INTRODUZIONE
Dopo una precedente stagione a dir poco straordinaria grazie alla vittoria della Champions League e di un secondo posto leggendario con ben 97 punti, Jurgen Klopp siede sulla panchina del Liverpool per la quinta stagione consecutiva e vuole riportare ad Anfield, dopo 30 anni, la Premier League.
Momentaneamente il Liverpool si trova al primo posto con ben 25 punti di distacco dalla seconda, con 27 vittorie, 1 sconfitta e 1 pareggio e con 66 goal fatti e 21 subiti, aggiudicandosi il secondo miglior attacco e la migliore difesa del campionato. Di seguito, dopo aver analizzato la partita di Premier League contro il Manchester United, vinta 2 a 0 dai Reds, verranno evidenziate le caratteristiche principali del gioco del Liverpool di Jurgen Klopp, che fa del suo 4-3-3 un sistema di gioco collaudato e variabile in entrambe le fasi, con una particolare cura sia alla transizione positiva che a quella negativa. Si vedrà come il Liverpool sia una squadra con un’indole prettamente verticale e che ha, come principio cardine in fase di possesso, la frequente rotazione della posizione degli interpreti, la cui continua mobilità in campo comporta la creazione di continui spazi sia centrali che esterni, da poter attaccare e sfruttare per finalizzare al meglio l’azione, grazie alla partecipazione del tridente Salah-Firmino-Mané, giocatori chiave della squadra inglese.
Al contrario, in fase di non possesso palla, si vedrà come la squadra riesca ad avere un pressing aggressivo e organizzato, sia impedendo all’avversario di giocare per vie centrali, grazie anche alla compattezza tra i reparti e lo stringimento delle linee, sia attuando il principio tattico del Gegenpressing, cercando di annullare così ogni transizione positiva avversaria trasformandola a proprio favore e ripartendo approfittandone del temporaneo squilibrio tattico avversario.
SISTEMI DI GIOCO
- Sistema di gioco base: 1-4-3-3; 1-4-4-1-1 (dopo l’ingresso di Fabinho e Origi, a posto di Mané e Firmino)
- Sistema di gioco fase offensiva: 1-4-2-2-2 (costruzione dal basso); 1-2/5-3 (variabile in fase di finalizzazione)
- Sistema di gioco in fase difensiva: 1-4-1-2-3 (prima pressione); 1-4-5/1 (superata prima pressione)
FASE DI POSSESSO
Il Liverpool riesce a variare il proprio sistema di gioco e soprattutto il loro modo con cui iniziare a costruire l’azione a seconda dell’avversario che devono affrontare e dal conseguente approccio alla partita di quest’ultimo. Nello specifico, nella partita presa in esame Liverpool-Manchester United 2-0, la squadra di Jurgen Klopp riesce a cambiare approccio alla fase di possesso, alternando momenti caratterizzati da attacchi diretti da parte di Van Dijk (soprattutto nel primo tempo) con lo scopo di attirare e saltare la linea di prima pressione avversaria cercando prevalentemente la velocità e la tecnica di Salah e Mané, abili ad attaccare la profondità, a momenti caratterizzati da possesso palla cercando di sviluppare l’azione per vie esterne con l’aiuto dei centrocampisti e del tridente d’attacco.
Costruzione e sviluppo
Quando il Liverpool di Klopp cerca di iniziare la costruzione della manovra partendo dal portiere Alisson, la situazione tipica prevede l’abbassamento dei due difensori centrali, Gomez e Van Dijk, stretti in area di rigore pronti a ricevere palla con i due terzini Alexander-Arnold e Robertson leggermente più alti, quasi in linea con i centrocampisti. A supporto della prima linea, ci sono sempre Henderson e Wijnaldum, grazie ai quali si forma un 4+2, delineando così un perimetro di 7 uomini totali, con i due centrocampisti che fungono da vertici alti e il portiere brasiliano da vertice basso. Quest’ultimo si può considerare, oltre ad una garanzia tra i pali, un’arma in più quando la squadra ha il possesso della palla, poiché riesce spesso a essere una valida alternativa d’appoggio grazie sia alla sua abilità coi piedi che alla sua freddezza mentale quando chiamato in causa. Nel momento in cui la squadra, in costruzione dal basso, è posizionata come detto precedentemente (4+2), il compito della mezz’ala Oxlade-Chamberlain è quello di restare più alto rispetto ai suoi due compagni di reparto occupando gli half-spaces in linea con Roberto Firmino, che si abbassa anche lui tra le linee, i quali hanno dei compiti ben precisi insieme al lavoro che svolgono i due esterni d’attacco, fondamentali nello sviluppo di gioco e nella finalizzazione del Liverpool di Klopp, i quali formano l’ultima linea della squadra. Riescono così, in fase di costruzione dal basso, a posizionarsi in campo con un 1-4-2-2-2 cercando di indirizzare la manovra iniziale sull’esterno, chiamando in causa nello sviluppo del gioco i due terzini Robertson e Alexander-Arnold.
La bravura dell’avversario che, in numerose situazioni, riesce a chiudere tutte le linee di passaggio verticali ai terzini del Liverpool nel momento in cui hanno il possesso, obbliga questi ultimi a tornare indietro verso i difensori centrali per un conseguente mantenimento del possesso palla, finalizzato o ad attaccare direttamente tramite i lanci lunghi di Van Dijk oppure, se possibile, a cambiare velocemente gioco verso il terzino opposto, che prova a sviluppare l’azione. Infatti, nel momento in cui si allenta la pressione avversaria e si ha un tempo di gioco maggiore, i terzini del Liverpool attuano due principali soluzioni per poter sviluppare l’azione dei Reds. La prima è quella di un attacco diretto verticale verso la propria catena laterale di riferimento, con il quale si riesce a sfruttare il movimento a venire incontro al portatore palla dell’esterno offensivo (seguito dal difensore centrale avversario) con il conseguente movimento senza palla della mezz’ala di riferimento e attaccare lo spazio lasciato libero precedentemente dall’ala (spazio potenzialmente pericoloso grazie ad un movimento corto-lungo sulla catena laterale). Nella seconda soluzione avviene uno scarico rasoterra all’ala di riferimento o alla punta in rifinitura (Firmino), i quali si abbassano a centrocampo per ricevere palla e, di conseguenza, si può verificare un’immediata sovrapposizione interna o esterna (dipende dalla situazione di gioco) da parte del terzino che, dopo una triangolazione (1-2) oppure con un 1-2-1 col terzo uomo, riesce a ricevere palla con tempi perfetti e mettere in mezzo un cross basso per il taglio dell’esterno offensivo opposto (azione seguita anche da Firmino e dall’ala in zona palla, che a loro volta, dopo lo sviluppo di gioco, attaccano immediatamente l’area di rigore).
Ad un gioco caratterizzato dal palleggio, dalle verticalizzazioni immediate dei terzini e dalle creazioni degli spazi realizzati grazie a dei movimenti coordinati senza palla tra i centrocampisti e gli attaccanti, si deve aggiungere l’importanza del ruolo di Van Dijk che, grazie alla sua abilità nei lanci lunghi, permette di dare una risorsa tattica in più alla squadra inglese. Questa caratteristica del difensore olandese, consente a Klopp di sfruttare e usufruire della velocità dei due esterni d’attacco Salah e Mané (larghi) per saltare la prima pressione avversaria, soprattutto quando l’avversario aggredisce alto chiudendo tutte le linee di passaggio e non si riesce a costruire l’azione sull’esterno, come è avvenuto nel primo tempo contro il Manchester United. È importante evidenziare come il Liverpool, grazie alle posizioni a centrocampo tenute negli half-spaces da Oxlade-Chamberlain e Firmino, riesce ad attirare il centrocampo avversario lasciando spazio libero centrale dietro di esso, nel quale si inseriscono immediatamente per la riconquista della seconda palla dopo un attacco diretto per le due ali, sfruttando così la superiorità numerica che si viene a creare in zona palla, per attaccare con velocità e pericolosità la linea difensiva avversaria. Fondamentale è l’atteggiamento di tutta la squadra che accorcia immediatamente con grande velocità per far sì che ci siano soluzioni di passaggio per sviluppare il gioco con rapidità e cercare un’eventuale finalizzazione.
Attenzione però: la capacità del Liverpool di adottare più soluzione tattiche comporta spesso anche ad un cambio di posizioni dei centrocampisti con i terzini in fase di costruzione. Infatti, a turno, uno tra Henderson e Wijnaldum vanno a svolgere il ruolo di “falso terzino”, in modo tale da far alzare l’esterno difensivo di riferimento in linea con gli attaccanti creando un 4-2-4, con ovviamente Oxlade-Chamberlain che da sostegno alla prima linea insieme a uno dei due centrocampisti, occupando lo spazio lasciato libero dal giocatore andato temporaneamente sull’esterno basso. Ma, nonostante queste differenze posizionali, il principio di gioco non cambia: lo sviluppo dell’azione passa sempre dagli esterni difensivi o tramite un attacco diretto di Virgil Van Dijk.
Rifinitura e finalizzazione
Se non dopo un attacco diretto, il Liverpool è una squadra che tende ad attaccare l’area di rigore avversaria con almeno 8 uomini, formando così un 2-5-3 molto variabile grazie al dinamismo e le continue rotazioni che avvengono in campo da parte dei giocatori offensivi. I due difensori centrali Van Dijk e Gomez marcano preventivamente l’uomo, continuando lo sviluppo dell’azione solo se chiamati in causa per eventuali retropassaggi (dovuti a una buona chiusura delle linee di passaggio da parte dell’avversario) che devono essere mandati verso la zona esterna opposta provando a ricominciare la fase di rifinitura, per evitare di perdere spazio negli ultimi 25/30 metri. Infatti, mentre il terzino in zona palla è orientato completamente alla fase offensiva cercando di finalizzare tramite cross, sfruttando l’occupazione in area di almeno 4 giocatori offensivi (ben 22 assist in totale per i terzini del Liverpool nella stagione 2019-2020), quello nella zona opposta rimane accentrato in linea con il centrocampo, garantendo copertura per evitare una transizione negativa pericolosa, restando pronto allargandosi e dando ampiezza per un eventuale giro palla da parte dei centrocampisti o dei difensori centrali, cercando di sfruttare un eventuale 1vs1 che si forma con il cambio gioco.
Tuttavia, se il lavoro svolto dal mediano Henderson è quello di essere molto mobile e dare sostegno a tutto il perimetro del centrocampo, quello delle mezz’ali è riuscire, oltre a fornire sostegno e linee di passaggio alla catena laterale di riferimento, ad attaccare o gli spazi esterni, lasciati liberi da un accentramento delle ali o da un movimento a venire incontro al terzino, oppure quelli centrali, precedentemente occupati da Roberto Firmino che si muove tra le linee. Fare attenzione però al comportamento della mezz’ala Wijnaldum che, quando la palla è nella parte opposta rispetto alla posizione presa da lui in campo, resta molto alto e accentrato in modo da fare sia da tramite nel momento in cui si deve cambiare gioco per il terzino opposto, sia inserirsi in area di rigore nel momento in cui arriva un cross dalla fascia (situazione di gioco che ha creato molti pericoli alle difese avversarie in questi ultimi anni, Liverpool-Barcellona 4-0).
Come detto in precedenza, se il lavoro di Firmino nella fase di sviluppo consiste nell’attirare a sé i due mediani del Manchester United per liberare un’eventuale spazio centrale, in fase di finalizzazione è il giocatore chiave da cui passano la maggior parte delle triangolazioni sia in zona esterna, dove si crea spesso una superiorità numerica con cross da parte dei terzini o delle mezz’ali, sia in zona centrale, con un eventuale passaggio a muro per saltare la linea di difesa avversaria ed entrare in area di rigore. Infatti, l’attaccante brasiliano ha tutte le caratteristiche di un falso 9, riuscendo così a farsi trovare libero per ricevere il pallone portando fuori posizione il centrale difensivo, colpendo poi la difesa avversaria con un passaggio filtrante o con delle triangolazioni premiando il movimento senza palla dei compagni, attaccando successivamente l’area di rigore per ricevere e sfruttare il cross o il passaggio proveniente da quest’ultimi, facendosi trovare spesso smarcato e creando pericolo alle difese avversarie. I due esterni offensivi Mané e Salah, grazie ai movimenti di Firmino, garantiscono un’occupazione dello spazio da esso lasciato accentrandosi entrambi in area di rigore, lasciando spazio lateralmente ai movimenti dei terzini e delle mezz’ali di supporto. Questo permette di finalizzare tramite triangolazione anche centralmente oltre che lateralmente, grazie sia all’intesa e affinità che esiste tra i tre attaccanti, sia alla loro indubbia qualità tecnica e velocità che permette di dialogare in rapidità in spazi ristretti.

TRANSIZIONE POSITIVA
Una delle principali caratteristiche del Liverpool di Klopp sono le pericolose, ma allo stesso tempo efficaci, ripartenze dopo aver conquistato la palla con una grande organizzazione e aggressione in fase di non possesso, chiudendo con più giocatori tutti gli spazi e linee di passaggio al portatore palla avversario.
Quello che salta subito all’occhio però, è la capacità di almeno uno dei tre giocatori offensivi del Liverpool di riuscire a smarcarsi preventivamente per sfruttare o l’aggressione immediata dei compagni al portatore palla oppure una palla inattiva a sfavore non concretizzata, per poi riuscire a ripartire velocemente e rendere pericolosa qualsiasi ripartenza da essi realizzata. Infatti, appena riconquistano palla si vede come, solitamente, due centrocampisti e tre attaccanti (con l’opzione anche di un terzino) seguano il portatore palla realizzando un attacco immediato e aggressivo dello spazio, garantendo così sempre una transizione positiva con almeno 5 uomini. Come intuibile, questo comporta ad un’immediata verticalizzazione per cercare spesso la profondità per i due uomini più veloci, Mané e Salah, ed è raro vedere un consolidamento del possesso palla dopo una riconquista di quest’ultima.
Altrettanto importante è il ruolo che svolge il portiere Alisson che, dopo aver recuperato palla su una palla inattiva a sfavore, spesso cerca di verticalizzare immediatamente con un attacco diretto per Salah smarcato preventivamente che, grazie alla sua velocità abbinata ad una grandissima tecnica, riesce ad essere pericoloso come nel secondo gol, realizzato proprio dall’attaccante egiziano del Liverpool contro il Manchester United, lasciato completamente solo e libero di segnare.
FASE DI NON POSSESSO
Come la fase di possesso, anche quella di non possesso è un marchio di fabbrica del pensiero calcistico di Jurgen Klopp. Infatti, oltre al “Gegenpressing”, il Liverpool affronta la fase di non possesso molto alta e aggressiva, cercando di chiudere tutti gli spazi al portatore palla e le linee di passaggio centrali. Difatti, è importante sottolineare come i Reds affrontino con un 1-4-1-2-3 la fase iniziale della prima pressione, con Firmino che solitamente attacca il centrale di difesa che porta palla e i due esterni offensivi che chiudono le linee di passaggio centrali e indirizzano la manovra avversaria verso l’esterno. Le due mezz’ali, invece, si alzano in marcatura a uomo sui due mediani del Manchester United lasciando a Henderson il compito di coprire tutto il perimetro del centrocampo dietro le loro spalle, sia cercando di contrastare un’eventuale giocatore avversario che si stacca dalla marcatura del centrale difensivo posizionato tra le linee, sia per un’eventuale conquista di una seconda palla.
Dopo aver mandato, grazie a una pressione alta e aggressiva, l’avversario sull’esterno, quest’ultimi sono completamente marcati dai tre giocatori della catena laterale del Liverpool (ala-mezz’ala-terzino), la cui intenzione è quella di coprire tutti gli spazi e le linee di passaggio centrale, in modo tale da obbligarli ad effettuare un retropassaggio o addirittura riuscire a riconquistare il possesso della palla e ripartire immediatamente in transizione positiva.

Nel momento in cui l’avversario supera la prima linea di pressione e supera il centrocampo, il Liverpool si posiziona con un 1-4-5/1 con uno dei due esterni offensivi Salah o Mané in smarcamento preventivo.
In questa situazione i Reds si posizionano molto stretti tra i giocatori di linea e molto compatti tra i reparti, in modo tale da impedire qualsiasi giocata tra le linee avversarie e uscendo in marcatura non appena la palla arriva nell’uomo della propria zona (se un centrocampista esce, gli altri due coprono e viceversa), attuando così il principio di difensivo denominato “Concentrazione”, ovvero mettendosi a imbuto nel momento in cui l’avversario ha palla in zona centrale, proteggendo il centro del campo e la propria porta. Se l’avversario è in possesso in zona esterna sulla propria trequarti, i giocatori del Liverpool preferiscono lasciare il lato opposto alla palla libero, creando così densità in zona della sfera cercando di chiudere spazi e linee di passaggio centrali e impedire il cambio gioco diretto. Ovviamente in caso di cambio gioco della squadra avversaria, la linea di difesa scala e si aggiunge anche il supporto del mediano Henderson che, in caso di uscita nella propria zona sull’uomo di riferimento del centrale difensivo e del terzino, può garantire un’adeguata copertura mettendosi in linea temporaneamente con gli altri due difensori.
La linea difensiva è molto organizzata, difende a zona, scala nei tempi e nei modi corretti e in fase di non possesso rimane alta, cercando di accorciare il più possibile con il reparto davanti. Frequente lo scaglionamento della linea su palla esterna con almeno una diagonale di copertura garantita in caso di uscita laterale del terzino, mentre su uscita di un centrale difensivo su palla centrale, formano un triangolo, ovvero la “piramide difensiva”, stringendosi e formando una linea di copertura dietro al marcatore. Importante il lavoro dei due centrali difensivi, Gomez e Van Dijk, che sono molto abili nell’anticipo e nei duelli aerei, dandosi copertura a vicenda nel caso uno dei due uscisse in marcatura.
TRANSIZIONE NEGATIVA
Come detto precedentemente, il marchio di fabbrica di Jurgen Klopp è l’immediata aggressione di più giocatori al portatore palla avversario, dopo aver perso il possesso della sfera. In gergo calcistico questo principio è denominato “Gegenpressing” ed è usato in modo eccezionale dai giocatori del Liverpool, in quanto è utile per fermare una ripartenza avversaria e per porre delle fondamenta per effettuare un’eventuale propria transizione positiva e prendere in controtempo una squadra avversaria sbilanciata.
Difatti, i giocatori del Liverpool tendono ad attaccare l’area di rigore avversaria con almeno 7 uomini e grazie ad un’organizzazione tattica ben precisa in fase di possesso, nel momento in cui perdono il possesso della sfera, effettuano densità in zona palla con un conseguente immediato contropressing, andando così a chiudere spazi e linee di passaggio al portatore palla, consentendo il rallentamento di una ripartenza avversaria con lo scopo di permettere sia alla squadra stessa di effettuare un ripiegamento difensivo, dopo uno sbilanciamento in fase di possesso, sia la rottura della transizione avversaria sfruttando un eventuale squilibrio tattico avversario per capovolgere la situazione e ripartire aggressiva in transizione positiva.

PUNTI DI FORZA
- Intensità, velocità e mobilità durante il possesso palla, anche dopo 90 minuti;
- Terzini di spinta che forniscono numerosi assist (22 assist in due nel 2019-2010 in Premier League);
- L’importanza di Henderson nell’essere un giocatore chiave in entrambe le fasi del Liverpool ;
- Facilità a trasformare una fase di non possesso a una fase di possesso;
- Frequente conquista delle seconde palle dopo un attacco diretto;
- Abilità negli inserimenti con tempi di gioco perfetti di Oxlade-Chamberlain e Wijnaldum;
- Abilità tecnica elevata di tutto il reparto offensivo;
- Riescono a sfruttare al meglio la velocità di Mané e Salah abbinata alla tecnica di Firmino;
- Abilità nei duelli aerei di Van Dijk e di Gomez (su 11 duelli aerei in due, vinti 10);
- Liverpool pericoloso su palla inattiva;
- Pressing organizzato e aggressivo, squadra stretta e compatta in fase di non possesso, Gegenpressing.
PUNTI DI DEBOLEZZA
- Alexander-Arnold a volte è in ritardo a salire nei giusti tempi con la linea;
- Se gli avversari riescono a saltare la pressione alta e aggressiva del Liverpool, possono attaccare con facilità l’area ;
- In fase di finalizzazione avversaria, i giocatori del Liverpool tendono a lasciare libero il lato opposto alla zona palla (dove poter colpire);
- Se concesso, sofferenza nel gioco avversario tra le linee e delle triangolazioni che si sviluppano vicino all’area di rigore.