito da seconda punta di movimento.
Il sistema di gioco del Cagliari prevede una occupazione del campo ben concentrata con una squadra corta nonostante le quattro linee di reparto, addirittura in soli 39,00 metri fino nella partita del 10 novembre 2018 contro la Spal (addirittura 37,00 metri contro il Bologna).
La distanza tra PAVOLETTI, quasi sempre l’uomo che da profondità alla squadra, e la coppia dei due centrali difensivi CEPPITELLI e ROMAGNA, viene mantenuta per l’intero match a prescindere dal risultato.
Di contro la squadra di MARAN, per sviluppare il suo gioco, sfrutta la massima ampiezza del campo con i due terzini SRNA e PADOIN o LYKOGIANNI (anche se meno propositivo rispetto a PADOIN in fase offensiva) sistemati quasi sulle linee laterali per andare di contro a stringere solo in fase di non possesso.
Si è notato, inoltre, che la squadra cerca di occupare il campo tenendo un baricentro molto alto che rappresenta, per molti versi, soprattutto quando vi è stata la possibilità per gli attaccanti avversari di aprirsi in ampiezza, pericoli immediati nelle ripartenze di quest’ultimi e, quindi, grossissime difficoltà per il CAGLIARI in quanto molto spesso i suoi due terzini faticano, trovandosi in ritardo rispetto all’azione, nel risistemarsi per la fase difensiva.
- In possesso palla
In fase offensiva balza subito in evidenza che alla manovra offensiva del CAGLIARI partecipano praticamente sempre 7 giocatori sui 10 totali di movimento coinvolgendo molto spesso ed anche contemporaneamente entrambe i laterali difensivi che sfruttano la massima ampiezza del campo. Il sistema di gioco in fase possesso prevede un concentramento di giocatori nella zona centrale alta del campo con i due difensori centrali CEPPITELLI e ROMAGNA che cercano di salire il più possibile per accorciare le distanze con la linea di centrocampo nel quale il centrale del vertice rimane a protezione di eventuali ripartenze degli avversari.
Davanti a BRADAVIC o CIGARINI troviamo ben scaglionati JONITA, BARELLA e CASTRO, con quest’ultimi due che riescono, grazie a continui scambi di posizione, a farsi trovare – molto spesso in fascia – liberi da marcatura per ricevere palla pulita dai due difensori centrali. Con l’infortunio di CASTRO, l’inserimento come interno di DESSENA e l’alzamento di JONITA tra le linee di centrocampo e di attacco la manovra dei giocatori di MARAN è risultata più contrastabile operando delle semplici marcature preventive sulle linee di passaggio.
I due attaccanti tendono sempre a muoversi nello stesso modo, con JOAO PEDRO che quasi sempre scivola a destra andando a formare una catena laterale importante con SRNA e con il solo PAVOLETTI a stazionare centralmente. Con palla laterale oltre la trequarti, si è potuto notare la propensione della squadra ad attaccare l’area di rigore con almeno quattro giocatori, PAVOLETTI molto abile nel gioco aereo, accompagnato dall’altro attaccante che non ha attaccato l’ampiezza e due dei tre centrocampisti. La squadra di MARAN è molto abile ad occupare tutta l’ampiezza del campo grazie al dispendioso lavoro che svolgono i due difensori esterni che si alzano il più possibile fino ad arrivare quasi alla linea degli attaccanti.
- In non possesso palla
In fase di non possesso il CAGLIARI cerca di occupare il campo disponendosi quasi sempre con un classico 4-4-2 nel quale partecipano attivamente tutti i giocatori ad esclusione della linea degli attaccanti che quasi sistematicamente resta sopra la linea della palla in smarcamento preventivo pronti per una eventuale ripartenza. Dall’analisi video delle sette partite osservate è emerso che la linea offensiva della squadra lavora solo ed esclusivamente per mandare gli avversari sugli esterni bassi sui quali poi esce forte uno dei due interni di centrocampo con l’altro, unitamente al vertice basso del centrocampo che si posiziona davanti la difesa a protezione della stessa, cercando di posizionarsi sulla linea verticale della palla al fine di evitare filtranti a favore degli attaccanti avversari.

FASE DI POSSESSO
- Costruzione dell’azione
In fase di costruzione il Cagliari cerca sempre di partire dai due suoi difensori centrali ROMAGNA e CEPPITELLI indistintamente e dai centrocampisti, quasi sempre CIGARINI (o BRADAVIC) e/o BARELLA, che a turno o insieme si abbassano per andare a formare dei rombi di cui il centrocampista né rappresenta il vertice alto mentre i due difensori laterali vanno ad alzarsi quasi sulla linea di centrocampo. Così facendo, il CAGLIARI riesce ad iniziare fluidamente la manovra grazie alla superiorità numerica che crea contro gli attaccanti avversari e, di fatto, superando senza grossi rischi la prima linea di difesa avversaria. Caratteristica notata nella fase di costruzione è quella di utilizzare un palleggio ragionato nel quale a turno partecipano i centrocampisti si abbassano e si alzano continuamente.

Si è notato peraltro che, qualora l’avversario eserciti un minimo di pressione sul portiere o sugli altri tre giocatori formanti il rombo di costruzione, anche eseguita attraverso un unico giocatore, CRAGNO o il possessore palla, lancia lungo centralmente alla ricerca di PAVOLETTI al fine poi di giocare una seconda palla, anche se in tale situazione di gioco i giocatori di MARAN non sembravano trovarsi a loro agio con il solo CASTRO che era abile a lottare per recuperare il possesso palla.
Altro modo di superare senza rischi la pressione avversaria è quello di cercare direttamente SRNA a destra il quale poi, grazie alle sue abilità di calciare in modo preciso, esercita un attacco diretto alla ricerca di PAVOLETTI.
- Sviluppo dell’azione
Una volta portata pazientemente, con passaggi verticali ma corti, la palla sulla linea dei centrocampisti questi tendono ad indirizzare il gioco su una delle due corsie laterali (gioco dentro per giocare fuori) occupate per l’appunto dai due esterni di difesa in collaborazione con JOAO PEDRO a destra e il trequartista che con la sua libertà di movimento svaria per tutta la metà campo avversaria ricevendo indistintamente palloni a destra, centralmente e soprattutto a sinistra.
In sostanza lo sviluppo del gioco del CAGLIARI avviene quasi sempre attraverso una manovra fluida e ragionata anche grazie alla spasmodica applicazione del principio della densità in zona palla.
I giocatori che partecipano alla fase di sviluppo del gioco sono BARELLA e CASTRO (molto meno JONITA a prescindere dal ruolo assegnatogli dall’allenatore), che è molto abile a trovare posizioni di campo libere da avversari anche andando a prendersi palla dai difensori centrali abbassandosi molto e concedendo di fatto al compagno BARELLA ad alzarsi forte negli spazi con inserimenti verticali alle spalle dei centrocampisti avversari.
Quando questi due giocatori vengono sapientemente marcati la manovra del Cagliari non appare più fluida ed efficace con tendenza ad operare con lanci lunghi per l’isolato PAVOLETTI.
Con l’assenza di CASTRO la squadra di MARAN perde una pedina fondamentale del proprio modello di gioco non avendo in rosa elementi con caratteristiche simili a quelle dell’Argentino. JONITA sembra, infatti, non avere l’intelligenza tattica di CASTRO né la sua preziosa aggressività tipica dei giocatori argentini.
- Rifinitura dell’azione
La fase di rifinitura del CAGLIARI viene sviluppata quasi sempre nelle zone laterali del campo attraverso continui cross dalle fasce laterali, soprattutto quando la squadra avversaria gliele concede. I terzini, infatti, partecipano attivamente a tale fase garantendo l’ampiezza massima e cercando la superiorità numerica grazie ai continui inserimenti indistintamente di tutti i centrocampisti.
E’ opportuno evidenziare che solo raramente (quasi mai nelle sette partite visionate) il CAGLIARI rifinisce l’azione in zona centrale e, peraltro, non si evidenziano attacchi di tal tipo conclusi con successo.
- Finalizzazione dell’azione
Grande abilità della squadra di MARAN risulta quella di attaccare l’area di rigore con tanti uomini in modo tale da sfruttare al meglio i cross ed i traversoni forniti dagli esterni. Con la presenza di un giocatore come PAVOLETTI, dotato di doti aeree importanti, e alle abilità di inserimento senza palla di JOAO PEDRO, DESSENA, JONITA e BARELLA, il CAGLIARI ha realizzato, infatti, quasi la totalità dei gol su azione rifinita da una catena laterale con un cross e di fatto, diversamente dalla fase di rifinitura, utilizzando per la fase di finalizzazione principalmente la zona centrale dell’area di rigore avversaria.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso si può notare che il CAGLIARI attua il principio della densità occupando il campo con una disposizione stretta e scaglionata attuando, per l’appunto, una forte concentrazione in zona palla con i due terzini che stringono forte dentro il campo ma di fatto lasciando sguarnite le fasce laterali soffrendo molto quando la squadra avversaria riesce a spostare il fronte offensivo grazie a precisi e continui cambi gioco.

La linea difensiva lavora a zona e tende quasi sempre a scappare all’indietro anche con palla coperta con due dei tre centrocampisti a protezione della stessa.
Gli attaccanti partecipano a tale fase con movimenti tali da costringere gli avversari ad indirizzare la palla sull’esterno basso anche grazie alla densità centrale; in pressione su quest’ultimo esce forte l’interno di centrocampo mentre si è notato che gli altri giocatori vanno in difficoltà nel chiudere le linee di passaggio.
Dall’analisi di detta fase di gioco si è potuto notare che il CAGLIARI soffre molto quando i difensori avversari avanzano palla al piede con personalità; ciò in quanto il modello difensivo dei giocatori di MARAN prevede l’uscita sul portatore di palla quasi sempre di uno dei due interni di centrocampo facendo si che i relativi esterni bassi di difesa si vedono costretti a far fronte ad una inferiorità numerica contro l’attacco avversario esercitato magari da un centrocampista esterno (o meglio da un terzino di spinta) unitamente all’esterno di attacco (o del centrocampista laterale).
TRANSIZIONI POSITIVE
Essendo un principio di gioco ricorrente del Cagliari quello della costruzione ragionata della manovra attraverso realizzazione di continui rombi grazie alla eccezionale mobilità dei propri centrocampisti e di CASTRO, la squadra di MARAN opta, recuperata palla, a consolidare il possesso palla. Il primo passaggio in fase di transizione positiva è praticamente sempre un appoggio all’indietro. L’intento dei giocatori di MARAN è quello di proteggere il possesso attraverso un primo passaggio in sicurezza senza rischiare mai un attacco diretto.
TRANSIZIONI NEGATIVE
Dall’analisi delle partite visionate si può notare che il CAGLIARI generalmente non esercita una grossa pressione sui possessori di palla avversaria agendo più per coperture delle linee di passaggio indipendentemente, quindi, dal numero dei giocatori impiegati nella fase offensiva. In sostanza la squadra di MARAN, quando perde palla, predilige esercitare una azione ritardatrice atta a rallentare la ripartenza avversaria per poter risistemarsi in fase difensiva. Solo quando la palla viene recuperata in zona ultra offensiva si opta per un attacco diretto.
Tuttavia, optando spesso per una sistemazione molto alta della linea difensiva fino a quasi sulla linea di centrocampo, e solitamente composta da SRNA a destra, CEPPITELLI e ROMAGNA in posizione centrale e PADOIN soffre molto le ripartenze avversarie con quest’ultimo giocatore che molto spesso, partecipando molto attivamente alla fase offensiva e non avendo grossi doti difensive, viene pescato fuori posizione o più gravemente con una postura del corpo sbagliata e tale da non permettergli di assorbire gli inserimenti degli avversari sul suo lato. Non a caso emerge dall’analisi statistica dei precedenti incontri che molti gol subiti dal CAGLIARI sono stati subiti da azioni sviluppate sul proprio versante sinistro difensivo.
CALCI PIAZZATI OFFENSIVI E DIFENSIVI
Il CAGLIARI, seppur non abbia una grossa varietà su azioni di calcio d’angoli a favore, è tra le squadre che ha più beneficiato di tale situazione di gioco. Ciò è dovuto dalla presenza in squadra di PAVOLETTI ed anche di altri giocatori abili nel gioco aereo tra cui si segnalano i due centrali difensivi CEPPITELLI e ROMAGNA oltre che di JOAO PEDRO abile nella scelta di tempo. Gli angoli vengono battuti cercando sempre il terzo tempo dei propri giocatori che vanno a posizionarsi verticalmente sulla linea dell’area piccola.
Da destra la palla viene calciata da un giocatore destro ad uscire mentre da sinistra dallo stesso ma ad entrare.
Nei calci d’angoli a sfavore il CAGLIARI difende optando per una zona pura nella quale tutti i giocatori ripiegano in area a protezione soprattutto del primo palo lasciando più spazio nella zona del secondo palo. Soffrono molto quando la palla viene giocata o semplicemente spostata.
Non si sono notate in nessun dei giocatori a disposizione di Mister MARAN grosse abilità nel calciare le punizioni, sia esse dirette che indirette ne ripetizione di schemi particolari.
Nella stagione odierna il CAGLIARI non ha ancora ne usufruito, ne subito dei calci di rigore e quindi si è in assenza di dati in tal senso.
PUNTI DI FORZA
- 2 interni di centrocampo in grado di inserirsi molto bene ed essere considerati degli attaccanti di supporto;
- PAVOLETTI molto bravo nel gioco aereo (se assente viene sostituito dal giovane CERRI);
- presenza in campo e soprattutto in zone diverse di più registi: SRNA basso a destra, CIGARINI centralmente e JOAO PEDRO e BARELLA a sinistra (CASTRO ormai è out con molte probabilità fino a fine stagione);
- dinamicità data da continui tagli, inserimenti, scambi di posizione dei centrocampisti, passanti per gli esterni;
- grande affinità e coesione tra tutti i giocatori in campo.
PUNTI DEBOLI
- assenza in rosa di una valida alternativa ad un giocatore come CASTRO;
- la manovra di costruzione dal basso viene accantonato, senza peraltro avere una valida alternativa, a semplice pressione degli avversari anche esercitata da pochissimi giocatori;
- scarsa abilità nella conquista delle seconde palle;
- se alla loro mobilità e rotazione dei centrocampisti viene contrapposta una staticità difensiva dei reparti, vanno in grossa difficoltà non trovando soluzioni e linee di passaggio scoperte;
- in fase difensiva il terzino più lontano stringe sempre molto in mezzo posizionandosi con la postura del corpo tale da lasciare completamente isolata la fascia di competenza spesso utilizzati dagli avversari grazie a dei repentini cambi gioco;
- in fase di transizione negativa soffrono le ripartenze immediate degli avversari quando riescono a saltare la prima linea di pressione;
- soffrono moltissimo i passaggi filtranti portati con successo;
- sui calci d’angolo a sfavore, difendendo con un sistema di zona pura, vanno in difficoltà quando la palla viene giocata corta o con un’azione combinata.