Il Club Social y Deporitvo Defensa y Justicia nasce il 20 Marzo 1935 a Florencio Varela, città argentina della provincia di Buenos Aires. Dopo aver militato in tutte le categorie del calcio argentino, nella seconda metà del 2014 approda nella Primera Division. Nel campionato 2016 ottiene la prima storica qualificazione a una competizione internazionale dopo essersi classificata all’ottavo posto. L’anno successivo disputa quindi la Coppa Sudamericana, raggiungendo la seconda fase prima di capitolare ai brasiliani della Chapecoense.
Dal 6 Luglio 2018 la squadra viene affidata per la seconda volta a Sebastiàn Beccacece, che sta guidando questa piccola realtà di 120.000 abitanti a un’ora da Buenos Aires, a picchi mai visti in 83 anni di storia. Squadra che ha fatto innamorare i 18.000 spettatori del Norberto Tomaghello, per passione, coraggio e un pizzico di pazzia che sta permettendo ai ragazzi di Beccacece di farsi conoscere in tutto il mondo come una delle realtà più belle e interessanti degli ultimi anni.
Ma sarebbe sbagliato considerare il Defensa y Justicia solo per l’aspetto passionale e per l’abnegazione che i giocatori mettono in campo. Alla base dei successi che il club sta ottenendo c’è una grande organizzazione societaria e le idee di un allenatore di scuola Bielsista, sicuramente molto particolare, ma che con i suoi principi tattici e la sua filosofia di calcio è riuscito a arrivare nella testa e nel cuore dei suoi uomini. Il calcio di Sebàstian Beccacece è molto dispendioso, dove la condizione fisica è un fattore imprescindibile e non avendo grandi individualità su cui fare affidamento, il collettivo viene messo davanti a tutto.
Il tecnico argentino ha saputo dare un’impostazione basata su principi di gioco solidi, questo permette di cambiare a seconda dell’avversario e dei diversi momenti della partita. Non si è focalizzato su un’unica idea tattica bensì ha saputo fornire alla squadra le nozioni per non farsi cogliere impreparata sia cambiando gli uomini che i moduli. In Argentina si dice che Beccacece giochi più partite in una senza però modificare l’armonia della propria squadra.
FASE DI POSSESSO
FASE DI COSTRUZIONE:
Tendenzialmente il modulo preferito prevede una difesa a 4 con 2 centrali (solitamente Barboza e Martinez) bravi a impostare e a difendere a campo aperto, 1 centrocampista di costruzione, 2 interni che amano inserirsi e 3 punte di cui uno dei 2 esterni con compiti e colpi da trequartista che ama accentrarsi per cucire il gioco (Rojas). Ma durante la stagione è successo molte volte che si passasse a una difesa a 3 oppure a un classico 4-4-2. La scelta di cambiare spesso modulo non va a modificare l’idea di inizio azione.
La pazienza è sicuramente una virtù della squadra della periferia di Buenos Aires. Talvolta questa potrebbe sembrare esagerata ma il giro palla continuo tra i difensori e il centrocampo è finalizzato alla ricerca di un varco buono per oltrepassare la prima linea di pressione avversaria. Questa fitta rete di passaggi costringe gli avversari a fare delle scelte, obbligandoli a spendere comunque energie importanti.
La costruzione iniziale infatti comincia sempre dai difensori centrali, bravi tecnicamente e rapidi nel far partire il gioco. Che utilizzino una difesa a 3 o a 4 la prima idea è quella di appoggiarsi al mediano (normalmente Miranda) per formare continui rombi che consentano di superare la prima linea di pressione avversaria. È molto importante nella creazione del gioco che il Play sia sempre in luce e dia una linea di passaggio pulita; questo permette a tutto il resto della squadra di trovarsi nelle condizione di essere già posizionati e pronti per lo sviluppo dell’azione. Nel caso il mediano sia marcato a uomo o sia ingabbiato dagli avversari e lo sviluppo centrale risulti complicato, la manovra della squadra di Beccacece si appoggia su 2 soluzioni: la prima prevede l’uscita palla al piede di uno dei difensori centrali (soprattutto Barbosa) per rompere la prima linea di pressione, mentre la seconda è il lancio a cercare gli esterni che vanno a posizionarsi molto aperti. I difensori centrali hanno ormai assimilato una buona sicurezza che unita all’ottima tecnica individuale li porta a prendersi anche dei rischi talvolta esagerati in uscita palla al piede.
SVILUPPO:
Quello che si nota subito guardano una partita del Defensa y Justicia è la voglia di comandare il gioco in tutte le zone del campo. Questa mentalità, fortemente trapiantata dal proprio allenatore, porta i giocatori a cercare il continuo movimento della palla e la costante ricerca della superiorità numerica.
Lo sviluppo principale è quello sulle fasce laterali. Le possibilità sono di arrivarci tramite lancio lungo o passando dai centrocampisti. Qui viene ricercato un possesso palla corto basato sulla formazione di triangoli o rombi (esterno-mezz’ala-attaccante) che consentano una ragnatela di passaggi brevi, volta a attirare gli avversari per poi tentare il cambio sul lato debole. Questo cambio di fronte consente di trovare sempre l’esterno opposto molto aperto e qui con l’appoggio del terzino in sovrapposizione si va a creare un 2 contro 1 sistematico che se fatto a buona intensità diventa di difficile lettura per la difesa e costringe comunque gli avversari a un movimento in ampiezza continuo che richiede un grosso dispendio di energie. A questa catena laterale si possono unire nel possesso palla anche i terzini (nel caso di difesa a 4) o il terzo di difesa (nel caso di difesa a 3).

La capacità di smarcamento degli interni di centrocampo e l’abilità degli attaccanti di muoversi in verticale porta i difensori centrali ad avere più soluzioni anche per vie centrali. Frequente è infatti la ricerca del passaggio tra le linee che permette di saltare un tempo di gioco e alzare immediatamente il baricentro nella metà campo offensiva, avendo poi molti giocatori in zona palla pronti alla riconquista immediata. Questa situazione è facilitata dalla grande tecnica e capacità di cucire il gioco da parte di Rojas, piedi e testa da trequartista e dai 2 interni che devono avere necessariamente grande capacità di lettura della situazione nell’inserimento e ottima gamba.
RIFINITURA E FINALIZZAZIONE:
Attaccare l’area con molti uomini è una prerogativa della squadra di Beccacece. L’utilizzo costante delle fasce e i frequenti cross portano ad avere 4-5 giocatori che si dividono gli spazi nell’area avversaria, supportati comunque dal resto della squadra che mantiene una solida mentalità nel giocare sempre molto alta a supporto della fase offensiva.
Oltre agli attaccanti la finalizzazione viene ricercata dagli interni di centrocampo e in modo costante dagli esterni opposti. Questi infatti, che siano gli esterni del 3-5-2 o i terzini del 4-3-3, giocano in costante proiezione offensiva e spesso si trovano a chiudere l’azione dal lato debole.

FASE DI NON POSSESSO:
Il sistema che più spesso viene utilizzato in fase di non possesso è il 4-4-2.
POSIZIONAMENTO SU COSTRUZIONE BASSA:
Andando a analizzare nel dettaglio possiamo notare come lascino molto alti i 2 attaccanti che vanno a dare fastidio ai centrali di difesa a inizio azione, mentre il resto della squadra si compatta su 2 linee di 4 giocatori. Il lavoro delle 2 punte è molto dispendioso in quanto devono dividersi il campo in ampiezza, ma impedisce agli avversari un’uscita pulita e inoltre da la possibilità al resto della squadra di poter avere molto campo in fase di ripartenza. La seconda linea di pressione viene portata dagli interni, che escono sui difensori o sui centrocampisti in modo convinto e con l’obiettivo reale di riconquistare palla e non solo di rallentare l’azione. La linea dei 4 centrocampisti è quella che detta i tempi. Quindi se interni o esterni si alzano, di conseguenza tutto il resto della squadra spinge in avanti, con la difesa;
COMPORTAMENTO COLLETTIVO IN FASE DI RICONQUISTA PALLA:
È in questa fase che la squadra di Beccacece esalta le proprie caratteristiche. Hanno una grande capacità di lettura sulle palle sporche e sulle seconde palle. Essendo dotati di giocatori di grande gamba e sorretti da una condizione generale elevatissima, hanno una percentuale di recupero in zona offensiva molto alta. Da qui si va a cercare immediatamente la verticalizzazione o il cambio gioco sull’esterno del lato debole per andare a ricreare superiorità.
COMPORTAMENTO DELLA LINEA DIFENSIVA:
La linea di difesa in situazione di pressione alza molto il baricentro per spingere la squadra in avanti. Spesso i 2 terzini (difesa a 4) o uno dei 3 centrali (difesa a 3) si trovano alti in zona palla. Questo porta gli altri centrali a dover coprire molto campo in fase di ripiegamento su ripartenza avversaria. Qui si può andare a creare una situazione di parità numerica che i difensori di Beccacece accettano, consapevoli di poter soffrire in alcuni frangenti della partita.

PALLE INATTIVE A FAVORE:
Non hanno grandissime individualità. Normalmente vanno a saltare i 5 uomini con 2-3 giocatori pronti sulle respinte e 2 in copertura preventiva.
PALLE INATTIVE A SFAVORE:
Su punizioni laterali normalmente si schierano con una linea di 6 uomini, 2 fuori linea e 2 pronti per le ripartenze. Sui calci d’angolo difendono con 2-3 giocatori a uomo a seconda dell’avversario e il resto si posiziona a zona.
PUNTI DI FORZA
Sicuramente la mentalità che Beccacece ha saputo dare ai suoi giocatori e la voglia di stupire stanno portando la squadra della periferia di Buenos Aires a spingersi oltre i propri limiti. Quello che più impressiona è la condizione psico-fisica che permette di mantenere un’intensità altissima durante tutta la partita. Non è casuale infatti che molte partite siano state vinte in rimonta o nei minuti finali, segnale di una squadra che raramente molla e che ha ben stampato in testa quello che vuole.
Una condizione che aiuta a difendersi molto alti e subire poco. La difesa è infatti uno dei punti di forza della formazione argentina, che ha sicuramente nella qualità individuale dei propri difensori ma soprattutto nell’organizzazione collettiva il fiore all’occhiello di un’orchestra che sta funzionando quasi alla perfezione. I 3 giocatori che più di tutti stanno trascinando la squadra a questi livelli sono il capitano Barboza (centrale difensivo bravo a difendere e ottimo in fase di costruzione), il ‘’Lolo’’ Miranda (regista di centrocampo con tempi di gioco importanti) che sta vivendo la sua migliore stagione e Rojas (esterno d’attacco con spiccate doti di trequartista e finalizzatore) capocannoniere della squadra con 8 gol.
PUNTI DEBOLI
Il Defensa y Justicia ha dimostrato di sapersi imporre in quasi i tutti i campi grazie a una mentalità propositiva appoggiata da una grande condizione. L’entusiasmo dei giovani e la voglia di rivalsa dei più vecchi sta dando i suoi frutti. Questo vivere la partita sempre al limite può trasformarsi però in un’arma a doppio taglio. Infatti la voglia di attaccare con molti uomini lascia spesso nelle condizioni i 2 o 3 difensori centrali di dover accettare la parità numerica o dover difendere in campo aperto (dove comunque gli uomini di Beccacece hanno una buona abilità e sono stati scelti per far fronte alla possibilità che questa situazione di gioco si presenti in varie occasioni durante la partita).
Quello che però è piuttosto chiaro è che qualora fisico e testa inizino a venire meno non ci sono in rosa giocatori di un livello tale da poter risolvere la partita singolarmente (fatta eccezione di Rojas). La rosa ha disposizione è di buonissimo livello ma la mancanza di uomini che possano con una giocata far saltare il banco alla lunga potrebbe rivelarsi un problema.