Il Manchester City di Pep Guardiola è una squadra per la quale è riduttivo trovare due o tre aggettivi per descriverla. A prescindere dai risultati, (su 19 partite disputate nel girone di andata, 18 vittorie ed 1 pareggio, 60 gol fatti e 12 subiti) esprime un calcio che emoziona anche chi di calcio non se ne intende. Anche chi per la prima volta prestasse attenzione ad una partita di calcio, avrebbe la sensazione che questa squadra sia come un fiume in piena che scorre a meraviglia senza alcun incidente di percorso. Trovano soluzioni su soluzioni, soprattutto nelle difficoltà, dando l’impressione di cadere sempre in piedi.
Parlando di calcio vero e proprio, sono 3 i concetti cardine che ruotano intorno alla proposta di calcio di Pep:
- 1) Dominare il pallone
- 2) Attaccare sempre
- 3) Squadra corta
- DOMINARE IL PALLONE. In ogni circostanza, in ogni zona, sempre. Padroneggiare il protagonista principale del gioco. Di conseguenza si può sovrastare ogni avversario disarmandolo e disorientandolo completamente.
Come?
Dominando gli SPAZI.
Muovono la palla esattamente negli spazi liberi del campo, spesso attraverso i quali è possibile arrivare da una porta all’altra nel minor tempo possibile.
In che modo?
Muovendo la palla velocemente, spesso ad un tocco.
Proprio su questo aspetto è necessario soffermarsi.
Questa squadra giocando di prima rompe i tempi di gioco in maniera devastante. Muovendo la palla velocemente, gli avversari si muoveranno velocemente, creando spazi. Inoltre dominare la palla a livello collettivo di squadra, aumenta l’autostima e la sensazione di dominare l’avversario, che a sua volta sarà stanco fisicamente ma soprattutto mentalmente, prima del dovuto.
Alla base di questo dominio della palla a livello collettivo, c’è un bagaglio tecnico individuale altissimo. Ogni giocatore deve avere requisiti tecnici adatti a questa idea di calcio, a partire dal portiere. Il concetto è non buttare via il pallone sperando che accada qualcosa.
- ATTACCARE SEMPRE. Secondo la filosofia di calcio Guardiolista, la gente viene allo stadio per ricevere una ricompensa emozionale, per divertirsi, per assistere ad uno spettacolo vero e proprio, non solo per vedere la squadra del cuore vincere. Non basta vincere secondo lui. L’obiettivo e vincere trasmettendo qualcosa, altrimenti la vittoria stessa perde valore.
Calcisticamente parlando, il City ha nei suoi interpreti giocatori che, col loro modo di giocare, dimostrano di avere uno spirito propositivo ed offensivo, volto ad aggredire:
- Difendendo in avanti, soprattutto nelle fasi di transizione negativa;
- Verticalizzando con qualità;
- Attaccando gli spazi con tempismo.
- SQUADRA CORTA. Mantenendo la squadra corta, in fase di transizione negativa, la prima linea di pressione avrà copertura alle spalle, di conseguenza potrà aggredire la palla immediatamente per riconquistarla. Evitando passaggi troppo lunghi che costringerebbero la struttura della squadra a scomporsi, allungandosi troppo.
Per concludere possiamo affermare che la volontà del City è dominare TEMPI e SPAZI (nome e cognome del calcio, come cita Franco Ferrari in Elementi di Tattica Calcistica, volume 1), guadagnandoli in fase di possesso e transizione positiva, togliendoli agli avversari in fase di non possesso e transizione negativa.
FASE DI POSSESSO
COSTRUZIONE
Ederson ricerca molto molto raramente soluzioni alla media o lunga distanza. L’intento generale è uscire puliti palla al piede superando la prima linea di pressione avversaria: altro prerequisito necessario per attaccare in maniera coordinata secondo Pep. In zona di costruzione si cerca il mantenimento quando non è possibile verticalizzare dando possibilmente 6 soluzioni al possessore: una centrale, una destra e una sinistra vicine; una centrale, una sinistra ed una destra lontane.
SVILUPPO
L’obiettivo, oltre a muovere il pallone per muovere gli avversari, è quello di avanzare compatti (concetto di squadra corta di cui abbiamo già trattato), facendo arrivare i difensori centrali a centrocampo. Una volta fatti arrivare lì, allora si comincia a ricercare la verticalizzazione.
RIFINITURA
I centrali di difesa Kompany (o Stones) e Otamendi a questo punto si trovano sul cerchio di centrocampo, a volte col centrocampista centrale Fernandinho che si abbassa tra di loro. Gli intermedi Gundogan e De Bruyne (in alternanza a David Silva e Bernardo Silva) sono tutti giocatori tecnici a molto abili nel gioco di posizione. Si muovono e creano pericoli tra le linee di centrocampo e di difesa avversarie, alternando attacchi della profondità alla ricerca dell’ampiezza, dove si inter-scambiano a volte con gli esterni d’attacco, Gabriel Jesus e Sterling. I terzini in alcuni casi si accentrano dando densità nella zona centrale del campo, fornendo ulteriori linee di passaggio ai centrali, o impostando l’azione. Questa alternanza tra il giocare dentro o fuori dal campo per i terzini, Walker a destra e Delph a sinistra, è legata ad un concetto: si ha sempre bisogno di due ampiezze fisse su entrambe le fasce. Quindi nel caso in cui viene presa l’ampiezza dal terzino, l’esterno alto va a giocare dentro al campo, viceversa, se l’esterno alto va in ampiezza, il terzino va dentro.
FINALIZZAZIONE
Negli ultimi metri il City è letale quando muove palla velocemente ad un tocco. Quando questo assortimento di talento, tecnica, estro, esplosività, fantasia, composto dai fantastici giocatori dei Citiziens, inizia a combinare ad un tocco con dai e vai, dai e segui, filtranti, diventano veramente devastanti. Hanno la grande capacità di accellerare la manovra da un momento all’altro, occupando spazi e muovendo la palla in maniera imprevedibile e ad una velocità fuori dal normale. Il Kun Aguero è la punta centrale, abilissimo ad attaccare la profondità con tempismo, alternando alla ricerca della profondità, dei movimenti sul corto, o gli interscambi con gli esterni d’attacco.
TRANSIZIONI POSITIVE
Questa squadra è letale, in quanto cerca sempre di aggredire in avanti per cercare la riconquista, e successivamente ripartire velocemente giocando ad un tocco ed attaccando profondità e half-spaces.
FASE DI NON POSSESSO
PRESSING OFFENSIVO
Il City manda a duello l’attaccante sul riferimento centrale avversario, con i centrocampisti che si ruotano nella zona centrale per quanto riguarda l’uscita sui centrocampisti avversari giocando 3 duelli 1vs1, mentre gli esterni di attacco chiudono la linea di passaggio centrale difensivo-esterno, isolando quest’ultimo e andando ad indirizzare il gioco verso i 3 duelli nella zona centrale.
PRESSING DIFENSIVO
L’aspetto che risalta di più riguarda il posizionamento dei terzini rispetto alla linea. Essendo giocatori molto propensi all’attacco, spesso si trovano distanti dal centrale di difesa lasciando molti spazi. Sia nelle situazioni di palla centrale che su palla laterale, si può osservare come il terzino sul lato debole si trovi qualche metro di troppo avanti rispetto alla linea difensiva.
TRANSIZIONI NEGATIVE
La grande forza delle squadre di Guardiola, fin dai tempi del Barcellona, è sempre stata la riconquista immediata, o contro-pressing. Questa azione svolta da tutta la squadra, ovviamente attaccando in avanti, viene effettuata nella zona in cui si è persa la palla. Questo concetto è spiegabile semplicemente considerando che è più facile riconquistare palla dove la si perde perché:
- In zona palla c’è densità, quindi POCO SPAZIO;
- Riattaccando subito, la squadra avversaria avrà a disposizione POCO TEMPO per consolidare e mantenere il possesso con qualità, vanificando tutte le possibilità di contrattacco a disposizione.
A detta di tanti, dopo il Calcio Totale dell’Olanda di Rinus Michels e dopo il Milan di Arrigo Sacchi con l’introduzione del gioco a zona, lo stile di Pep Guardiola è considerato la “Terza Era” della storia del calcio.
Di certo è riuscito a proporre un modo di fare calcio che nessuno era riuscito a fare prima di lui.
Spesso è anche argomento di grandi discussioni, non tutti condividono il suo modo di fare calcio offensivo, spregiudicato, utilizzando giocatori in posizioni differenti rispetto a quelle abituali. Ma è proprio qui che risiede l’essenza del calcio: ognuno è libero di interpretarlo, giocarlo e pensarlo a modo suo.
Per questo il libero pensiero di ogni giocatore e allenatore merita RISPETTO INDISCUSSO.
In una frase di Marcelo “El Loco” Bielsa, credo si possa racchiudere la filosofia dell’allenatore Catalano che continua ad estasiare il panorama calcistico internazionale, con la speranza che possa continuare a farlo il più a lungo possibile…
…Il dilemma che affligge tutti è: GIOCARE BENE o GIOCARE PER VINCERE?
- Giocare bene PER vincere è la risposta!