Il team di San Paolo, vincitore del campionato Brasileiro (omologo della serie “A” italiana), ha confermato le previsioni di inizio stagione che lo davano favorito per la vittoria finale.
Come la maggior parte dei campionati sudamericani non lascia molto spazio a tatticismi più o meno esasperati come in Europa, bensì predilige soprattutto la fase offensiva, gli individualismi, la tecnica, le doti balistiche del calciatore. Fulcro della squadra è il mediano Felipe Melo da cui passano la maggior parte delle azioni nelle due diverse fasi. Da ciò si può dedurre che non ci siano grosse individualità. Fa eccezione Ricardo Goulart che per le sue caratteristiche fisiche e tecniche prevale su un gruppo di qualità non elevata.
FASE DI POSSESSO SVILUPPO E FINALIZZAZIONE
La squadra si presenta in campo con un 4-2-3-1 che spesso si trasforma in fase offensiva in un 4-4-2 o in un 4-3-3 con I trequartisti che, a turno, vanno ad affiancare l’unico attaccante Borja. In questa fase è soprattutto il trequartista (o mezzapunta) Goulart il principale protagonista che riesce a mettere a segno una doppietta. Tre sono le costanti tattiche prevalenti. La prima, la più frequente, si esplica con un possesso palla in fase difensiva che, nella maggior parte dei casi, finisce per cedere la sfera ad uno dei due mediani che si abbassa. Nel caso specifico, Felipe Melo ha ricevuto la palla per trenta volte nell’arco dei 94’ mentre il compagno di reparto venti volte. E, partendo dalla medesima fase, si procede quasi sempre con le stesse modalità: se c’è pressione o pressing da parte degli avversari si privilegia il lancio lungo a favore dell’attaccante o, ancor di più, palla lunga laterale per uno dei trequartisti che si allarga per ricevere e cercare il cross immediato. Nel caso in cui il mediano abbia spazi e tempi cerca spesso la verticalizzazione per uno degli uomini avanzati che viene incontro per creare una situazione di palla indietro- palla avanti favorendo un’eventuale filtrante per i compagni di reparto o per cercare ampiezza con Dudu e Carlos Eduardo che hanno la tendenza ad allargarsi per andare al cross. Da rilevare un numero rilevante di passaggi all’indietro per far ripartire l’azione con una costruzione bassa.
La seconda costante non è altro che una abbreviazione della prima. In questo caso se la squadra avversaria pressa i difensori non permettendo giro palla si procede con un lancio lungo a cercare l’attaccante in posizione centrale o il trequartista che si allarga. La terza è, invece, una fitta rete di passaggi brevi con l’obiettivo di creare spazio per effettuare cambi di gioco sfruttando la velocità degli inserimenti e la predilezione al cross dei trequartisti laterali.
Da ciò si evince quanto detto in premessa: le soluzioni di gioco non presentano molte varianti, si tende alla verticalizzazione immediata senza manovre congegnate. In effetti il 51 % di possesso palla ne è la dimostrazione così come la lunghezza media dei passaggi riferiti ai 94′ è di circa 18,5 metri. La distanza tra i reparti, nonostante sia breve, non predilige giochi di posizione, organizzazione di catene gioco. Appoggi e sostegni avvengono con movimenti quasi casuali. I laterali di difesa, quando si crea spazio, salgono per andare al cross, ma sono soprattutto i quattro in fase offensiva ad occupare gli spazi avanzati ragion per per cui le sovrapposizioni avvengono raramente. Un tipo di gioco molto incentrato sui tre elementi che hanno qualità spiccate come Goulart, Carlos Eduardo e Borja e con i due mediani a “far legna” in fase di interdizione e di rilancio. Si tende a spezzare la linea difensiva con gli inserimenti da dietro di Goulart, con soluzioni laterali come il cross, con lanci lunghi e, infine, con la tecnica e la velocità di Carlos Eduardo e Dudu entrambi validi nel saltare l’avversario.

FASE DI NON POSSESSO
La fase di non possesso rispecchia in pieno la mentalità brasiliana in cui si pensa poco alla fase difensiva ma molto alla fase offensiva. Da ciò ne deriva un’organizzazione che lascia spesso a desiderare nonostante di fronte ci sia un avversario con poca qualità. Il 4-2-3-1 si trasforma spesso in un 4-4 o un 4-3 con uno o due trequartisti che scalano in linea con i mediani. Fuori dalla fase difensiva vengono lasciati quasi sempre due o tre elementi. Si lascia giocare l’avversario fino alla metà campo per poi procedere con pressioni e raddoppi sulle zone laterali del terreno di gioco. La peculiarità rimane, comunque, la staticità di posizioni che cerca sempre di indurre in errore l’avversario. La fase di interdizione è demandata soprattutto ai due mediani, in particolare Felipe Melo (maggior numero di palloni recuperati), con spiccate predisposizioni al recupero della sfera. La squadra tiene un baricentro medio, non sale neanche nei casi di “palla coperta”. L’obiettivo è quello di stringere le maglie e concedere meno spazi possibili adottando principalmente un gioco di rimessa. Non si crea mai intensità di uomini in zona palla, al massimo qualche raddoppio. Ed è proprio questa remissività che ha permesso agli avversari di bucare in più di un’occasione la difesa con filtranti centrali che hanno portato l’attaccante più di una volta solitario davanti al portiere. Nel momento in cui vengono saltati i due mediani, la difesa, con i due centrali molto lenti, non riesce a chiudere gli spazi in modo adeguato e si rende vulnerabile.
TRANSIZIONI
Nel caso di recupero palla si pensa nell’immediatezza alla verticalizzazione. Adottando un baricentro medio, il recupero della sfera avviene spesso nella propria metà campo per cui si procede con lancio lungo verso i due o tre uomini sempre posizionati in zona offensiva. La squadra non accorcia, i reparti rimangono poco compatti ma, in ogni caso, in questa fase riesce ad attaccare minimo con quattro uomini. Lo scopo principale è il recupero con verticalizzazione immediata.
Nel caso di perdita della sfera non ci sono movimenti prestabiliti, i calciatori cercano di rallentare il gioco e si ricompattano velocemente su due linee. Quando l’azione appare pericolosa si ricorre al fallo tattico, conseguenza di ben quattro cartellini gialli.
PALLE INATTIVE
Anche in queste fasi non si sono visti schemi di rilievo se non la ricerca di Goulart per finalizzare l’azione con colpo di testa adottando qualche blocco.
Nei calci piazzati a sfavore la squadra si schiera in linea e a zona. Sui calci d’angolo vi è uno schieramento misto: tre uomini liberi e il resto in marcatura.
ANALISI SWOT
I punti di forza sono rappresentati da:
- Ripartenze veloci.
- Verticalizzazioni immediate laterali con conseguente cross alla ricerca di Goulart e Borja ottimi stoccatori in area di rigore.
- Il trequartista di destra Carlos Eduardo con attitudine spiccata a saltare l’uomo.
I punti deboli sono rappresentati da:
- Organizzazione superficiale della fase difensiva.
- I due difensori centrali, molto lenti, nel momento in cui i mediani non riescono a schermare l’azione, si fanno sorprendere da filtranti senza riuscire a chiudere gli spazi in modo adeguato.
- Nel momento in cui Felipe Melo inizia a soffrire atleticamente si aprono molti varchi.