Analisi realizzata da Simone Paolella, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Con le partenze di Lukaku, di Hakimi, di Conte e l’infortunio imprevisto e scioccante di Eriksen, si pensava che l’Inter dovesse ripartire da zero.
Con un mercato intelligente, però, i dirigenti sono riusciti nell’impresa di sostituire certezze con giocatori sì diversi, ma comunque importanti ,che danno possibilità ad uno dei migliori giovani allenatori italiani di poter cambiare interpreti e ritrovarsi con una squadra forse qualitativamente meno preparata dell’anno scorso ma sicuramente più completa.
Simone Inzaghi, del resto, non ha distrutto le fondamenta solide dei due anni di Conte ma, anzi, ci ha costruito sopra, rimanendo fedele al modulo di gioco arricchito delle proprie idee.
L’Inter, ad oggi, è una squadra più propositiva, che porta molti uomini nel possesso palla e fraseggia sul corto, senza più cercare gli spazi per la velocità di Hakimi e Lukaku ma usando la qualità tecnica di Dzeko (fisico da 9 puro ma classe da 10) .
Il pressing viene fatto più intensamente e con maggiori rischi soprattutto nella zona centrale del campo, con Brozovic che arriva fino al limite dell’area e tutti gli interpreti che restano alti, uomo su uomo.
L’idea è quella di avere il possesso, portare uomini nella zona di rifinitura e cercare triangolazioni per liberare il tiro di Calhanoglu o per disporre gli uno contro uno sulle fasce, con l’area che viene attaccata da almeno 4 uomini.
Ritornando ad Inzaghi, ha costruito sulle basi solide dell’Inter, rimanendo fedele alla compattezza del 5-3-2 quando la prima pressione viene superata e con il possesso che, partendo sempre dal portiere, coinvolge tutti i giocatori.
Sicuramente il progetto è molto interessante e nelle prossime righe andremo più nel dettaglio, analizzando Inter- Genoa e le differenze apportate da Inzaghi rispetto al passato..buona lettura!
Fase di Possesso
– Costruzione: l’azione inizia sempre con Handanovic che va alla ricerca dei tre difensori centrali che si allargano per poter permettere principalmente a Brozovic (ma anche a Calhanoglu) di proporsi tra le linee del pressing avversario. Il giro palla è finalizzato a superare la prima linea di pressione avversaria con uno due tra i centrocampisti che si abbassano o con la palla lunga a superare almeno due linee di pressione sui piedi di Dzeko.
Gli esterni partono alti ma possono abbassarsi, nel caso di pressione avversaria forte, sulla linea dei tre difensori, per portare superiorità numerica e liberare campo per la giocata centrale.
Novità rispetto al passato è la costruzione con la squadra avversaria bassa nella propria metà di campo, dove l’Inter si sposta a 4 dietro per dare palla scoperta nella zona di rifinitura.

– Sviluppo: una volta superata la prima linea di pressione , la palla che arriva nei piedi dei due centrocampisti (Brozovic o Calhanoglu) o della punta ( Dzeko che si abbassa a centrocampo) viene giocata sull’esterno opposto all’azione per giocare l’1 vs 1 o sul centrocampista/ seconda punta che accompagna l’azione per ricominciare il possesso con più campo guadagnato.
La zona sinistra di Perisic è quella più votata all’ uno contro uno e ai cross da fondo campo, con Calhanoglu che accompagna interno l’azione e Bastoni che sale come terzino sovrapponendosi.
La zona destra, invece, è quella votata di più agli scambi di posizione tra gli uomini (Darmian,Barella e Skriniar), dove Barella è l’uomo più avanzato tra i tre centrocampisti, sia in costruzione che in sviluppo, che sovrappone spesso ma che taglia anche internamente, riuscendo così sia a mettere il cross di sinistro sia a servire la sovrapposizione principalmente di Darmian per il cross da fondo campo; Skriniar accompagna sempre l’azione ma a differenza di Bastoni, dà appoggio e raramente arriva a fondo campo per mettere la palla in mezzo.
– Rifinitura: la differenza sostanziale rispetto al passato è l’occupazione dello spazio tra centrocampo e difesa avversaria, con molti più uomini interisti che ci transitano ( gli interni di centrocampo e principalmente Dzeko con la seconda punta che, nel caso in cui sia Sensi, si abbassa a livello dell’altro centrocampista che non è salito, altrimenti resta nella zona più alto di Dzeko ) permettendo così di creare linee di giocata in una zona nevralgica del campo.

– Finalizzazione: con la palla in zona di rifinitura, la finalizzazione passa attraverso diverse opzioni, come le triangolazioni tra gli uomini che la occupano per liberare il tiro dai 20/25 metri o per servire gli esterni che giocano l’uno contro uno, per poi andare in mezzo con cross alti o traversoni sull’interno che accompagna sempre al limite dell’area.
L’area è occupata dalle due punte, dall’esterno opposto all’azione, da almeno un centrocampista ( che può attaccare la porta o rimanere al limite per ricevere il traversone) e in alcune occasioni anche dal braccetto difensivo arrivato alto nello sviluppo ( Bastoni o Skriniar).
Fase di Non Possesso
– Prima azione difensiva: anche questa è una differenza rispetto al passato, con l’Inter che parte forte in una pressione orientata a lasciare come unica opzione il lancio lungo, trasformandola in pressing feroce quando la distanza tra giocatore e portatore di palla è minima.
Con palla coperta, Skriniar e Bastoni escono alti sull’uomo nella loro zona mentre i giocatori restanti chiudono le giocate vicine all’uomo con la palla; anche Brozovic, che nel passato recente trovava posizione più davanti alla difesa, sale alto in pressing.

Si lascia molto campo nella zona centrale e se la pressione o il pressing non vengono effettuati nel migliore dei modi c’è il rischio che gli avversari possano avere molto campo libero, con i difensori che a palla scoperta danno profondità scappando mentre chi si trova nella zona della palla temporeggia, così permettendo alla squadra di ricompattarsi dietro con un 1-5-1-2-2 a 4 linee difensive.
– Zona centrale: in fase di non pressione, Brozovic si stacca dai due interni di centrocampo sia per chiudere le imbucate centrali sia per seguire gli inserimenti dei centrocampisti avversari.
Sia i due attaccanti che i tre centrocampisti attaccano l’uomo che entra nella loro zona per non permettere una ricezione pulita della palla mentre due dei tre difensori vanno forte sull’uomo più vicino, col terzo che effettua una diagonale lunga per dare copertura ( se escono Skriniar e De Vrij, Bastoni concede la profondità scappando verso la porta e viceversa).
– Zona laterale: gli esterni non vengono mai lasciati nell’uno contro uno, con l’interno di parte che raddoppia e il difensore di parte che lascia la posizione centrale per leggere un’eventuale sovrapposizione o taglio,avvicinandosi alla punta o all’esterno che transita nella zona.
L’altro esterno stringe verso il terzo difensore formando così una difesa a 4 lasciando però la possibilità di uno contro uno nel caso di un cambio gioco avversario.
TRANSIZIONI
–Offensiva: con interpreti diversi rispetto al passato, la transizione offensiva si basa sulla velocità di Barella che, poi, o cerca direttamente il cambio gioco ( se l’esterno destro non gli si sovrappone ), o la punta che poi la gira per il cambio gioco, o va in uno contro uno oppure consolida il possesso.
–Difensiva: il contropressing è la prima arma che l’Inter usa ed è effettuato da chiunque si trovi nella zona dove si è persa palla, con anche i difensori che vanno alti a uomo.
Se la prima linea di pressione viene saltata, allora tutta la squadra si compatta dietro la linea della palla, con i difensori che temporeggiano, scappando verso la porta, aspettando il rientro in posizione del resto dei compagni.
-Punti di forza:
– Attaccanti importanti e diversi tra loro (Dzeko, Correa, Lautaro, Sanchez), bravi a giocare con palla a terra
– modello di gioco consolidato da 3 anni
– pressing e pressione se fatte nel giusto modo
– raddoppio costante sulle fasce ( Barella soprattutto)
-Punti di debolezza:
– il cambio gioco quando i difensori di zona escono forte sull’ uomo ( si lascia l’uno contro uno tra l’esterno opposto all’azione e il proprio avversario)
– se il pressing viene eluso c’è molta libertà di gioco nella zona centrale
– la palla alta tra il braccetto di difesa e l’esterno