Analisi realizzata da Giovanni Belgiovine, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Dopo la cavalcata trionfale dell’anno scorso in Championship, Marcelo “el loco” Bielsa ha riportato il Leeds United nella massima serie dopo un’assenza di 16 anni.
Il tecnico argentino ha saputo trasmettere alla sua squadra i principi tattici che lo hanno reso celebre ed apprezzato in tutto il mondo (in Argentina come in Europa).
L’andamento altalenante di questa stagione (3 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte, con i risultati migliori ottenuti lontano dall’Elland Road) non deve ingannare: la squadra, rafforzata da una campagna acquisti notevole per una neopromossa (di cui Rodrigo rappresenta sicuramente l’elemento di spicco) e con un’età media non elevata (26 anni, con un solo trentenne) sembra avere ottimi margini di miglioramento.
I Whites possiedono già molti dei tratti distintivi delle squadre di Bielsa: gioco propositivo, transizioni molto rapide, pressing ultra-offensivo, ricerca della verticalità ed intensità sono solo alcuni di questi. Inoltre, le combinazioni sulle fasce e le rotazioni continue tra i giocatori, sia in fase di possesso che di non possesso, dimostrano già un buon livello di amalgama tra gli uomini di Bielsa.
Il rovescio della medaglia è dato dalla poca compattezza della fase difensiva, dovuta essenzialmente all’atteggiamento a volte troppo spregiudicato della squadra, che spesso è soggetta alle ripartenze avversarie. Un altro aspetto (non secondario) da verificare è come si sposerà nel lungo periodo un calcio così dispendioso dal punto di vista fisico come quello voluto del tecnico argentino con i ritmi e la fisicità della Premier League.
SISTEMI DI GIOCO
Il sistema di gioco base adottato dal Leeds United è un 4-1-4-1, che si adatta rapidamente alle varie fasi della partita e all’avversario. Sono frequenti, infatti, gli scambi di posizione e le rotazioni.
Grazie alla duttilità dei giocatori, il sistema può trasformarsi in un 3-3-1-3 (con l’accentramento del terzino sul lato forte accanto al mediano, uno dei due centrocampisti centrali che fa il trequartista e l’avanzamento dei centrocampisti esterni in linea con il centravanti) o in un 4-2-3-1, soprattutto quando viene schierato un vero e proprio trequartista (es. Rodrigo).
Lo schieramento base è così composto:
· n. 1 Meslier (POR), 20 anni, 193cm per 74kg, sinistro: abbastanza preciso nei rilanci, soffre sui calci piazzati.
· n. 15 Dallas (DS), 29 anni, 183cm per 81kg, sinistro: buona corsa, abbinata ad una discreta tecnica di base;
· n. 6 Cooper (DCS), 29 anni, 180cm per 73kg, sinistro: poco propenso alla fase di costruzione, non brilla per coordinazione e tempismo nei suoi interventi difensivi;
· n. 5 Koch (DCD), 24 anni, 190cm per 82kg, destro: difensore roccioso con grande personalità, sia in fase di impostazione che in contrasto, buona tecnica nei passaggi e in conduzione palla;
· n. 2 Ayling (DD), 29 anni, 183cm per 72kg, destro: grande fisicità, abile nel gioco aereo, garantisce una corsa continua sulla destra, soffre negli 1 vs 1;
· n. 23 Phillips (M), 24 anni, 178cm per 72kg, destro: metronomo della squadra, equilibratore nelle due fasi, battitore dei calci d’angolo, non disdegna la conclusione dal limite;
· n. 10 Alioski (CS), 28 anni, 172cm per 65kg, sinistro: cerca più il fraseggio che la corsa sulla fascia, non a suo agio nella fase di ripiegamento;
· n. 11 Roberts (CCS), 21 anni, 180cm per 75kg, destro: buoni tempi di inserimento, discreto nella fase di pressione, utile anche in rifinitura;
· n. 43 Klich (CCD), 30 anni, 183cm per 75kg, destro: prezioso in copertura, spesso impegnato negli inserimenti senza palla e nel gioco a due con l’esterno di centrocampo;
· n. 17 Costa (CD), 26 anni, 178cm per 69kg, sinistro: molto cercato dalla squadra per le sue buone doti tecniche e di fraseggio, buona gamba nei tagli, poco applicato nei raddoppi di marcatura in fase di non possesso;
· n. 9 Bamford (AC), 27 anni, 188cm per 71kg, sinistro: grande corsa e movimento senza palla, ma poco senso del gol; bravo nelle sponde aeree e generoso nella pressione offensiva.
Possibili sostituzioni sono Rodrigo (trequartista spagnolo dotato tecnicamente, che spesso lavora tra le linee rendendo fluida la manovra d’attacco), Ian Carlo Poveda (veloce ala offensiva inglese, pericolosa a campo aperto con squadre lunghe e stanche) e Lief Davis (terzino sinistro inglese, più difensivo di Dallas).
FASE DI POSSESSO
La squadra si schiera prevalentemente con un 2/3-4-1, con:
· La coppia di centrali difensivi che rimane arretrata e prova, attraverso anticipi e marcature preventive, a favorire una transizione offensiva immediata;
· il mediano davanti alla coppia difensiva, a formare un rombo con il portiere, con ai suoi lati i due terzini, i quali operano in posizione più o meno esterna;
· a centrocampo, spesso dietro le mezzali avversarie, i due centrocampisti centrali e, sulla stessa linea ma sulle fasce, i centrocampisti laterali;
· l’attaccante centrale, unico vero punto di riferimento in avanti.
Dei due centrali, chi partecipa maggiormente alla fase di costruzione è Koch (DCD), sia con passaggi corti diretti essenzialmente a Phillips (M) o Klich (CCD) e sia con passaggi lunghi, indirizzati verso i due centrocampisti laterali (Alioski (CS) ma, soprattutto Costa (CD)) o direttamente su Bamford (AC), che tagliando lateralmente crea lo spazio per gli inserimenti centrali o sulla fascia opposta.
Il mediano Phillips svolge un ruolo fondamentale, andando a lavorare sia in profondità (vertice alto del rombo con portiere e i due centrali di difesa) e sia in ampiezza (meno frequentemente), andando a posizionarsi tra Koch (DCD) e Ayling (DD). Inoltre, smarcandosi con i tempi giusti, crea linee di passaggio abbastanza semplici per i terzini. In parole povere, è il metronomo della squadra. Quando pressato adeguatamente dagli avversari, le stesse funzioni vengono assolte da Klich (CCD), ma con una qualità ed un tempismo decisamente inferiori, costringendo quindi i centrali al lancio lungo.
Il gioco viene sviluppato maggiormente a destra, grazie alla tecnica di Costa (CD) ed alla corsa infaticabile di Ayling (DD).
La fase di possesso inizia spesso con una costruzione dal basso che coinvolge il portiere, i quattro difensori ed il mediano. Il giro palla è fatto in maniera semplice e paziente, con passaggi medio-corti e finalizzato ad attrarre il pressing avversario più che all’uscita a palla bassa. La conduzione della palla dei due centrali di difesa (di Koch (DCD) più che di Cooper (DCS)) è una possibile alternativa.
Se il pressing avversario non consente un giro palla sufficientemente fluido, i due terzini si portano in posizione più centrale: in questo modo garantiscono degli appoggi in più a Phillips e ai due centrali di difesa e liberano i due corridoi laterali, dove può avvenire un passaggio diretto ai due centrocampisti di fascia. Questo crea anche i presupposti per gli inserimenti centrali dei terzini.
L’obiettivo è tagliare fuori la prima linea di pressing avversario andando a servire con passaggi alti Roberts (CCS) o Klich (CCD), che vanno a posizionarsi dietro le mezzali avversarie, con molto campo da attaccare ed un potenziale 5 vs 5 sulla trequarti avversaria.

L’azione si sviluppa prevalentemente al centro, con rotazioni che portano un centrocampista centrale (più spesso Klich (CCD)) a sfruttare lo spazio creato da Phillips (M) e garantire uno scarico semplice ai due difensori centrali, mentre l’altro centrocampista centrale avanza alle spalle del centrocampo avversario, come descritto sopra. Poco sfruttato lo scaglionamento, anche a causa della distanza considerevole tra il mediano e gli altri due centrocampisti centrali.
Saltato il primo pressing avversario, importante diventa il lavoro sulle fasce, dove lavorando per catene viene a crearsi un 3 vs 2, che vede frapporsi terzino, centrocampista centrale e centrocampista laterale a mezzala e terzino avversario.
Il movimento ad accentrarsi dei centrocampisti laterali (che spesso vengo schierati a piede invertito), favoriscono le sovrapposizioni dei terzini o gli inserimenti laterali dei centrocampisti centrali.
Riguardo gli inserimenti, è interessante il tempo di gioco con cui avviene il gesto. Spesso l’azione è del tipo lungo-corto-lungo: il gioco a 3 parte dal difensore centrale, che lancia diretto sul centrocampista laterale; sul retropassaggio tra questi ed il terzino, il centrocampista centrale di parte si fionda ad occupare lo spazio davanti al centrocampista laterale. Altre combinazioni effettuate coinvolgono il terzino, che gioca diretto sull’attaccante (che si allarga), il quale a sua volta fa la sponda per il centrocampista laterale.
Come detto, spesso collabora anche l’attaccante centrale, lavorando tra centrale di difesa e terzino e andando ulteriormente a sovraccaricare il lato forte. Una volta creata la superiorità numerica in zona palla, con il cambio gioco si cerca di mettere il centrocampista laterale sul lato debole, messo in condizione di attaccare in 1 vs 1 il terzino avversario.
In fase di rifinitura, l’obiettivo è sempre quello di allargare le maglie avversarie piuttosto di cercare la verticalizzazione diretta. Si applica, quindi, un calcio in espansione: l’azione si sviluppa da una parte all’altra del campo, grazie a passaggi in diagonale in ampiezza o cambi di gioco che premiano il passante del terzino o del centrocampista laterale alle spalle del terzino avversario.
Non si cerca quasi mai l’imbucata, ma piuttosto una manovra avvolgente, che termina con traversoni dal fondo o cross sul secondo palo. Poco frequente anche il tiro dal limite dell’area.
Nei momenti di massima pressione sull’avversario, la squadra si schiera con un 3/3-1-3, con:
· i due centrali di difesa, Cooper (DCS) e Koch (DCD), supportati da un solo terzino (molto spesso Dallas (DS));
· Klich (CCD) che arretra e va a formare una linea a tre con Phillips (M) e l’altro terzino, il quale è comunque in costante proiezione offensiva;
· Roberts (CCS) o Rodrigo a fare da trait d’union tra l’attacco ed il resto della squadra, lavorando nella zona di rifinitura;
· I due centrocampisti laterali sulla linea dell’attaccante centrale, schierati a piede invertito.
L’azione inizia, in questi casi, con un consolidamento del possesso. E’ interessante sottolineare il lavoro di Rodrigo, il quale inizia l’azione affiancando Phillips e Klich (quindi quasi da mezzala) e che, con il suo movimento, crea linee di passaggio pulite per le due ali, per poi finire l’azione da vero e proprio trequartista, giocando sottopunta rispetto a Bamford (AC). Il gioco sulle fasce viene ulteriormente esaltato, con lanci diretti verso l’esterno e sovrapposizioni continue dei terzini. Si prova maggiormente anche il tiro dal limite.
FASE DI NON POSSESSO
La squadra si schiera prevalentemente con un 5-4/1, dove:
· Phillips (M) si posiziona tra i due difensori centrali, con i terzini che si allargano;
· i quattro centrocampisti si dispongono in linea;
· L’attaccante rimane in zona centrale, cercando degli smarcamenti preventivi tra difensore centrale e terzino avversario.
La peculiarità del Leeds United in fase di non possesso è il pressing feroce sul portatore di palla, fatto molto spesso con i tempi giusti: l’obiettivo è ridurre al minimo il tempo per la giocata dell’avversario, soprattutto in verticale. Si cerca di avere la superiorità in zona palla, scivolando orizzontalmente “di reparto”, scoprendo però il lato debole dove spesso i terzini si trovano 1 vs 1 contro le ali in caso di cambio di gioco avversario.
I giocatori sono in costante 1 vs 1 con il proprio avversario, potendo contare sul supporto dei compagni che, con scambi di posizione e scalate all’indietro, garantiscono sempre una certa copertura (soprattutto Phillips (M) e Klich (CCD)).
L’agonismo della squadra è, inoltre, visibile anche dalla riaggressione sulle seconde palle.
L’azione difensiva della squadra inizia con un pressing ultra-offensivo, in cui è coinvolta gran parte della squadra:
· Bamford (AC) esce forte sul difensore centrale che imposta o sul portiere, orientando il possesso palla verso il difensore centrale meno portato alla costruzione;
· Roberts (CCS) attacca il metodista avversario;
· I due centrocampisti laterali coprono le linee di passaggio verso i terzini:
· Klich (CCD) e Phillips (M) marcano le due mezzali.
Contestualmente, tutta la squadra accorcia in avanti fino quasi alla linea di metà campo, lasciando all’avversario poco spazio per la giocata. Questo atteggiamento, tuttavia, crea uno spazio pericoloso alle spalle della linea difensiva.
Uno dei punti deboli della fase di non possesso della squadra è la copertura dell’ampiezza.
I centrocampisti laterali, impegnati nel pressing ultra-offensivo, non possono garantire i raddoppi necessari ai propri terzini, che vengono a trovarsi in 1 vs 1 con le ali avversarie e, più in generale, si crea un 5 vs 5 (quattro difensori più Phillips contro tridente d’attacco e mezzali avversarie) senza possibilità di garantire coperture reciproche, avendo ognuno dei difendenti un diretto avversario di cui occuparsi.
La linea di difesa lavora principalmente a zona, con quattro dei cinque componenti dell’ultima linea che si compattano nell’imbuto difensivo, lasciando libere le fasce.
Il quinto componente (quasi sempre Koch (DCD)) marca a uomo il centravanti avversario fino alla propria metà campo, costringendolo a lavorare spesso spalle alla porta e riducendone la pericolosità. In queste situazioni, è Phillips (M) che copre lo spazio lasciato libero dal difensore centrale. Anche i terzini, in modo meno frequente rispetto a Phillips, partecipano a queste rotazioni difensive.

A palla scoperta sulla propria trequarti, la linea di difesa tende ad arretrare compatta cercando, con diagonali corte, di togliere profondità all’avversario. Questo atteggiamento (spesso troppo passivo), insieme al poco filtro difensivo dei centrocampisti centrali e all’arretramento di Phillips tra i centrali, lascia troppo spazio tra difesa e centrocampo. Spazio in cui i tagli delle ali, gli inserimenti delle mezzali o le conclusioni dal limite risultano spesso determinanti.
Nei momenti di massima pressione sull’avversario, la squadra si schiera con un 4-2/3-1, con:
· La linea difensiva schierata in linea;
· Klich (CCD) che affianca Phillips (M), in posizione di doble pivote;
· Roberts (CCS) o Rodrigo che giocano da trequartista, affiancato dai due centrocampisti laterali (schierati a piede invertito);
· Bamford (AC) come terminale offensivo.
In questi casi, il pressing viene ulteriormente intensificato, vedendo l’attaccante centrale che esce forte sul portiere, il centrocampista laterale sul centrale che inizia l’azione, il trequartista sul metodista, uno dei due pivot sulla mezzala di riferimento ed il terzino sul terzino avversario sulla stessa fascia. E’ come se si volesse chiudere in un angolo l’avversario, a cui si evitano anche gli appoggi più facili (portiere e due centrali di difesa) coprendo le relative linee di passaggio.
Questo atteggiamento sbilancia molto la squadra, lasciando i cinque uomini rimasti dietro a coprire quasi tre quarti di campo.

TRANSIZIONI OFFENSIVE
Le transizioni offensive sono uno dei tratti distintivi del Leeds United e del suo allenatore.
Il pressing ultra-offensivo, fatto con molti uomini in zona palla, porta spesso alla riconquista della stessa nella trequarti avversaria o sulle fasce, con pochi giocatori da attaccare.
Una volta in possesso, la prima idea è di verticalizzare rapidamente con palloni alti su Bamford (AC), il quale taglia verso la fascia. La sponda spesso favorisce un centrocampista laterale o centrale, abile ad aggredire la seconda palla.
Una possibile alternativa è sempre la verticalizzazione, ma su uno dei due centrocampisti centrali (Roberts (CCS) più di Klich (CCD)), in modo da sfruttare la zona di rifinitura.
Un atteggiamento così aggressivo e dispendioso è difficile da sostenere per l’intero arco dei novanta minuti. Per questo, il consolidamento del possesso viene applicato quando la squadra inizia a mostrare i primi segni di stanchezza.
I difensori centrali cercano la marcatura preventiva prevalentemente sul centravanti avversario.
TRANSIZIONI DIFENSIVE
Quando si perde la palla, la squadra applica un gegen-pressingistantaneo, atto alla riconquista della palla nel minor tempo possibile. Questo si verifica essenzialmente nella trequarti e sulle fasce avversarie. Qualora non dovesse succede, la squadra (spesso troppo lunga) indietreggia in copertura su due linee, lasciando l’attaccante centrale in avanti, il quale cerca lo smarcamento preventivo tra centrale difensivo e terzino avversario.
La copertura della propria metà campo non sempre viene eseguita in modo ottimale, spesso perché la squadra è lunga e spaccata in due. E’ tipica la situazione in cui il giro palla del blocco difensivo più Phillips (M) non vada a buon fine (perdendo palla) e che, quindi, la linea di difesa indietreggi in modo un po’ passivo.
ANALISI SWOT
· Aggressività della squadra in tutte le fasi di gioco.
· Calcio offensivo e “coraggioso” (si prova la giocata anche se pressati; si cerca l’1 vs 1 a tutto campo).
· Meslier poco attento sui calci piazzati e forse inadeguato alla fisicità inglese; non esce quasi mai sui corner.
· Cooper scoordinato e spesso fuori tempo nei suoi interventi.
· Alioski non dà un gran contributo alla squadra, in termini di corsa e ripiegamenti difensivi.
SUGGERIMENTI NELL’AFFRONTARLI
· La difesa mostra problemi se attaccata in ampiezza. Per sfruttare questo deficit, converrebbe attaccare con un centravanti e due ali, con le mezzali che attaccano gli half-space.
· Con un pressing organizzato, si possono avere diverse occasioni nella trequarti del Leeds United.
· I centrocampisti laterali (specialmente Costa e Poveda) sono molto veloci e pericoloso in campo aperto. Conviene, quindi, limitarne la profondità.
· Il Leeds United, sui calci d’angolo a favore, partecipa con molti uomini. Questo aspetto impone un’attenzione massima nella propria area di rigore e può essere sfruttato per colpirli con ripartenze veloci.
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