L’Aurora Pro Patria è la squadra calcistica di Busto Arsizio, che ha acceso su di sé i riflettori nella stagione 2017/18, vincendo il campionato di Serie D nel girone B e conquistando il titolo di Campione d’Italia Dilettanti il 2 Giugno 2018, a San Giovanni Valdarno, battendo per 2 a 1 la Vibonese nella finale della Poule Scudetto.
La squadra bustocca torna così nel calcio professionistico dopo due stagioni e proprio nell’anno in cui festeggia il centenario del club (nato nel 1919) Grande merito di questo successo va sicuramente riconosciuto al suo allenatore Ivan Javorcic.
Ivan Javorcic, 39 anni, nato a Spalato, è un ex calciatore professionista, la sua carriera calcistica inizia nell’Hajduk Spalato; vanta poi parecchie presenze nelle varie categorie professionistiche italiane, ha indossato, tra le altre, le maglie di Brescia, Crotone, Treviso, Atalanta, Arezzo, Pizzighettone e Feralpi Lonato. A causa di continui infortuni Javorcic, a soli 30 anni, si ritira dal calcio giocato e nel 2009 inizia la carriera da allenatore nel settore giovanile del Brescia. Nel Gennaio 2015 ha una breve esperienza da vice-allenatore della prima squadra del Brescia, nell’ ottobre 2015 ottiene la carica come allenatore del Mantova fino all’esonero del marzo 2016. Nell’ Aprile 2017, infine, diventa il nuovo allenatore della Pro Patria, nella stagione 2017/18 porta la squadra alla promozione in serie C e vince lo scudetto di serie D.
La Pro Patria di Javorcic utilizza modulo di base 3-5-2, con il giovane Scuderi e Molnar a comandare la difesa, centrocampo con Pettarin in cabina di regia e Di Sabato e Pedone interni molto abili negli inserimenti senza palla; sugli esterni si alternano giovani di corsa e quantità, mentre in attacco si punta sull’esperienza e la qualità tecnica di Le Noci e di Mario Santana (un passato in serie A con Fiorentina, Palermo, Napoli, Torino e Genoa).
In fase di possesso il modulo diventa un 3-1-4-2, con Pettarin che gioca davanti la difesa, gli esterni molto larghi sulla linea degli incontristi di centrocampo e uno delle due punte, che, a turno, si abbassa per ricevere favorendo gli inserimenti senza palla dei centrocampisti.
In fase di non possesso la Pro Patria si schiera con il modulo 5-3-1/1, con i due esterni che si abbassano sulla linea dei centrali difensivi.
La formazione iniziale della Pro Patria nella partita analizzata contro la Pergolettese.
Pro Patria Modulo 3-5-2:
1 Mangano PORT, 5 Molnar DCD, 6 Scuderi DC, 3 Zaro DCS; 2 Cottarelli ED, 4 Pettarin CC, 7 Disabato CCD, 8 Pedone CCS, 11 Galli ES; 9 Gucci ATT, 10 Le Noci ATT.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso la Pro Patria si schiera con un 3-1-4-2, con uno dei tre difensori centrali sempre pronto a dare coperture preventive (solitamente Scuderi), il regista davanti alla difesa forma rombo con i difensori in fase di costruzione. I due esterni partono molto larghi e si posizionano sulla linea degli interni di centrocampo, mentre in attacco le due punte, a turno, si alternano per accentrarsi tra le linee e creare possibilità per gli inserimenti di esterni e centrocampisti.
COSTRUZIONE
La costruzione è prevalentemente corta, i flussi principali di costruzione passano dai centrali difensivi, con il mediano che si posiziona come vertice alto del rombo di costruzione.
Spesso avvengono dei cambi di posizione alle spalle della prima linea di pressione, questo capita quando il mediano è marcato e quindi, a turno, uno dei due interni di centrocampo si abbassa per formare un rombo d’impostazione alternativo. Nei rinvii dal fondo i Bustocchi tendono a partire con costruzione bassa e squadra aperta. In caso di presenza di pressione avversaria sui tre centrali difensivi, la squadra di Javorcic è obbligata alla costruzione lunga, quando attuano questa soluzione cercano di fare densità nella zona del centrosinistra ricercando con lanci principalmente Gucci.
SVILUPPO DI GIOCO
In fase di sviluppo del gioco la dislocazione della Pro Patria è 3-1-4-2, con gli esterni posizionati molto larghi. I flussi principali passano attraverso i piedi del regista Pettarin. Quando non viene scelta la via centrale si cerca di sfruttare la fascia sinistra come lato forte di sviluppo della manovra. Spesso uno dei due interni di centrocampo scende sulla linea del mediano, questo movimento serve a consolidare il possesso palla e trovare il tempo di giocata in avanti.
Quando Di Sabato e Pedone ricevono palla da un difensore centrale o dal regista, aprono subito il gioco sulla fascia a loro vicina, viceversa, quando i due incontristi ricevono palla da un laterale, scaricano su Pettarin che effettua immediatamente un cambio di gioco, in questo modo la Pro Patria sfrutta a pieno tutta l’ampiezza del campo.
La Pro Patria sfrutta molto entrambe le corsie laterali attraverso cambi di gioco, interscambi e sovrapposizioni.
La punta Le Noci effettua spesso smarcamenti incontro, a fungere da regista avanzato, permettendo a uno dei due incontristi di inserirsi attaccando la profondità nello spazio che si è creato. In fase di sviluppo due centrali difensivi effettuano chiusure preventive, mentre il terzo va nella marcatura dell’uomo che si trova nella sua zona.
RIFINITURA E FINALIZZAZIONE
I cross sono uno degli strumenti principali di rifinitura utilizzati dalla Pro Patria, in queste situazioni i biancoblù attaccano l’area con quattro uomini: una delle due punte attacca sul primo palo, l’altra si posiziona nella zona del dischetto del rigore, un centrocampista si inserisce al limite dell’area e l’esterno opposto attacca il secondo palo.
Gli attaccanti in queste situazioni per smarcarsi effettuano tagli, incroci e fuori linea.
La squadra di Javorcic ricerca la superiorità numerica con utilizzo di sovrapposizioni e triangolazioni. La punta Le Noci effettua spesso smarcamenti incontro tra le linee permettendo ad uno dei due incontristi di inserirsi attaccando la profondità nello spazio che si è creato. Complessivamente i Bustocchi vanno poco al tiro dalla distanza, ricercano di più la giocata uno contro uno, con la tecnica di Santana e Le Noci.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso la Pro Patria si schiera con il modulo 5-3-1/1, con gli esterni che ripiegano sulla linea dei centrali difensivi ed i tre centrocampisti che si allineano.
PRESSIONE ALTA
In fase di non possesso, se la costruzione avversaria dal fondo è lunga, la disposizione della squadra è medio alta, con uno dei tre centrali difensivi che va a uomo, mentre gli altri due danno copertura preventiva. Quando gli avversari costruiscono dal basso, gli attaccanti della Pro Patria sono poco aggressivi sui difensori rivali e viene concesso un giro palla agevole; con il passare dei minuti è possibile notare come la squadra di Javorcic effettui un pressing più alto, con l’esterno di parte pronto ad uscire sul portatore avversario, trascinando con sé uno dei due incontristi (quello adiacente alla fascia dove avviene il pressing). Nel caso in cui il terzino avversario supera palla al piede la prima linea di pressione, si nota come un interno di centrocampo esca subito a pressare, quando questo avviene gli altri due centrocampisti scalano in copertura creando una diagonale.
DIFESA BASSA
Nella propria metà campo la dislocazione è 5-3-1/1, con gli esterni che si abbassano sulla linea dei centrali difensivi. I laterali sono però lenti nel ripiegare e lasciano spazi scoperti alle loro spalle, concedendo ampiezza sulle fasce e profondità agli avversari. La pressione sui portatori è buona, i tre centrocampisti sono ben organizzati nell’eseguire il marco-copro. Quando gli avversari utilizzano strategicamente la guida della palla la Pro Patria alza il pressing, concedendo spazi di passaggio nella zona centrale del campo.
LINEA DIFENSIVA
La Pro Patria adotta lo stile difensivo uomo nella zona, con priorità alla posizione dell’avversario, Scuderi guida il reparto difensivo, i cui giocatori cercano spesso di attuare tattica del fuorigioco. La squadra di Javorcic soffre quando viene attaccata in ampiezza. I punti deboli in fase difensiva sono le corsie laterali, dove concede spesso superiorità numerica agli avversari, gli esterni si trovano spesso fuori posizione e, quando si trovano in linea con i difensori, convergono molto verso il centro, lasciando spazi agli avversari per cambi di gioco e cross laterali. Sui cross laterali i difensori eseguono diagonale lunga.
I difensori sono bravi nell’uno contro uno e nell’anticipo specie Scuderi e Molnar, i laterali vanno in difficoltà sugli smarcamenti avversari soprattutto se questi effettuano tagli, passanti e fuori linea.
TRANSIZIONE POSITIVA
A seguito del recupero palla, i giocatori di Javorcic tendono a consolidare il possesso, a volte cercano anche la ripartenza immediata, sfruttando gli smarcamenti preventivi delle punte.
TRANSIZIONE NEGATIVA
Una volta persa palla, specie nella trequarti difensiva, la priorità dei giocatori della Pro Patria è quella di dare copertura alla profondità. Se la transizione negativa avviene nella trequarti avversaria, le punte e gli esterni tentano una riaggressione immediata, mentre gli altri giocatori vanno in copertura. Attaccando con molti uomini, la Pro Patria, in transizione negativa, si espone a possibili ripartenze e concede spazio sulle fasce.
PALLA INATTIVA
-A FAVORE: Nei calci d’angolo e nelle punizioni laterali portano in area sempre almeno cinque uomini, a volte anche un sesto. Tra i saltatori più pericolosi troviamo Scuderi, che solitamente attacca la zona del dischetto, e Molnar che attua spesso il fuori linea, disinteressandosi di quello che sta avvenendo, ed effettua poi un contromovimento e un taglio solitamente sul secondo palo.
-CONTRO: Nei calci d’angolo e nelle punizioni a sfavore marcano a zona. Sui tiri dalla bandierina collocano due uomini sul vertice dell’area piccola e creano densità all’interno dell’area, portando fino a 8 uomini. Nelle punizioni laterali tendono a tenere la linea difensiva alta sulla linea dell’area di rigore per poi “scappare” non appena parte la palla.
CONCLUSIONE
Javorcic ha saputo dare alla Pro Patria una precisa identità, con un modulo 3-5-2 molto funzionale, possesso palla già in fase di costruzione, utilizzo di entrambe le fasce tramite cambi di gioco e sovrapposizioni.
Obiettivo su cui puntare è il miglioramento del gioco in fase difensiva, con gli ancora troppi spazi concessi sulle corsie laterali alle spalle degli esterni. I “dogmi” dell’allenatore croato rimangono la precisa cura del singolo dettaglio e la ricerca del risultato attraverso il bel gioco e la prestazione della squadra.
I “Tigrotti di Busto Arsizio” sono riusciti con merito ad ottenere la promozione in serie C e conquistare il titolo di campioni d’Italia dilettanti, ora Javorcic e i suoi giocatori sono attesi alla prova del fuoco: per continuare la favola Pro Patria anche tra i professionisti e conquistare la salvezza nell’anno del centenario del club.