Senza fare tanti giri di parole, possiamo affermare che Cesare Prandelli è un trasformista. Lui infatti non è un allenatore orientato su uno solo o pochi schemi di gioco fissi, ma adatta invece il proprio gioco in base ai giocatori che ha a disposizione. Anzi lui ama cambiare spesso sistema di gioco, anche durante la partita stessa.
In particolare Prandelli decide come organizzare il gioco della sua squadra partendo spesso dal centrocampo. Per lui infatti, il centrocampista è un ruolo cardine del suo gioco, ed in base alle caratteristiche dei suoi centrocampisti costruisce lo schema di gioco della sua squadra.
Tutto questo si è potuto notare ampiamente durante il suo quinquennio da allenatore della Fiorentina, dal 2005 al 2010, in cui ha alternato durante le stagioni centrocampisti di contenimento (come Donadel, Brocchi e Felipe Melo), giocatori più tecnici (come Montolivo, Zanetti e Liverani) e centrocampisti di spinta, molto offensivi (come Vargas, Semioli e Santana).
Ma da CT della Nazionale Italiana, Prandelli ha avuto la possibilità di scegliere quale tipo di giocatori convocare, e quindi di scegliere in piena libertà anche l’impianto di gioco che avrebbe dato alla sua squadra, senza doversi adattare come in passato.
Prandelli allora sceglie di chiamare solo centrocampisti di qualità, con ottime capacità tecniche e di palleggio, oltre che di inserimento, rinunciando quasi del tutto a mediani di rottura e contenimento. L’unica eccezione può essere considerata la convocazione di De Rossi, ottimo in fase difensiva, ma pur sempre un giocatore di grande tecnica e abilità nel possesso palla.
In seguito a questa decisione, la lista dei centrocampisti convocati per Euro 2012 risulta essere questa:
In particolare i 4 centrocampisti titolari erano Pirlo, Marchisio, De Rossi e Montolivo, schierati a rombo. Un centrocampo senza dubbio tra i più forti del torneo, con Marchisio che allora aveva appena raggiunto la maturazione tecnico-tattica, Montolivo e De Rossi erano nel periodo di maggiore forma fisica e tecnica della loro carriera, e Pirlo era già diventato una leggenda a livello mondiale.
Loro 4 insieme hanno dato vita a quello che fu chiamato “centrocampo rotante“, per l’abilità dei suoi interpreti di intercambiarsi di posizione più, e più volte, all’interno della stessa partita.
Analisi dei movimenti del Centrocampo Rotante
Come già accennato in precedenza, i 4 giocatori inizialmente si schierano come un classico rombo di centrocampo, con Pirlo vertice basso, Montolivo schierato come rifinitore da vertice alto del rombo, con Marchisio e De Rossi ai lati, rispettivamente a destra e sinistra. Ma posso assicurarvi che il centrocampo ideato da Prandelli non aveva davvero niente di “classico“.
Nonostante siano tutti e 4 giocatori dall’alto tasso tecnico, e molto capaci in fase di palleggio, ognuno dei 4 centrocampisti aveva un compito specifico: Pirlo aveva il classico ruolo di regista ed il compito di far iniziare l’azione, De Rossi invece aveva il compito di proteggere la difesa rimanendo in un ruolo di maggiore interdizione, mentre Montolivo aveva il compito di sostenere i due attaccanti e di fungere da rifinitore, ed infine Marchisio doveva inserirsi costantemente senza palla per fornire nuove soluzioni offensive.
Ma nonostante l’esistenza di questi compiti del singolo giocatore, il centrocampo di Prandelli, si muove e gioca come un reparto molto compatto, come un’entità unica, e proprio per questo poco importa se in alcuni momenti della partita i 4 giocatori si trovano a posizioni invertite.
In fase di possesso palla si creano durante lo sviluppo della partita 2 differenti schieramenti.
Nel primo caso Pirlo rimane isolato in posizione centrale davanti alla difesa, ad impostare il gioco, con i due interni De Rossi e Marchisio che si alzano sulla trequarti affiancando Montolivo, fungendo quasi da ali esterne.
Quando però succede questo, è possibile notare una sottile differenza nel posizionamento di Marchisio e De Rossi. Marchisio infatti, nonostante le ottime capacità di corsa ed inserimento, e quindi adatto per giocare in fascia, gioca leggermente più accentrato rispetto a quanto invece fa De Rossi, che si allarga notevolmente sulla destra. Questo perché il terzino di destra, che poteva essere Maggio, Abate o Balzaretti, ha maggiore licenza di spingere in avanti rispetto al terzino di sinistra, che spesso era Chiellini.
Nel secondo caso invece, come succedeva il più delle volte, quando erano i difensori italiani ad essere in possesso della palla, sia Pirlo che De Rossi si abbassano centralmente per ricevere palla ed impostare, ed anche per rimanere in copertura in caso di transizione negativa, con Marchisio che si alza insieme a Montolivo, sempre centralmente, componendo così uno schieramento del centrocampo su due livelli abbastanza simmetrici.
Da questa posizione gli sviluppi di gioco possono essere davvero tanti. Ad esempio, quando la seconda punta, Cassano, si abbassa sulla trequarti o sulla linea dei centrocampisti per ricevere palla, Montolivo e Marchisio immediatamente si allargano sulle fasce e si posizionano sulla linea della prima punta, Balotelli, andando a creare una specie di 4-2-3-1 o addirittura un 4-3-3.
Oppure, un’altra azione sfruttata molte volte è Marchisio che si allarga in modo da effettuare un inserimento in area dall’esterno verso l’interno, passando alle spalle dei difensori, con Montolivo, rimasto in posizione centrale, che tenta di servirlo.
Inoltre, durante le fasi in cui la squadra è schierata con questo 4-2-2-2, i 4 centrocampisti aumentano notevolmente il numero di passaggi tra di loro, con sopratutto Montolivo che funge molto da appoggio ai suoi due compagni rimasti in posizione più arretrata, ma comunque senza far mai mancare l’appoggio anche ai due giocatori d’attacco.
Durante queste occasioni in cui Montolivo si abbassa un po’ per dialogare con Pirlo e De Rossi, è Marchisio ad alzare il suo raggio d’azione, cercando di giocare tra le linee avversarie, e ricevendo, insieme agli attaccanti, le verticalizzazioni degli altri 3 centrocampisti, in particolare di Montolivo.
Invece quando tutti e 4 i giocatori di centrocampo si trovano molto bassi, magari perché hanno appena riconquistato palla in difesa, cercano subito il lancio lungo verso Balotelli, scavalcando le linee avversarie, in modo da far salire la squadra.
Anche in fase di non possesso, lo schieramento in campo dei 4 centrocampisti di Prandelli è molto variabile, così come in condizione di controllo del pallone. Esso dipende molto dal posizionamento e dall’intensità dell’offensiva avversaria.
Infatti i centrocampisti italiani sono abili nel leggere le situazioni di gioco, anche in fase difensiva, ed alternano così uno schieramento in linea con uno schieramento più scaglionato.
Lo schieramento in linea, che porta lo squadra a disporsi in un classico 4-4-2, viene utilizza in assenza di giocatori avversari tra le linee e quando la manovra avversaria si sviluppa principalmente in orizzontale piuttosto che in verticale, oppure quando provano a sfondare sulle fasce.
Mentre invece, con l’attacco avversario che si sviluppa con verticalizzazioni veloci e continui in zona di rifinitura, il centrocampo si dispone invece in maniera più scaglionata. Questo schieramento permette di coprire meglio gli spazi e costringe gli avversari a giocare in orizzontale, con una manovra più lenta e prevedibile.
Poi, quando invece gli avversari non sembrano spingere molto all’attacco, ed effettuano un calmo giro palla con i difensori, la squadra si posiziona con un 4-3-1-2, con De Rossi e Marchisio, stretti vicino a Pirlo, e Montolivo più avanzato.
In questi casi infatti è proprio Montolivo stesso ad effettuare il pressing verso i portatori di palla avversari, supportato in maniera discontinua dai 2 attaccanti, e in caso di loro avanzamento palla al piede gli rincorre incessantemente con un’azione di disturbo.
Sempre durante la fase di non possesso è possibile notare alcune costanti tattiche, come ad esempio la grande vicinanza tra loro dei 4 centrocampisti, effettuando una forte densità intorno al portatore di palla avversario, oppure in altre situazioni la posizione molto larga di Marchisio e De Rossi, per cercare di contrastare l’avanzata dei terzini avversari, con Marchisio che spesso si trova a dover effettuare la diagonale difensiva.
In sostanza le varianti tattiche offerte da un centrocampo composto da questo tipo di giocatori sono davvero molte, con soluzioni sia di tipo offensivo che difensivo, studiate scrupolosamente da Prandelli ed il suo staff con gli interpreti.
Ma come già accennato in precedenza, ciò che ha reso davvero efficacie questo tipo di centrocampo è stato senza dubbio la capacità dei 4 centrocampisti ad adattarsi tutti durante i vari momenti della partita e della competizione, variando notevolmente i loro compiti e la loro posizione più volte, e “ruotando” in continuazione scambiandosi di ruolo tra di loro, come si può vedere nell’immagine sottostante.