E’ Massimo Carrera l’ultimo allenatore italiano ad entrare nella folta schiera dei tecnici di casa nostra capaci di portare al successo squadre straniere: il “suo” Spartak, dominatore dei campionati russi nella prima decade post crollo dell’Unione Sovietica (ben 9 dei primi 10 disputati), torna a vincere il titolo dopo 16 anni. E pensare che Carrera era arrivato ad agosto a Mosca per fare il vice di Alenicev (suo vecchio compagno alla Juve all’inizio degli anni Novanta) e si è ritrovato inaspettatamente capo allenatore quando la dirigenza dello Spartak, prima dell’inizio del campionato ha esonerato lo stesso Alenicev a causa dell’eliminazione nei preliminari di Europa League.
Carrera, che fino all’anno prima aveva lavorato con Conte sia alla Juve che in Nazionale, ha sfruttato al meglio l’occasione ed ha impostato la squadra con un aggressivissimo 4-2-3-1 senza quasi sbavature e con precisi principi di gioco offensivi.
Nononstante lo Spartak vanti la media età più bassa della Premier League Russa, gran parte dei giocatori più utilizzati ha almeno trent’anni: l’esperto portiere Rebrov, i terzini Kombarov ed Eshcenko, il centrale turco Tasci e il nostro Bocchetti (ormai un veterano del campionato russo),i centrocampisti Glushakov e Samedov e il trequartista bulgaro Popov sono stati i senatori che hanno aiutato i più giovani a centrare questo attesissimo traguardo. Il centrale Kutepov, le ali Zobnin e Promes (capocannionere della squadra con 12 gol) e l’attaccante Ze’ Luis sono stati invece i giovani che Carrera ha saputo far brillare in questa stagione ricca di soddisfazioni.
I SISTEMI DI GIOCO DELLO SPARTAK
Lo Spartak Mosca si dispone in campo secondo un sistema di gioco assimilabile ad un 4-2-3-1. In fase di possesso, la chiave del gioco impostato da Carrera è costituito dalle fasce, dove i due terzini, specialmente Kombarov a sinistra (quarto di tutta la lega per numero di cross effettuati), salgono molto sulla linea dei centrocampisti cercando di sviluppare al meglio quel gioco per catene assieme ai mediani e alle ali in una sorta di più verosimile 2-4-3-1.
In fase di non possesso invece l’atteggiamento collettivo è piuttosto aggressivo verso i portatori di palla avversari portando pressione e pressing alto sfruttando il trio di ali che gioca dietro l’unica punta, ma anche con i due mediani. Se non avviene il recupero, di solito le due ali si abbassano sulla linea di centrocampo e anche il trequartista funge da mediano, solo leggermente più avanzato. Solo la punta lavora in smarcatura preventiva in quello che può configurarsi in fase difensiva come un 4-4-1-1.
ATTENZIONE ALLA FASE DIFENSIVA MOLTO “ITALIANA”
Nonostante non si possa parlare di una difesa impenetrabile (solo settima con 27 gol subiti in 30 partite) in realtà lo Spartak gioca con un’attenzione alla fase difensiva globale che è molto alta. La fase difensiva comincia dai giocatori d’attacco: Promes e Zobnin, le ali, ma anche la punta Zè Luis (o una vecchia conoscenza del campionato italiano come Luiz Adriano arrivato a gennaio) oltre a Popov o Ananizde, che gli giocano dietro nel trio d’attacco, sono i primi che cercano di portare pressione sulla palla nella transizione difensiva, dando il tempo alla squadra di riposizionarsi nel suo 4-4-1-1 tipico della fase di non possesso. L’idea è quella di creare densità sulle zone laterali della propria tre quarti per impedire la creazione di superiorità numerica al limite dell’area o impedire e disturbare cross e traversoni.
I due mediani (Glushakov e il brasiliano Fernando) giocano spesso scaglionati, l’uno in marcatura, l’altro in copertura. Le ali fanno il lavoro più intenso chiamate ad un continuo box-to-box, con costanti raddoppi difensivi sulle ali avversarie.
La linea difensiva a quattro non è particolarmente stretta ed anche la diagonale quando il terzino esce in marcatura non è lunga. In transizione difensiva i terzini riescono ad essere molto aggressivi perchè giocano in marcatura preventiva o perchè sono già alti nello sviluppo dell’azione offensiva dalla quale stanno uscendo
Questo atteggiamento di gran parte degli effettivi di riaggressione della palla in fase di transizione difensiva si palesa chiaramente in questo gol segnato al CSKA Mosca, vera rivale per il titolo, gol che ha contribuito alla vittoria risultata poi determinante per il trionfo finale dello Spartak. Su di una pericolosissima azione degli uomini di Carrera, un difensore del Cska sembra sbrogliare tutto, ma viene immediatamente pressato e raddoppiato e la palla, recuperata, depositata in rete.
FASE DI POSSESSO
Lo Spartak ama dipanare le proprie trame di gioco in fase di sviluppo sfruttando più che può le fasce laterali. I terzini salgono, ricevono palla dai centrali e cercano il mediano o le ali per il più classico gioco di catena: passaggi a muro, uno-due, ma anche conduzioni o uno contro uno sono ricercati per trovare lo spazio per il traversone o per la verticalizzazione vincente. Se non c’è sbocco su di un lato di solito pazientemente la palla ritorna verso i centrali che fanno ricominciare l’azione sul lato opposto.
E a volte, come in questo caso, la rete che ne scaturisce è da manuale!
Non sempre però c’è la pazienza per ribaltare il lato di sviluppo dell’azione più e più volte. In questi casi si lavora su due soluzioni alternative: 1) l’attacco diretto con lanci lunghi centrali, cercando la punta.
2) L’attacco diretto verso le fasce, cercando di innescare gli uno contro uno delle ali.
In generale lo Spartak più che per le qualità tecniche dei singoli, riesce ad ottenere una buonissima efficacia offensiva grazie al grande dinamismo dei suoi interpreti e all’ottimo coordinamento dei movimenti senza palla di ali, trequartisti e mediani. Non sempre le letture dei giocatori sono perfette, però: nel video successivo si può notare come l’indecisione del centrale difensivo, che perde il tempo di gioco nel valutare gli spazi a disposizione per il passaggio, determina una pericolosissima palla persa che quasi costa un gol.
In conclusione si può certo affermare che il lavoro di Carrera ha reso questa squadra molto solida e particolarmente efficace nelle velocissime transizioni offensive: molti raddoppi, buona capacità di leggere le situazioni difensive e di scalare di conseguenza e, una volta recuperata la palla, sfruttamento delle fasce per riproporre velocemente una nuova azione offensiva.
In ottica Champions del prossimo anno, invece, Carrera, se vorrà ben figurare quando e se incontrerà squadre abili nel palleggio sulla trequarti (Barcellona, City, ecc.), dovrà studiare dei correttivi altrimenti si ritroverà con le ali molto basse e troppo distanti dall’unica punta o a soffrire in mezzo al campo per l’inferiorità numerica dei suoi due mediani.