Il 21 luglio 2016, la Federcalcio spagnola annuncia Julen Lopetegui come nuovo commisario tecnico della nazionale di calcio sostituendo Vicente del Bosque.
Il 6 ottobre si è disputata Italia – Spagna allo Juventus Stadium, la squadra di Lopetegui gioca con un 4-3-3 con De gea in porta, Alba e Carvajal esterni bassi, Piquè e Ramos centrali di difesa, a centrocampo Iniesta e Koke fungono da mezzali mentre Busquets è il mediano davanti alla difesa, in attacco ci sono Silva e Vitolo laterali alla punta centrale Costa.
Fase di possesso palla
La Spagna imposta la partita sul possesso palla e tale è favorito anche dalla poca pressione italiana, infatti a fino primo tempo la percentuale sfiora l’80% per gli spagnoli.
Le azioni manovrate dei giocatori di Lopetegui iniziano sempre dai due difensori centrali Ramos e Pique, a turno uno tra Iniesta e Busquets si abbassa a prendere palla e i due terzini, Alba e Carvajal si alzano molto, anche oltre la linea dei centrocampisti.
Durante il lungo “tiki taka” spagnolo, gli esterni di difesa diventano delle ali aggiunte e le mezzali Iniesta e Koke hanno il compito di allargarsi sulla linea laterale per creare ampiezza al centrocampo e favorire il giro palla anche con i centrali difensivi.
Silva, rispetto a Vitolo, si accentra e arretra molto rispetto alla sua posizione di ala sinistra, scende spesso fino a centrocampo per prendere palla e impostare il gioco, la fascia sinistra è quindi occupata dal solo Alba ( e Nacho dal 22esimo minuto).
Raramente la Spagna cambia gioco con lanci lunghi, quindi nel caso in cui ci sia alta densità di giocatori italiani da un lato, la formazione spagnola gira il gioco dall’altra parte con diversi passaggi dando tempo a tutta la squadra di spostarsi.
Quando la fase offensiva spagnola avanza verso l’area avversaria, Iniesta e Koke si posizionano sulla trequarti avversaria per creare un giro palla in più ma soprattutto per evitare ripartenze nella fascia centrale del campo; in questo sono aiutati da Buquets che rimane tra la loro linea e quella di Ramos e Pique.
Il secondo tempo inizia come è finito il primo, Lopetegui non modifica nulla, molto possesso palla cercando di creare lo spazio tra le linee e verticalizzando appena c’è la possibilità.
Il gol di Vitolo al 55esimo minuto (viziato dall’errore di Buffon) avviene appunto da una verticalizzazione di Busquets che serve l’ala spagnola in profondità, da quel momento la Spagna rallenta i ritmi gestendo ancor di più la palla, inizia ad affidarsi anche ai lanci lunghi, causa pressing alto dell’Italia, verso la punta Costa e Morata quando prende il suo posto.
Al gol del pareggio di De Rossi all’82esimo minuto, entra in campo Thiago al posto di Vitolo, Lopetegui cambia modulo di gioco, da 4-3-3 passa al 4-2-3-1 dove Koke e Busquets sono i mediani davanti alla difesa, Thiago si posiziona al centro fungendo da trequartista, alla sua sinistra vi è Iniesta mentre a destra Silva, con unica punta Morata.
Il tempo però è troppo poco e il risultato non cambia.
Fase di non possesso palla
In fase di non possesso la formazione Spagnola aumenta la densità a centrocampo portando due giocatori davanti alla difesa, spesso Koke e Busquets; Vitolo e Silva arretrano sulle fasce mentre Iniesta il più delle volte rimane alto diventando quasi un trequartista con il compito di ricevere la palla quando viene recuperata e trasformare immediatamente l’azione da difensiva in offensiva, verticalizzando velocemente per Costa o per gli esterni.
Quando l’Italia riesce a superare la metà campo, la maggior parte delle volte con un lancio lungo dalla difesa, vi è lo stesso una grande densità di giocatori spagnoli intorno al portatore di palla così da favorire un rapido recupero del pallone e cogliere scoperte le linee italiane.
L’obiettivo della Spagna è ricercare il più velocemente possibile il possesso della palla, l’altissimo pressing sui giocatori italiani ma soprattutto sui tre difensori, Barzagli, Bonucci e Romagnoli ne è la dimostrazione.
I centrocampisti Iniesta e Koke ma anche gli esterni di difesa, si alzano molto, spesso la squadra spagnola arriva a pressare gli avversari dentro la loro area obbligandoli al lancio e il più delle volte all’errore.
Nel secondo tempo l’intensità del pressing spagnolo inizia a calare dopo il gol di Vitolo, la formazione spagnola concede il possesso palla ai difensori italiani aspettando nella propria metà campo lasciando a Morata il compito di primo disturbatore.
La densità però intorno ai giocatori italiani non cambia, Lopetegui chiama la squadra stretta per favorire i raddoppi nella fascia centrale del campo.
Dopo il pareggio dell’Italia su rigore, la Spagna tenta di tornare in vantaggio concedendo però diverse occasioni agli attaccanti italiani in pochi minuti.
Un pareggio molto stretto alla squadra allenata da Lopetegui visto la qualità del gioco espresso, ma comunque un punto nella trasferta, almeno sulla carta, più dura del girone non è da gettare via.