E’ durata un mese la “crisi” della nuova Atalanta di Giampiero Gasperini. Lo storico ex-allenatore del Genoa, dal 21 agosto al 21 settembre ha raccolto solo 3 punti in 5 partite, ed è andato vicinissimo all’esonero, l’ennesimo lontano dall’amata Genova rossoblu. Dalla trasferta di Pescara (contro il Crotone, in campo neutro) però, la Dea ha cambiato marcia, inanellato 8 risultati utili consecutivi, 7 vittorie, 3 delle quali prestigiosissime (contro Napoli, Inter e Roma), e soprattutto sviluppato dei principi di gioco affascinanti e modernissimi.
Fase di possesso
Gasperini ha deciso di adottare la difesa a 3 anche a Bergamo, giocando la maggior parte delle volte con due terzini adattati come difensori centrali esterni, proprio perchè hanno le caratteristiche e il piede giusto per giocare sulle fasce. I bergamaschi partono con un modulo di base che è il 3-4-1-2, che però si modella di situazione in situazione a seconda di quello che è l’avversario che si affronta.
Contro la Roma l’allenatore ha scelto di adottare un 3-4-3, iniziando la gara mettendo Gomez a destra, e Kurtic a sinistra.
Il gioco dell’Atalanta si sviluppa quasi esclusivamente sulle fasce. L’azione parte da dietro, con uno dei due centrali laterali che cerca lo scambio con l’esterno di riferimento, la mezz’ala, ed anche l’ala. I calciatori creano in continuazione dei triangoli, o rombi, mobili, che danno la possibilità al portatore di palla di avere molte soluzioni, e allo stesso tempo creando la superiorità sulla fascia.
L’area centrale del campo è poco utilizzata, se non come un’area di “transizione” in cui la palla passa per andare da una parte all’altra del campo, motivo per il quale l’Atalanta non ha nel suo organico un regista, o un elemento che ha compiti di regia.
Lo sviluppo del gioco sulle fasce ha l’obiettivo di mettere in difficoltà la squadra avversaria, a prescindere che essa marchi a zona o ad uomo, e di creare opportunità tramite cross in area, dove staziona stabilmente la punta prescelta da Gasperini, ovvero Petagna, e a turno una delle mezz’ali (a volte anche entrambe).
Di particolare rilevanza sono i movimenti della stella della squadra, Alejandro Gomez, ex-Catania e Metalist. Da ala pura, Gomez arretra nell’half spaces per cercare di creare scompiglio nelle difese avversarie, con dribbling vari, e provando il tiro da fuori, e allo stesso tempo liberando spazio sulla fascia per l’accorrente esterno sinistro.
Fase di non possesso
Affrontare l’Atalanta è difficilissimo soprattutto per il sistema di marcature ad uomo che l’allenatore imposta. In Atalanta-Roma nel primo tempo i neroazzurri hanno deciso di lasciare libero Manolas per impostare la manovra, marcando a uomo i tre centrocampisti giallorossi (Kessie ha marcato Strootman, Gagliardini a turno De Rossi e Nainggolan), e l’altro sbocco possibile della manovra, ovvero Bruno Peres a destra (marcato da Kurtic). Nel secondo tempo i neroazzurri hanno scelto di lasciare invece libero Fazio, che è andato notevolmente in difficoltà in fase di impostazione.
Il punto di forza dell’Atalanta è l’organizzazione. I bergamaschi sono attentissimi a scalare le marcature, quando una di questa “salta”, ma allo stesso modo innescano un meccanismo di pressing alto e forsennato, che mette in confusione l’avversario. I ragazzi di Gasperini circondano il portatore di palla creando superiorità in modo da cercare subito il recupero della palla, e la veloce transizione positiva susseguente.
I gol dell’Atalanta nella sfida contro la Roma sono nati in maniera molto casuale. Il pareggio di Caldara, arrivato dagli sviluppi di un calcio piazzato, con il difensore che si è trovato in area di rigore e ha colpito la palla in maniera fortunosa dopo una serie di rimpalli, mentre il rigore finale è nato da un errore tecnico chiarissimo di Paredes, che ha steso il connazionale Gomez in area.
Il tutto può trarre in inganno, l’Atalanta ha impresso i suoi ritmi di gioco per quasi tutti i 90 minuti, e soprattutto per i decisi 30 finali, decidendo di difendere sempre in avanti, andando a pressare l’avversario in zone alte del campo, rischiando anche di subire in contropiede.
Una menzione particolare va fatta per Gagliardini e Kessie, i due centrocampisti hanno dato un apporto in fase di possesso e non possesso veramente importante, in particolare l’ivoriano è stato schierato in tre ruoli durante la stessa gara, risultando decisivo in ognuno di essi.
Da mezz’ala ha marcato perfettamente Strootman, da esterno sinistro per una manciata di minuti ha creato non pochi problema alla difesa avversaria, da ala destra pura ha praticamente dato la svolta alla partita, creando l’azione che ha portato all’1-1, e tutt’una serie di pericoli susseguenti. Quantità, qualità e duttilità, che si nota in altri elementi della rosa, da Kurtic (il jolly di Gasperini) a Zukanovic, da Gomez a D’Alessandro, e che sta permettendo alla “Dea” di volare nelle zone più alte della classifica.