“Gu Gara Athletic!!!” ovvero “L’Athletic vincerà!!!” è il grido in lingua basca che si solleva dallo Stadio San Mames, casa dell’Athletic Club meglio conosciuto come Athletic Bilbao. Pur essendo notoriamente una società che, per forte senso indipendentista tipico dell’affascinante cultura basca, limiti gli orizzonti dello scouting ai confini regionali compresi tra la zona dell’Higoalde (Paesi Baschi Meridionali Spagnoli) e dell’Iparralde (Paesi Baschi Settentrionali Francesi), rappresenta uno dei sodalizi di maggior successo nella storia del calcio iberico. Insieme al Real Madrid e al Barcellona è l’unico club a non essere mai retrocesso durante la sua secolare esistenza. Un settore giovanile di primissimo piano ha sfornato nel tempo giocatori di spessore internazionale come Josè Angel Iribar (portiere finalista di Coppa Uefa nel 1977 e titolare nella nazionale spagnola), Asier Del Horno (poi centrocampista di Chelsea e Valencia), Fernando Llorente per poi arrivare agli attuali Aritz Aduriz, Iker Muniain, Aymeric Laporte e Inaki Williams, che ben figurano nello scacchiere del tecnico Valverde. Proprio quest’ultimo, in virtù delle ultime stagioni che hanno visto i baschi in pianta stabile nelle principali competizioni europee (compresa una partecipazione in Champions League nella stagione 2014/2015), ha attratto la curiosità degli addetti ai lavori a tal punto da indicare Valverde come uno dei principali candidati alla successione di Luis Enrique che a fine stagione quasi sicuramente saluterà Barcellona.
Più specificatamente andiamo ad analizzare l’impianto di gioco dell’attuale stagione dell’Athletic Bilbao. Il sistema basilare è il 4-2-3-1 che diventa un 3-3-4 in fase di possesso e un 4-4-2 in fase di non possesso. Al di la’ dei numeri sopra menzionati bisogna sviscerare le due fasi.
L’impostazione nasce spesso dal basso con il pallone in possesso del portiere con centrali aperti sull’ampiezza dell’area di rigore, terzini avanzati sulla linea di centrocampo, mediani scaglionati in verticale con Iturraspe che scende in mezzo ai due difensori e San Jose’ che resta alto alle spalle dei 4 più avanzati (da sinistra a destra Muniain, Aduriz, Williams e Raul Garcia). Contrariamente alla cultura iberica che prevede un’ “esasperazione” del possesso a palla bassa fatto di fraseggi in spazi brevi quasi a rallentare i ritmi di gioco in certi momenti, Valverde va in controtendenza. Infatti la tendenza dell’undici basco è di giocare su ritmi ad alta intensità con la veloce ricerca di una soluzione in verticale per sfruttare sia le situazioni di uno contro uno nelle quali vengono a trovarsi i 4 giocatori più avanzati che mostrano ottime doti nella rapidità, nel dribbling e nell’attacco alla profondità.
Le soluzioni vengono per lo più ricercate con una giocata diretta quando la palla viene servita dai due centrali di difesa, piuttosto che da una giocata a due tempi con deviazione di testa di Aduriz. Se queste ultime due soluzioni non trovano sfogo si lavora tanto sulla seconda palla soprattutto con San Josè, e a quel punto con il baricentro alzato si ricercano soluzioni a palla bassa che tendono a premiare soluzioni in profondità sulla corsia mancina con Muniain, il migliore della squadra nel superare l’avversario in 1 vs 1, e con Raul Garcia dalla parte opposta. Quest’ultimo mostra una maggiore tendenza ad accentrarsi sia in conduzione palla che con un movimento senza palla a liberare lo spazio per la sovrapposizione di De Marcos, uno degli elementi più interessanti dell’Athletic. L’obbiettivo è premiare i movimenti di taglio in diagonale di Williams (zona primo palo) e Aduriz (centro porta) e dell’esterno opposto (secondo palo) sia che la palla si trovi all’altezza della trequarti o sul fondo campo.
Questa impostazione su alti ritmi di gioco trova riscontro anche nella fase di non possesso. Infatti la prima linea di pressing viene attuata in zona offensiva con un attacco forte al possessore palla con chiusura delle rimanenti linee di passaggio sugli appoggi. Il baricentro della squadra rimane alto con la linea difensiva collocata dieci metri prima del cerchio di metacampo a compattare lo schieramento. Questo tipo di atteggiamento può generare una rapida riconquista del possesso con la possibilità di veloci transizioni offensive a sfruttare rapide imbucate con i 4 avanzati. Diversamente obbliga l’avversario ad una giocata a palla alta, sia per le punte che, con la porta alle spalle, vengono subito contrastati dalla marcatura aggressiva della coppia difensiva centrale formata da Laporte e Yeray, sia per il cambio gioco sugli esterni dove Balenziaga e De Marcos si mostrano lucidi e attenti nelle chiusure delle diagonali.
Qualora venisse saltata la prima linea di pressing, il ripiegamento nell’imbuto difensivo avviene in maniera rapida con due linee corte da 4 che con la loro densità oltre a chiudere gli spazi centrali occupano bene le zone per eventuali intercetti di cross e traversoni. (NP 10) A comporre la linea dei 4 di centrocampo oltre ai due mediani intervengono in ripiegamento anche Raul Garcia a destra e Muniain a sinistra. Restano avanzati Aduriz e Williams.
Quest’ultimo elemento è sicuramente un valore aggiunto in queste situazioni perchè bravo a smarcarsi preventivamente e a generare situazioni di rapide transizioni offensive con la sua rapidità e con la sua bravura ad attaccare la profondità, nelle quali la compagine di Valverde ha già mostrato diverse volte di poter ribaltare completamente l’azione facendo male al proprio avversario.
Rappresentano altresì un punto di forza le palle inattive da calcio d’angolo. Nello specifico la soluzione maggiormente ricercata è la costruzione di blocchi per favorire la ricerca dell’attacco sul primo palo di San Josè, un vero e proprio valore aggiunto in queste situazioni non solo per la statura fisica, ma per l’ottima scelta nei tempi per la ricerca dello stacco aereo. La situazione tipica in questo caso è la costituzione di blocchi appena oltre il limite per favorire l’inserimento di San Josè, con la zona primo palo che viene dapprima occupata da un compagno di squadra che sul tempo della rincorsa scappa per creare spazio.
In caso di respinta della difesa si cerca un rapido lavoro sulla seconda palla sia sottoforma di nuova giocata in area (zona secondo palo) sia con una conclusione diretta.
Riprendendo quanto esposto all’inizio di questo articolo la filosofia di gioco di Valverde è in controtendenza con quella praticata nel calcio spagnolo, soprattutto sotto il profilo della gestione prolungata del possesso palla dove il Barcellona ne è la migliore esemplificazione. L’eventuale opzione da parte del club blaugrana di puntare sull’attuale tecnico dell’Athletic Bilbao incuriosisce sotto tale aspetto. Sicuramente verrebbe premiato l’atteggiamento aggressivo e la praticità del suo gioco che se ben combinato con la filosofia catalana potrebbe dare grandi risultati.
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