Primo vero test match della stagione per due dirette pretendenti al titolo, entrambe provenienti da un’annata sottotono e fuori dall’ Europa: i Blues si sono affidati al carisma di Antonio Conte per ripartire da un anonimo 10 posto, I Reds hanno puntato sull’euforia e il gioco offensivo di Jurgen Klopp, ingaggiato lo scorso ottobre dopo l’esonero di Brendan Rodgers, non riuscendo però ad andare oltre l’8 posto e uscito sconfitto dalla finale di Europa League contro il Siviglia.
Chelsea più compatto e attendista schierato con un 4-1-4-1 con Kanté mediano davanti alla solita difesa (priva di Terry rimpiazzato dal ritorno di David Luiz) e con la linea dei 4 centrocampisti a supporto della punta Diego Costa. Liverpool che si presenta a Stamford Bridge con un 4-3-3 decisamente più offensivo: Lallana, nato come esterno, viene adattato a mezz’ala e fraseggia perfettamente con Manè, arrivato dai Saints nell’ultima sessione di mercato. Clyne offre un eccellente contributo in fase di spinta, andando a completare una spina laterale semplicemente devastante: non a caso la maggior parte delle azioni si sviluppa sulla fascia dx, con il Chelsea che spesso non riesce ad arginare la velocità della squadra ospite, messi in difficoltà dal continuo cambio di posizione tra Lallana e Manè.
Henderson (C) agisce davanti alla difesa con compiti di interdizione e, nonostante non sia un regista alla Pirlo, può impostare l’azione grazie all’ ottimo supporto di G. Wijnaldum, essenziale in questo tipo di gioco visto che è colui che a centrocampo svolge sia fase difensiva sia quella offensiva.
In alternativa, con squadre più allungate, uno dei due centrali Matip o Lovren effettua un lancio lungo verso uno dei 2 esterni d’attacco. La fascia sinistra è composta da Milner, schierato come terzino visto il periodo fuori forma di A. Moreno, e da Coutinho, il fantasista della squadra. Sturridge agisce da prima punta e, con i suoi continui movimenti, garantisce meno punti di riferimento per la retroguardia Blues, sia la possibilità di inserimenti dei suoi compagni.
Il primo tempo è largamente dominato dalla squadra ospite, che conclude meritatamente in vantaggio di 0-2. Sin dall’inizio della partita in FDNP il pressing del Liverpool è molto alto, si cerca di portare più uomini sul portatore e bloccare le linee di passaggio per impedire la costruzione del gioco e ripartire in contropiede per sfruttare la maggior rapidità dei propri giocatori.
La manovra del Chelsea è comunque troppo lenta, il possesso palla sterile e permette alla squadra di Klopp di rientrare e schierarsi con un 4-5-1 con Coutinho e Mane abbassati sulla linea dei centrocampisti. Mignolet nei primi 45’ non viene praticamente mai chiamato in causa.
In FDP la manovra è fluida, condita da un giro palla prettamente offensivo finalizzato alla ricerca di inserimenti. In fase di massima spinta solo la coppia di centrali ed Henderson rimangono a proteggere Mignolet, mentre il resto dei giocatori cerca un varco nei 25 metri dell’area avversaria. Si tratta di una squadra che, anche per le caratteristiche della rosa, è molto efficiente quando si tratta di attaccare a testa bassa, ma manifesta evidenti limiti di gestione della partita e conseguentemente del risultato.
Il reparto arretrato dei Blues mostra problemi tattici e di comunicazione, messi in evidenza soprattutto nell’azione del primo goal subito: una punizione tutto sommato innocua battuta da Coutinho dalla trequarti sinistra viene finalizzata da Lovren, lasciato completamente libero sul secondo palo. Nessuno dei giocatori infatti si era preoccupato di andare a coprire il palo più lontano, ma solo il primo, limitandosi a guardare il pallone, senza rendersi conto che alle loro spalle ci sono ben 4 avversari (di cui uno in fuorigioco) liberi.
Il secondo goal è il culmine di un primo tempo gestito senza troppi problemi: Henderson da fuori area disegna una parabola imprendibile per Courtois.
Durante l’intervallo non ci sono cambi, ma nel secondo tempo il Chelsea appare più propositivo, complice un Liverpool che lascia sempre più spazi, probabilmente dovuto ad un grosso dispendio di energie. Al minuto 60’ Diego Costa accorcia le distanze: l’inserimento di Matic viene premiato da Hazard che serve un pallone in area che il numero 19 deve solo appoggiare.
Per il resto non sono da segnalare grosse occasioni, se non un colpo di testa intorno all’ 80’ di Origi respinto da Courtois, che avrebbe reso ancora più amara la sconfitta a mister Conte.
Nonostante il potenziale per ottenere la vittoria finale in campionato è sicuramente abbondante in ambedue le rose, la sensazione è che entrambe dovranno puntellare i vari reparti durante la sessione di gennaio, considerando il livello delle altre pretendenti.