Una delle squadre più interessanti di questa prima parte del massimo campionato elvetico è senz’altro lo Zurigo di Uli Forte. Tecnico svizzero classe ’74 nativo di Wangen-Bruttisellen nel canton zurighese ma di origini salernitane, subentrato il 13 maggio 2016 a Sami Hyypia, Forte non è riuscito nell’intento di salvare la squadra dalla retrocessione in quelle ultime giornate, riportandola però dodici mesi dopo nella massima serie svizzera alla fine di un campionato condotto in vetta dalla prima all’ultima giornata.
Uli Forte nonostante la sua pur giovane carriera da allenatore vanta già due coppe di Svizzera nel proprio palmares, una vinta col Grasshopers nel maggio 2013 e l’altra proprio con lo Zurigo nel tremendo maggio 2016, e ben due promozioni dalla Challange League alla Super League: prima di quella appena ottenuta con lo Zurigo nell’ultima stagione, ci riuscì anche con il San Gallo nella stagione 2008-2009.
Il dato più curioso della sua squadra in queste prime quattordici giornate è indubbiamente la compattezza difensiva. Infatti lo Zurigo, che attualmente occupa la terza posizione in classifica, numeri alla mano è la squadra che ha preso meno goal nel campionato elvetico: 11 in 14 incontri. A questo dato però fa anche da contraltare la poca prolificità del suo reparto offensivo che, con i suoi appena 16 goal, è il terzo peggior attacco del campionato.
Lo Zurigo si schiera con un 1-3-4-3 nel suo sistema di gioco statico.
Questo sistema, come poi andremo a vedere, subisce dalle variazioni in fase di non possesso a seconda della situazione di gioco che si viene a creare.
Nella sua formazione tipo, tra i pali troviamo il portiere lettone nonchè capitano della squadra Vanins, la linea dei tre difensori è composta da Brunner sul centrodestra, Bangura al centro e Thelander sul centrosinistra. A centrocampo i due tornanti sono Winter e il gambiano Pa Modou mentre i due interni sono l’islandese Palsson e Ruegg. A concludere l’undici ci sono i tre giocatori offensivi della squadra: Michael Frey è la punta centrale, ai suoi lati ci sono il ghanese Dwmena e lo svizzero-cileno Roberto Rodriguez (fratello di Ricardo terzino del Milan). Dwamena solitamente parte da esterno destro e Rodriguez da esterno sinistro ma durante le partite Uli Forte è solito provare ad invertire la posizione dei due in campo.
FASE DI POSSESSO
Quando la squadra di Forte deve costruire il proprio gioco utilizza i propri difensori per avviare l’azione.
Gli esterni si posizionano sulle corsie laterali pronti per ricevere il passaggio da uno dei tre difensori, mentre i due mediani non si abbassano troppo, rimanendo in linea tra di loro, lasciando così libero il difensore di impostare l’azione.
L’intento è quello di fare finire il pallone sulle corsie laterali dove a quel punto incomincia lo sviluppo del gioco.
Se non c’è tempo e spazio per quel tipo di giocata, i zurighesi non si scompongono e in tranquillità fanno girare il pallone andando a cercare di sfondare dal lato opposto del campo.
Una volta che il pallone raggiunge l’esterno la verticalizzazione per le punte è immediata, ed in questo caso le caratteristiche dei tre attaccanti, che fanno della velocità la loro dote principale, aiuta questo tipo di gioco.
Nelle partite analizzate c’è stata una grande quantità di passaggi tra i difensori e gli esterni di centrocampo per concludere con la verticalizzazione verso l’attaccante esterno o per i tagli della punta centrale. Possiamo perciò dire che lo sviluppo del gioco della squadra di Uli Forte avviene quasi interamente attraverso le corsie esterne nella metà campo avversaria.
Se non ci fosse lo spazio per sviluppare la manovra per vie laterali poiché la formazione avversaria è schiarata con un modulo che fa si che ci sia una densità sulle fascie, ecco che all’esterno in possesso di palla viene incontro la punta – Michael Frey – per poter dettare il passaggio al compagno in possesso della sfera.
In quest’ultimo video possiamo notare come il Lugano schierato in campo da Pierluigi Tami con un 1-3-5-2 segue a uomo i movimenti dei due esterni offensivi dello Zurigo (Dwamena e Rodriguez). In questa situazione il centrocampista esterno zurighese non si scompone, fa ripartire l’azione dai difensori, per poi una volta rientrato in possesso di palla cercare il passaggio per vie centrali, sfruttando il movimento della punta centrale. Ed è proprio lui che quando, il gioco non può essere sviluppato sulle corsie laterali, deve modificare i suoi movimenti di smarcamento, trasformandosi nel regista avanzato della squadra.
La rifinitura e finalizzazione del gioco da parte della squadra di Mister Forte, come già potuto vedere nel terzo video, può avvenire tramite giocate in velocità dei tre attaccanti che giocano sempre molto vicini tra di loro, oppure tramite un cross o traversone da parte di un attaccante esterno, dopo che il gioco è stato sviluppato sulle corsie laterali.
Va anche detto che se il centrocampista esterno che riceve il pallone, si ritrova ad avere diverso spazio a disposizione davanti a lui, è suo compito procedere con la rifinitura del gioco, effettuando direttamente il cross o traversone in area di rigore, per cercare la conclusione a rete da parte di uno degli attaccanti (la maggior parte delle volte Frey che è il più abile nel gioco aereo).
Nel caso il gioco non riuscisse ad essere sviluppato sulle corsie laterali, l’alternativa è lo sfondamento per vie centrali, dove la punta centrale deve trovare i movimenti giusti per farsi trovare libero nella zona luce tra le due linee di difesa e centrocampo avversario, diventando – come detto in precedenza – il regista avanzato della propria squadra e attraverso una rapida verticalizzazione cercare il taglio in profondità di uno dei due attaccanti esterni.
FASE DI NON POSSESSO
Il punto di forza della squadra zurighese è senz’altro la fase di non possesso, con un sistema di gioco che subisce delle variazioni a seconda delle varie situazioni che si vengono a creare durante la partita.
Come già detto in precedenza nel suo sistema di gioco statico lo Zurigo è schierato con un 1-3-4-3
Il lavoro inizia dalle punte che cercano di portare gli avversari a scaricare il pallone sulle corsie laterali dove si cerca la superiorità numerica in zona palla: grazie al lavoro della punta esterna, dell’esterno di centrocampo, del mediano e del marcatore difensivo che segue a uomo il suo diretto avversario in quella determinata zona di campo, il tentativo di sviluppo gioco della squadra antagonista muore sul nascere.
Il lavoro delle punte e la ricerca della superiorità in zona palla è indispensabile per la fase di non possesso della squadra e per cercare di rendere difficoltosa la costruzione e lo sviluppo del gioco da parte degli avversari. Nel video che andremo ora a vedere contro il Basilea – schierato in campo con un 1-4-2-3-1- possiamo notare come la pressione dei tre attaccanti costringa i difensori renani a scaricare la palla al portiere; così facendo tutta la squadra zurighese alza il proprio baricentro – dopo aver costretto gli avversari ad abbassarlo- con l’esterno di centrocampo dello Zurigo che va a prendere il terzino avversario e i due mediani che vanno ad occupare la zona dei due mediani avversari, per impedire un facile passaggio in orizzontale tra il terzino e il mediano. Di conseguenza la squadra campione di Svizzera in carica, impossibilitata a costruire l’azione dal basso, è costretta al rilancio lungo in cerca della punta.
Oltre al sacrificio degli attaccanti è notevole anche il lavoro degli esterni di centrocampo che, non solo accompagnano l’azione offensiva, ma devono dare anche costante supporto in fdnp ai tre difensori della squadra.
Quando gli avversari riescono ad alzare il proprio baricentro e a costruire il proprio gioco a ridosso della metà campo, il modulo zurighese muta in un 1-5-2-3 con gli esterni di centrocampo che si abbassano sulla linea dei difensori.
La copertura degli spazi è stata quasi sempre ottimale e il riferimento primario per i giocatori zurighesi è sempre il pallone. La squadra riesce ad essere corta e stretta in maniera efficace senza mai farsi portare fuori posizione dai movimenti degli avversari, costringendo gli stessi a delle giocate forzate.
Quelle volte che gli avversari riescono a sviluppare il gioco nella tre quarti zurighese ecco che il sistema di gioco di Uli Forte subisce un ulteriore aggiustamento con uno dei tre attaccanti – solitamente è Rodriguez quello più propenso a fare questo tipo di lavoro – che si abbassa sulla linea dei centrocampisti facendo sì che la disposizione in campo dei giocatori muti ancora da un 1-5-2-3 ad un 1-5-3-2.
TRANSIZIONE POSITIVA (OFFENSIVA)
Lo Zurigo è una squadra con pochi fronzoli, una volta riconquistato il possesso del pallone l’obiettivo è quello di farlo arrivare il prima possibile ai tre giocatori più offensivi della squadra (Frey, Rodriguez e Dwamena). Il giocatore della squadra di Uli Forte che riconquista palla ha il preciso compito – come tra poco andremo a vedere – di cercare la verticalizzazione immediata già dal primo contatto con la palla.
La responsabilità di portare a termine la transizione è interamente sulle spalle dei tre attaccanti che sono gli unici giocatori che partecipano all’azione una volta avvenuta la verticalizzazione da parte di chi ha recuperato il pallone.
Il loro compito è quello di attaccare lo spazio velocemente senza distinzioni per quanto riguarda le posizioni. L’attaccante esterno destro può tranquillamente fare un taglio verso sinistra se vede che c’è uno spazio da attaccare in quella zona di campo. Nel caso del secondo video notiamo che, ad un certo punto della transizione, l’attaccante esterno sinistro (Rodriguez) si ritrova vicinissimo all’esterno destro (Dwamena), attaccando lo spazio vicino a quest’ultimo, che in quel momento era in possesso del pallone.
TRANSIZIONE NEGATIVA (DIFENSIVA)
Quando la squadra di Uli Forte perde il possesso del pallone cerca sempre una riaggressione immediata, più con l’intento di rallentare la transizione avversaria che per recuperare immediatamente il possesso palla. Gli zurighesi non indietreggiano ma cercano di portare una pressione al portatore di palla, sia per permettere ai propri difensori di avere qualche secondo in più a disposizione per decidere come posizionarsi in rapporto alla situazione di gioco, che per costringere l’avversario ad una giocata velocizzata e più approssimativa.
La squadra di Uli Forte attacca solitamente con pochi uomini, di conseguenza ci sono sempre molti giocatori dietro la linea della palla. Questo comporta che nel momento di perdita del possesso sono comunque già ben posizionati e raramente possiamo vedere un giocatore dello Zurigo fuori posizione in caso di transizione negativa.
Pur senza una qualità eccelsa, la squadra di Uli Forte fa dell’aggressività e del dinamismo le proprie armi principali in questa Super League. In sintesi la squadra zurighese nonostante abbia poche soluzioni in fdp fa dell’organizzazione in fdnp il proprio punto di forza. I soli undici goal subiti in quattordici partite – di cui quattro in una sola partita, la stracittadina con il Grasshoppers – stanno permettendo al club di stare nei piani alti della classifica in questa prima parte del campionato e addirittura di condurlo nelle primissime giornate. Come detto precedentemente il fatto di portare pochissimi giocatori oltre la linea della palla, per essere già bene posizionati in caso di transizione avversaria, comporta che il peso offensivo della squadra poggi completamente sugli attaccanti che hanno segnato ben tredici dei sedici goal della squadra.
In questo caso i numeri parlano chiaro: alla miglior difesa del campionato fa da contrappeso il terzo peggior attacco. La conseguenza è una difficoltà eccesiva nel vincere le partite nonostante la squadra subisca difficilmente goal. Non a caso su quattordici partite di campionato ben sette sono state pareggiate dalla squadra di Uli Forte, un numero davvero elevato, con tre 0-0 e quattro 1-1.
Va comunque detto che lo Zurigo è appena ritornato in Super League dopo un anno di purgatorio in Challenge League e probabilmente l’obiettivo primario di Mister Forte è quello di costruire una squadra che possa competere per traguardi prestigiosi nel corso del tempo, partendo da delle solide basi difensive.