È stato annunciato come nuovo allenatore del Bayern Monaco pochi giorni prima di alzare al cielo la DFB-Pokal proprio contro i bavaresi, riportando il Francoforte in Europa, dove mancava da anni. Per sua stessa ammissione, non stava pianificando di lasciare “le Aquile”, ma “pochissime persone hanno la possibilità di allenare il Bayern”. La conoscenza della lingua tedesca e della Bundesliga sono stati i fattori chiave che hanno guidato la scelta del direttore sportivo del Bayern, Hasan Salihamidzic, su Niko Kovac.
Il tecnico croato, classe ’71, inizia il suo percorso da allenatore come commissario tecnico dell’U-21 croata nel 2013, per poi passare alla nazionale maggiore nel biennio 2013-15. Nel marzo del 2016 arriva a Francoforte e ci resterà per le due successive stagioni, in cui colleziona un 11° e un 8° posto, insieme ad una Coppa di Germania.
Le Aquile di Kovac sono una squadra che fa dell’etica del lavoro il proprio punto di forza: sono tantissimi i giocatori “rilanciati” dall’allenatore croato, da Boateng a Rebic, passando per J. De Guzman. Il modulo di partenza è solitamente il 5-3-2: la difesa a 3 garantisce stabilità difensiva e dà la possibilità di costruire l’azione con pazienza dal basso, ma una parte importante dell’idea di Kovac sono sicuramente le transizioni, sia difensive che offensive.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso la squadra si schiera con un 3/1-4-2, in cui i tre difensori centrali, Salcedo, Abraham e Falette più il mediano Hasebe garantiscono spesso un’uscita pulita della palla dal basso; l’ampiezza è garantita dai due esterni, Da Costa e Chandler, che si alzano all’altezza degli interni, Boateng e Wolf: si crea così una linea di 4 giocatori che, alle spalle della seconda linea di pressione degli avversari cercano di smarcarsi e di ricevere palla per puntare la porta. I due attaccanti, Haller e Rebic, possono giocare sia in verticale (1+1), che in orizzontale, in diverse altezze: sia più verso gli interni che più esterni per giocare di sponda.
COSTRUZIONE
La costruzione bassa del Francoforte è corta e la squadra è aperta in presenza di rinvio dal fondo a favore con assenza di pressione; se invece il rinvio dal fondo è pressato, si preferisce una costruzione medio/alta tramite rilancio del portiere verso la fascia sinistra per una spizzata, molto spesso di Chandler, oppure di Boateng o di Haller, per l’attacco della seconda palla o di Rebic o di Boateng che effettuano un taglio in diagonale.
In caso di costruzione bassa, il giropalla del rombo di costruzione (3+1) è finalizzato a cercare gli interni, Boateng e Wolf, che si posizionano dietro il centrocampo avversario (contro un 4-3-3, alle spalle degli interni), o anche un movimento incontro, sempre nella stessa porzione, di una delle due punte, se vengono a giocare in verticale. Se non si riesce a manipolare la struttura difensiva avversaria, tutti e tre i difensori centrali possono ricorrere ad un cambio di gioco per l’esterno di parte opposta (Chandler o Da Costa) che può essere o servito sulla corsa e puntare l’avversario o agire da sponda per il taglio in diagonale dell’interno o della punta di parte.
In linea generale, la tendenza è giocare la palla dal basso senza forzare la costruzione, ma se i difensori e il mediano sono pressati, si lancia per i giocatori che possono fare da sponda.
SVILUPPO
Una volta entrati nella metà campo avversaria, lo sviluppo della manovra è prevalentemente diretto e dislocato sull’esterno: si innescano ripetute catene laterali tra esterno, interno e punta di parte; a destra, Da Costa garantisce l’ampiezza e Wolf si inserisce con tagli diagonali anch’esso verso l’esterno, con Haller che preferisce rimanere più centrale; a sinistra, Chandler garantisce l’ampiezza e i tagli esterni sono effettuati da Rebic, con Boateng che presidia il corridoio interno e si inserisce in un secondo momento.
Può accadere, ma non spesso, che nella fase di sviluppo entrambi gli esterni siano molto alti sul campo: in questo caso la copertura preventiva sul lato debole può mancare, specie dal lato di Da Costa. In zona centrale, Hasebe è spesso portato ad aggredire in avanti ma a volte è mal posizionato nel coprire le linee di passaggio e in ritardo nella lettura degli inserimenti alle sue spalle. In generale la squadra se è in possesso di palla ha un atteggiamento equilibrato e non rischia di subire un contropiede, grazie alla copertura data come minimo dai 3 difensori, il mediano e a volte l’esterno del lato debole.
RIFINITURA E FINALIZZAZIONE
Come conseguenza dello sviluppo, anche lo spazio di rifinitura del Francoforte è molto spesso esterno: cross e traversoni, sia verso il centro dell’area che verso il limite sono gli strumenti preferiti. Rebic, Da Costa e Wolf sono i giocatori che effettuano più cross a partita, in media 15.
L’area è attaccata al centro da una delle due punte (più spesso Haller), al limite dell’area si posiziona Boateng, e il secondo palo è la meta dei tagli dei quinti di centrocampo. Se la palla è sull’esterno destro, Wolf può cercare di essere imbucato con un taglio sul primo palo.
Se gli avversari non concedono inizialmente lo spazio per un cross, Rebic (9) o Da Costa (5) in possesso della palla possono cercare 1v1 contro il difensore esterno, con buone possibilità di riuscita, rispettivamente 8/9 e 4/5 vinti.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso lo schieramento preferito è il 5-3/2, la squadra dopo una prima pressione alta rimane compatta ma aggressiva, in modo da togliere tempo e spazio di gioco agli avversari.
PRESSIONE ALTA
Il rinvio dal fondo degli avversari è sempre pressato, la dislocazione è alta e il riferimento è l’uomo: contro il 4-3-3 del Lipsia, i due attaccanti sono andati a prendere i due difensori centrali, Wolf si è alzato sul mediano e Hasebe e Boateng hanno preso gli interni, in una sorta di 5-2-1-2, che ha lasciato i terzini del Lipsia liberi, e in difesa un 5 contro 3 a favore del Francoforte.
La squadra di Kovac nella prima pressione rimane molto compatta nella sua struttura di 5-3-2 quando i centrali della squadra avversaria si scambiano la palla; non appena il pallone viaggia verso il terzino, parte l’innesco del pressing dell’interno di parte, che, se fatto col tempo giusto, costringe il terzino a tornare dai centrali che vengono attaccati con forza dalle due punte. Il rilancio impreciso della difesa verrà attaccato dall’esterno o dal laterale di parte opposta che darà via alla transizione offensiva.
Se la pressione alta non va a buon fine, è possibile trovare spazio tra le linee di difesa e centrocampo a causa di un posizionamento non sempre corretto di Hasebe, ma anche sul lato debole se la squadra avversaria è abile nell’uscire palla al piede.
DIFESA BASSA
Nelle fasi di difesa posizionale la squadra adotta un 5-3/2: la pressione sul portatore di palla è presente ma la squadra cerca comunque di rimanere compatta.
Lo spazio concesso lo si può trovare alle spalle del centrocampo, vista l’attitudine aggressiva del reparto: tutti e tre i centrocampisti sono poco attenti a coprire e a capire cosa succede alle loro spalle, possono essere messi in difficoltà se vengono attaccati con una palla libera.
Gli smarcamenti preventivi sono effettuati principalmente da Rebic e Wolf che cercano di defilarsi con tagli in diagonale.
LINEA DIFENSIVA
Lo stile difensivo adottato è a uomo nella zona, ma la linea si spezza continuamente per prendere gli smarcamenti in appoggio e a sostegno degli attaccanti avversari, con qualche difficoltà da parte di Chandler e Salcedo nel prendere gli inserimenti.
Il riconoscimento della palla scoperta è buono, anche se Da Costa non è sempre ben posizionato con i piedi, e la linea difensiva prova molto spesso l’elastico difensivo, con qualche pericolo quando Abraham prova individualmente a mettere in fuorigioco l’attaccante ma senza controllare la posizione dei compagni alle sue spalle.
Su palla laterale la linea gestisce le marcature prendendo i giocatori a uomo sfruttando la superiorità numerica, anche se Falette ha qualche problema nell’accorciare la distanza nella marcatura. La maggior parte delle occasioni concesse sono avvenute da azione manovrata sulla fascia sinistra, con difensori e centrocampisti di parte in ritardo nell’accorciare.
TRANSIZIONI
TRANSIZIONE OFFENSIVA
L’atteggiamento della squadra in transizione offensiva è quello di andare direttamente su un attaccante, molto spesso Haller, che da una pausa e fa da sponda per gli smarcamenti a sostegno di Rebic e Boateng a sinistra e di Wolf e Da Costa sulla destra.
Se gli avversari non concedono lo spazio o gli attaccanti non si sono smarcati preventivamente, si ritorna in palleggio per costruire da dietro, ma questo accade molto raramente.
TRANSIZIONE DIFENSIVA
Non appena la squadra perde la palla dopo una azione organizzata si dà priorità alla riaggressione; quando non è fatta con la giusta intensità è possibile trovare spazio al di là del centrocampo se la difesa non accompagna e se Hasebe non è ben posizionato.