Analisi realizzata da Lorenzo Sandri, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
La nuova avventura di Roberto De Zerbi con lo Shakhtar Donetsk è iniziata con il raggiungimento del primo obiettivo stagionale: la qualificazione alla fase a gironi di Champions League 2021/22.
La formazione allenata dal tecnico italiano, dopo aver sconfitto il Genk nel terzo turno preliminare, ha eliminato ai play-off il Monaco agguantando la qualificazione nei tempi supplementari dopo una gara di ritorno sofferta. Ai gironi di Champions dovrà vedersela con l’Inter, il Real Madrid e i moldavi dello Sheriff Tiraspol, prima squadra moldava a qualificarsi ai gironi.
Nei preliminari di Champions si è già vista la mano di De Zerbi: lo Shakthar cerca sempre di avere il dominio del gioco attraverso un possesso palla fatto di passaggi brevi e movimenti senza palla finalizzati a disorganizzare gli avversari e sviluppare l’azione.
La peculiarità dello Shakthar di De Zerbi è quella di portare in fase di costruzione i terzini stretti dentro il campo sulla linea dei mediani per favorire l’uscita palla a terra dalle retrovie attraverso la ricerca del terzo uomo libero: una volta usciti dalla prima pressione, l’obiettivo è quello di scatenare velocità in campo aperto con accelerazioni palla al piede e verticalizzazioni dirette sul trequartista o sugli esterni alti in massima ampiezza.
In questa analisi andremo a vedere nel dettaglio alcuni accorgimenti tattici dello Shakthar Donetsk nella partita di andata dei preliminari di Champions League contro il Genk vinta per 2-1.
- SISTEMI DI GIOCO
· BASE: 1-4-2-3-1
· FASE DI POSSESSO: 2-4-1-3 / 2-3-2-3
· FASE DI NON POSSESSO: 4-3-1-2/ 4-4-2
- FASE DI POSSESSO PALLA:
davanti al portiere Trubin la coppia dei centrali difensivi è composta da Vitao e Marlon; quest’ultimo, già cardine della difesa di De Zerbi nel triennio a Sassuolo, è il leader difensivo.
I due terzini Matviyenko e Dodo insieme ai due mediani Maycon e Marcos Antonio rivestono un ruolo fondamentale per la costruzione dal basso e la gestione della palla.
Gli esterni alti Tete e Solomon (o Marlos subentrato nel secondo tempo), garantiscono l’ampiezza in zona offensiva: sono giocatori veloci, bravi tecnicamente e capaci di ribaltare l’azione a campo aperto. In zona offensiva troviamo i due giovani neoacquisti dello Shakthar: Pedrinho e Traorè. Pedrinho è molto abile nel dribbling e negli inserimenti. È stato impiegato sia come trequartista che come esterno destro dopo l’ingresso in campo di Alan Patrick.Lassina Traorèè il riferimento offensivo della squadra.
Costruzione: lo Shakthar Donetsk predilige una costruzione dal basso palla a terra.
Su rimessa dal fondo si dispone con un 2-4-1-3: davanti ai due difensori centrali troviamo una linea di 4 giocatori posizionati a ridosso dell’area di rigore. Tale linea è composta dai due terzini che stringono verso il centro e i due mediani.
A iniziare l’azione sono i due centrali difensivi: una gestualità ricorrente adottata dai due centrali è la guida per attrarre o la suola del piede sopra la palla in attesa dell’uscita in pressione di un avversario. L’obiettivo è attirare la pressione dell’attaccante per trovare il mediano libero alle sue spalle o l’uscita diretta sul terzino dopo un passaggio a muro del mediano sul difensore centrale opposto.

Un’altra disposizione adottata dallo Shaktar in fase di costruzione è il 2-3-2-3 con due giocatori in zona di rifinitura: insieme a Pedrinho a sfilarsi sulla trequarti campo è un esterno o un mediano.
Rotazioni: una costante della squadra di De Zerbi è la rotazione tra terzino – mediano – esterno alto. In questo caso un mediano si apre leggermente, il terzino si alza in massima ampiezza e l’esterno alto si sfila in zona rifinitura alle spalle del centrocampo avversario.
Questa rotazione ha messo più volte in difficoltà i terzini del Genk che si trovavano costretti a fare una scelta: rimanere in posizione e prendere in consegna il terzino che arrivava nella loro zona oppure seguire l’esterno alto che si sfilava in zona di rifinitura.

Sviluppi: superata la prima pressione l’obiettivo è scatenare velocità attaccando verticalmente. Frequenti sono le accelerazioni palla al piede o la ricerca del trequartista che punta a campo aperto la difesa avversaria. Un’altra soluzione utilizzata dalla squadra di De Zerbi è la ricerca di Traorè che si propone incontro per poi andare a sviluppare un attacco laterale con Tete e Solomon che si smarcano fuori-linea rispetto al terzino avversario o si inseriscono centralmente.
Se invece gli avversari sono ben disposti lo Shakthar fa circolare palla con ritmo eseguendo passaggi brevi senza forzare la giocata: lo sviluppo dell’azione è favorito dai movimenti dei giocatori senza palla che creano spazi liberi da attaccare.
I due terzini supportano l’azione con sovrapposizioni sulle corsie laterali e spesso si portano a turno in zona di rifinitura alle spalle dei centrocampisti avversari.
Rifinitura: la zona di rifinitura è presidiata da Pedrinho più un secondo giocatore che arriva sulla trequarti campo in seguito a rotazioni. I giocatori dello Shakthar sono abili a sfilarsi alle spalle dei centrocampisti avversari per cercare combinazioni centrali nello stretto o puntare l’uomo 1vs1.
Finalizzazione: in zona offensiva gli esterni Tete e Solomon si posizionano inizialmente larghi a garantire l’ampiezza ma spesso tagliano palla al piede dentro il campo per l’assist o il tiro dal limite.
Una costante in zona offensiva è l’attacco al lato corto dell’area di rigore con l’esterno che riceve palla largo e guida in orizzontale dentro il campo e il terzino che si sovrappone esternamente.
Traorè è il riferimento centrale: si propone incontro per dare lo scarico e favorire gli inserimenti degli esterni o attacca centralmente la profondità.
TRANSIZIONE OFFENSIVA:
una volta recuperata palla viene consolidato il possesso per la costruzione e lo sviluppo di una nuova azione. Se la palla è recuperata in zona offensiva o la squadra avversaria è scoperta viene invece eseguito un attacco diretto: Pedrinho, Tete e Solomon sono giocatori veloci, tecnici e abili nel puntare l’uomo e rifinire l’azione per Traorè.
FASE DI NON POSSESSO:
La difesa è attiva con marcature e coperture preventive in fase di possesso: quando la squadra è in zona offensiva, la linea di difesa è alta e i due difensori centrali sono aggressivi sugli attaccanti nel caso in cui questi entrano in possesso della palla.
Su rimessa dal fondo avversaria i giocatori si dispongono con un 4-3-1-2: Traorè e Pedrinho si portano in pressione sui due difensori centrali, Marcos Antonio e Maycon marcano i mediani avversari con quest’ultimo che si alza sulla trequarti campo sul mediano che si abbassa.
Gli esterni Tete e Solomon inizialmente stringono verso il centro pronti ad uscire sul terzino avversario. Palla al terzino, l’esterno di parte esce in pressione e l’esterno opposto viene dentro il campo lasciando libero l’esterno avversario lontano dalla palla. L’obiettivo è recuperare palla in zona avanzata attraverso un pressing offensivo o indurre al lancio lungo gli avversari.

All’altezza del centrocampo o nel caso in cui venga saltata la prima pressione lo Shakthar si riorganizza con un 4-4-2: le linee di difesa e centrocampo sono strette a copertura della zona centrale, pronte a scivolare sugli esterni.
TRANSIZIONE DIFENSIVA:
in transizione difensiva la squadra di De Zerbi esegue una riaggressione immediata in avanti per recuperare palla il prima possibile e ridurre al minimo le fasi puramente difensive.
Se non riesce la riaggressione la squadra ripiega velocemente a difesa della porta.
PUNTI DI FORZA:
- Difensori centrali in dominio della palla che attirano la pressione degli attaccanti avversari per uscire palla a terra.
- Posizione stretta dei terzini in costruzione che permette ai difensori centrali di avere sempre due appoggi laterali oltre agli appoggi centrali dei mediani.
- In fase di costruzione il recupero immediato della palla è spesso favorito dall’alta densità di uomini in zona palla, dovuto anche alla posizione stretta dei terzini.
- Giocatori offensivi bravi tecnicamente, veloci a campo aperto e abili nel puntare l’uomo 1vs1.
PUNTI DEBOLI:
- La costruzione dal fondo con molti uomini a ridosso della propria area agevolano lo Shakthar nell’uscita dalla prima pressione avversaria ma li espone in caso di errore al rischio di attacchi fulminei da distanza ravvicinata alla porta.
- L’elevata quantità di giocatori che accompagnano l’azione offensiva comporta, in caso in cui non riesca la riaggressione immediata, il rischio di contropiedi.
- Lo Shakthar ha molti giocatori tecnici e di talento ma con una bassa statura: ciò può rivelarsi un problema nei duelli aerei, in particolare sui calci piazzati.