La Pro Vercelli ha costruito la sua salvezza attraverso una rigorosa organizzazione emersa soprattutto nel girone di ritorno della stagione appena conclusa dove è riuscita a raccogliere dalla fine di febbraio ad oggi ben 26 punti dei complessivi molti dei quali tra le mura amiche del Piola, con alcuni risultati di prestigio come la vittoria contro l’Entella storico rivale dei bianchi. Sulla panchina alla sua prima stagione con una “prima squadra” ha seduto Moreno Longo, ex allenatore della primavera del Torino, con la quale due anni fa si è laureato campione d’Italia. In quella formazione figuravano anche Morra ed Aramu che hanno seguito il tecnico anche nell’attuale stagione a Vercelli.
Il modulo di partenza è un 1-3-5-2 dove a protezione di Provedel vengono schierati Legati, Boni e Luperti. La linea mediana è composta da due esterni con ottime doti di corsa (Berra a destra, Eguelfi a sinistra), Vives come riferimento centrale da playmaker come già faceva nel Toro di Ventura, supportato da Germano ed Emmanuello, ex primavera della Juve ed elemento di maggiore qualità della formazione vercellese. A fianco di Rolando Bianchi si avvicendano Aramu, dotato di buon piede mancino e bravo a giocare tra le linee, piuttosto che Morra più propenso ad attaccare la profondità.
FASE DI POSSESSO
La fase di possesso comincia sempre con la palla nei piedi di Provedel o di Boni. Si allargano sull’ampiezza Legati e Luperti, cercando di creare delle linee di passaggio per Vives che si abbassa o per i due esterni che si alzano sulla linea di centrocampo. Occupano una posizione maggiormente avanzata Germano ed Emmanuello, pronti a supportare le due punte anche sulle eventuali seconde palle. Pur partendo con una costruzione dal basso, non viene enfatizzato troppo il giropalla difensivo, ma piuttosto si cerca di far pervenire palla rasoterra rapidamente in zona mediana dove si ricercano maggiormente due sviluppi. Il motivo risiede principalmente nel fatto che la Pro Vercelli dispone di pochi elementi propensi al possesso palla (Vives e Aramu), ma di molti giocatori tatticamente intelligenti e bravi a muoversi senza palla.
Il primo, quando viene cercato Vives, ha l’obbiettivo di spostare velocemente palla da destra a sinistra o viceversa. Le varianti a riguardo possono essere con un cambio gioco diretto o con una iniziale ricerca di un uomo tra le linee (Emmanuello o Aramu) e successiva giocata in ampiezza in modo tale da dare i giusti tempi agli esterni di avanzare e rifinire l’azione con un cross dalla trequarti alle spalle dei difensori o dal fondo per sfruttare soprattutto le doti aeree di Rolando Bianchi, piuttosto che gli inserimenti della mezz’ala opposta al lato palla. Sotto questo aspetto Emmanuello mostra ottimi tempi di lettura dell’azione, tanto da ricercare spesso la rifinitura con un cross dall’esterno di destra. Se ben eseguito, questo sviluppo offensivo offre anche i giusti tempi di gioco all’esterno opposto a quello che crossa di avanzare sulla trequarti pronto a lavorare sulle seconde palle.
Il secondo sviluppo vede servire direttamente gli esterni che con il piede più interno al campo cercano una giocata ad un tempo di gioco per una delle due punte. Se non si riesce ad attaccare la profondità, soluzione maggiormente perseguita con Morra, si lavora sulle seconde palle soprattutto con Aramu o con le mezz’ali a sostegno in zona, dove a quel punto la scelta prioritaria è la ricerca dell’ampizza sugli esterni che salgono.
La ricerca diretta delle due punte con una soluzione a scavalcare la linea mediana, viene ricercata anche quando la palla è nei piedi di Provedel, meno abile nel giro palla, ma abbastanza preciso nei rinvii.
Un’ultima soluzione perseguita e il fraseggio con palla rasoterra per vie centrali con lavoro di scarico della punta per la conclusione da fuori area da parte dell’altro attaccante o di una mezz’ala che si alza tra le linee.
FASE DI NON POSSESSO
La fase di non possesso viene interpretata con un 1-3-5-2, dove non si cerca un veloce recupero della palla, bensì si aspetta l’avversario con una prima linea di pressing abbastanza bassa a chiusura delle vie centrali e conseguente invito a giocare forzatamente sul laterale perlopiù con palle a lunga gittata. Questo tipo di soluzione è la conseguenza anche del lavoro di copertura che la mezz’ala sul lato palla mette in atto per ostruire la linea di passaggio corta tra il difensore centrale e il terzino. A seconda della zona palla si alza sulla prima di linea di pressing Germano a destra piuttosto che Emmanuello a sinistra. La prima linea di pressing si alza esclusivamente sul tempo di retropassaggio da un centrale di difesa all’altro, ossia su un tempo di gioco dove la palla è coperta.
L’attacco forte alla palla si verifica principalmente quando l’avversario cerca soluzioni per vie centrali grazie anche alla densità di giocatori della Pro Vercelli per consentire un rapido recupero del possesso o con il difensore che esce in maniera aggressiva sulla punta avversaria girata con le spalle alla porta.
La tendenza a coprire l’imbuto difensivo si verifica non solo a squadra schierata con 2 linee molto schiacciate composte da 5 difensori e 3 centrocampisti pronti ad aggredire le punte sul la seconda palla, ma anche su improvvise perdite del possesso nella propria metacampo.
Questo tipo di scelta offre comunque potenziali sviluppi in transizioni offensiva principalmente con Aramu, bravo a smarcarsi preventivamente e sfruttare gli spazi a disposizione per pericolose ripartenze.
Se al posto di Aramu gioca Morra, più propenso ad attaccare la profondità, lo smarcamento preventivo viene eseguito da Vives.
Come dimostrano anche le immagini la scelta di attendere l’avversario nella propria metacampo optando per una copertura dell’imbuto difensivo non offre molte linee di passaggio per le imbucate centrali e concede giocate forzate sulle fasce, ma espone talvolta la squadra di Longo a subire un pò troppe conclusioni da fuori area sulle quali, però, Provedel dimostra di essere attento e reattivo.