L’Italia femminile riesce a raggiungere un traguardo importantissimo centrando la qualificazione ai mondiali di Francia 2019 venti anni dopo l’ultima apparizione che risale al 1999.
La selezione femminile chiude con una sconfitta indolore contro il Belgio il girone di qualificazione in una partita ben giocata dalle calciatrici del CT Milena Bertolini. Nel girone, l’Italia si è imposta su Belgio, Portogallo, Romania e Moldova chiudendo con tutte vittorie e la sola sconfitta contro il Belgio già qualificato per i Playoffs poi persi con due pareggi contro la Svizzera.
Nell’ultima partita contro il Belgio, l’Italia presenta uno schieramento diverso rispetto alle ultime partite dovuto anche all’assenza tra le altre della Rosucci e si schiera con un 1442 di base che si trasforma in 3/43 in fase di possesso palla con la Cernoia o l’inserimento di Alborghetti/Galli o Giugliano sulla linea degli attaccanti e un 441/1 in fase di non possesso palla.

FASE DI POSSESSO PALLA
In fase di possesso palla, l’Italia si schiera con un 3/43 che vede la Gama o la Boattin accompagnare la manovra al centrocampo (raramente osserviamo sovrapposizioni) e la Cerrnoia che spesso si sposta sulla linea delle attaccanti larga per dare ampiezza.
La costruzione inizia spesso in modo corto con la Giugliano che poggia palla per le giocatrici del reparto arretrato. Di qui la manovra si svolge con un giro palla che vede impostare nella maggior parte dei casi le due centrali Salvai e Linari, il Belgio non pressa alto ma aspetta che la palla giunga a centrocampo dove le tre giocatrici Giugliano, Galli e Alborhetti ruotano di posizione, anche se è la Giugliano a giocare più spesso da regista spostando palla per la Bonansea o la Cernoia. Manovra spesso interrotta grazie al ruolo di copertura della Missipo coadiuvata in un 45/1 molto stretto dalle altre giocatrici della nazionale belga. La finalizzazione avviene mediante cross, pochi inserimenti pericolosi tranne nell’azione del goal che vede la Cernoia attirare la Phittiens verso il centro e la Alborghetti corre in profondità ben servita dalla Bonansea attraverso un passante da sinistra verso destra che trova la stessa Phittiens in ritardo.
Nella seconda parte della gara l’ingresso della Giacinti al posto della Galli permette di avere un attaccante di ruolo in più in una sorta di 3/34 dove sulla linea degli attaccanti troviamo sempre la Bonansea e la Cernoia con al centro la Girelli e la Giacinti che si muove molto di più da destra a sinistra per cercare spazio per la giocata. La costruzione avviene sempre con giro palla difensivo a cercare spazio per poi servire la Giugliano o più frequentemente la Bonansea o i movimenti incontro della Girelli e della Giacinti. Sono proprio quest’ultime a creare maggior imprevedibilità con i loro movimenti da destra a sinistra o con la Giacinti in profondità e la Girelli incontro alle compagne.
Da notare che l’Italia in fase di possesso palla nella trequarti del Belgio compie la marcatura preventiva sulle giocatrici più avanzate, in particolare la Wullaert con la Salvai e la Linari.

FASE DI NON POSSESSO PALLA
In questa fase la squadra si schiera con un 441/1 dove la Girelli o la Bonansea prima e la Giacinti nella seconda parte della gara partecipano alla fase difensiva solo in copertura di un eventuale retropassaggio.
L’Italia pressa molto alta costringendo le giocatrici del Belgio a fraseggi corti che vedono la Missipo nel ruolo di play coadiuvata dalla De Caigny o lanci lunghi per la Wullaert, la De Caigny o Cayman tutte molto forti fisicamente e che spesso hanno avuto la meglio sulle giocatrici italiane, in particolare grazie al grande movimento svolto da Cayman e Wullaert che scambiano posizione con una incontro alla palla e l’altra in profondità.
Il centrocampo vede la Cernoia e la Bonansea coprire sulle terzine del Belgio mentre Giugliano, Alborghetti e Galli coprono al centro.
La difesa è molto alta e permette di mantenere la squadra corta accompagnando la pressione sulle avversarie in fase di non possesso palla. Le ragazze di centrocampo portano una sorta di marcatura a uomo dove la Giugliano copre sulla Missipo, la Galli sulla De Caigny, la Alborghetti sulla Biesmans e la Bonansea, in particolare nel secondo tempo dopo l’ingresso della Giacinti per la Galli, copre le avanzate della Phittiens mentre nel reparto arretrato la Gama e la Boattin sulle ali avversarie (Vanmechelen e Wullaert), Linari e Salvai giocano sulla Cayman o seguono gli inserimenti delle centrocampiste. Detto questo va precisato che la grande mobilità delle centrocampista del Belgio ha creato pochi punti di riferimento per le italiane. Quando il portiere e i difensori del Belgio lanciano lungo, le giocatrici italiane, in particolare la Salvai che duella spesso con la De Caigny, sono molto aggressive pressando in avanti o cercando l’azione di fuorigioco ma non sempre quest’azione riesce ed è quando la squadra rimane lunga o quando le uscite delle ragazze del reparto difensivo non portano al recupero palla, il Belgio diventa pericoloso grazie ai movimenti delle centrocampisti con la De Caigny o la Wullaert a giocare tra le linee di difesa e centrocampo e l’inserimento della Cayman coadiuvata dalla Biesmans e dalla Vanmechelen. Inoltre, proprio i movimenti di quest’ultima a tagliare verso il centro del campo, attirando la marcatura della Gama, permettono alla Phittiens di attaccare la profondità, invece, sul lato opposto, sono i movimenti della Wullaert a creare spazio per le sovrapposizioni della Deloose.
In questa fase l’Italia svolge poco o niente il gioco preventivo ma resta corta e stretta per cercare il recupero palla, ricorrendo spesso a raddoppi di marcatura tra centrocampisti e difensori.
TRANSIZIONE OFFENSIVA
L’Italia, durante la partita, riparte poche volte in transizione offensiva verticale e veloce e, quando riesce, si ricerca la Bonansea o la Cernoia pronte a sfruttare gli spazi lasciati alle spalle della Deloose e della Phittiens; più frequentemente vediamo l’Italia ricostruire dal basso in particolar modo con la Salvai.

TRANSIZIONE DIFENSIVA
Rappresenta l’arma più utilizzata dal Belgio per mettere in difficoltà l’Italia che subisce la fisicità della Missipo e in particolar modo della De Caigny pronte a far ripartire l’azione attraverso attacchi diretti o scaricando palla sulla Zeler e la De Neve che sviluppano l’azione lanciando a favore della Wullaert o della Cayman in ripartenza con l’aiuto della Vanmechelen, la Biesmans, la Phittiens e la stessa De Caigny.
L’Italia pur soffrendo le ripartenze avversarie, specie nella prima parte della partita, ha cercato di porre rimedio aggredendo alte alla riconquista della palla o in un’azione ritardatrice permettendo alla squadra di riposizionarsi.
PALLE INATTIVE
PUNIZIONI CONTRO
Nelle punizioni a sfavore l’Italia schiera sette ragazze sulla linea dell’area di rigore per poi respingere sulla palla aerea, una in barriera e altre due fuori area, la Giugliano in marcatura in caso di giocata corta e la Cernoia a contrastare le avversarie in caso di respinta o a far ripartire l’azione.
PUNIZIONI A FAVORE
La Giugliano è l’addetta a battere le punizioni e lo schieramento vede sei ragazze in area che con un movimento verso la porta cercano di colpire a rete mentre la Gama offre ampiezza in caso di battuta corta mentre la Boattin e la Linari restano in copertura preventiva in caso di ripartenze della squadra avversaria.
CORNER CONTRO
La difesa si dispone a zona con otto ragazze a costruire il castello difensivo, una sulla linea di battuta ad intercettare il cross e la Giugliano in copertura preventiva sulla ribattuta in caso di respinta.
CORNER A FAVORE
La battuta è affidata alla Cernoia da destra e alla Giugliano da sinistra che calciano con una traiettoria a rientrare, cinque ragazze in area di cui una ad ostacolare il portiere mentre le altre compiono azione di smarcamento ad attaccare la traiettoria di passaggio al limite dell’area di porta tra il primo ed il secondo palo.