Grande ascesa quella della squadra transalpina del Nizza. Dopo un undicesimo posto della stagione 2014/15 e un quarto posto nella stagione scorsa, con l’acquisto della società da parte di un consorzio americano cinese ed un’ottima campagna acquisti quest’anno la squadra di Lucien Favre ha avuto un exploit importante portato avanti da una gioventù di nuovi talenti in rampa di lancio.
Possiamo notare come ogni reparto della società nizzarda abbia un elemento ancora nel verde della sua carriera e che può determinare il futuro della squadra nelle prossime stagioni, sia per quanto riguarda le casse della società che per quanto riguarda le prestazioni in campo.
Al momento la compagine si trova terza a sei lunghezze di distanza dalla capolista monaco.
Dopo aver esaminato accuratamente la partita contro il Guingamp vinta tre a uno si può facilmente intuire come questa squadra sia cresciuta e quale filosofia di gioco l’ha portata ad avere un rendimento da top team.
Innanzitutto è una squadra con una identità molto precisa, che non ha un modulo fisso ma che a seconda dell’interpretazione delle situazioni all’interno della partita adatta la sua disposizione in campo per favorire quelle che poi sono le qualità dei singoli.
FASE OFFENSIVA
Inizialmente la squadra ci viene presentata come un 4-3-3, ma poi in seguito si assiste ad una serie di accorgimenti tattici dettati dalla filosofia di gioco imposta da Favre.
Reparto cardine di tutto il gioco sia in fase di possesso che di non possesso è il centrocampo, spesso o quasi sempre si è visto in fase di costruzione il centrocampista Seri accentrarsi proprio come un centrale di difesa fra la giovane speranza Sarr e l’esperto Dante. La squadra così facendo si trasforma in un 3-4-3 o più raramente in un 3-5-2 con Eysseric, ala opposta a Pleà, venire a giocare fra i centrocampisti.
Parlando sempre del centrocampo grandi responsabilità per Seri che ha il compito di far ripartire sempre l’azione e non sempre si è ritrovato compagni in grado di ricevere o che facessero un movimento adeguato. Importantissimo Cyprien nello sviluppo di gioco, giocatore dalla buona visione ed un ottimo dinamismo, questo lo rendono un centrocampista sempre pronto all’inserimento ma che con palla fra i piedi sa come e dove giocarla. Koziello invece è l’anima imprevedibile del centrocampo, capace di scorribande e passaggi illuminanti seppur non sempre preciso. I laterali difensivi in fase di possesso salivano sulla riga dei centrocampisti per allargare il campo, non sempre per ricevere palla ma per permettere il gioco preferito del Nizza, ovvero giocate veloci rapide e di prima per vie centrali.
Giocate centrali in zona rifinitura portate spesso efficacemente dalle due ali accentrate e dalla punta centrale che facendo elastico fra profondità e movimento fra le linee permette l’apertura degli spazi intorno all’attaccante centrale stesso, esempio lampante è il primo goal.
Si è verificata durante la partita ancora un’altra variante, interessante soprattutto per la capacità camaleontica di assorbire più moduli dei giocatori; ovvero un 3-4-1-2, in questa specifica partita Pleà affiancava Balotelli mentre l’esterno opposto si posizionava sulla tre quarti.
Sia in costruzione che in fase di sviluppo si può notare come la squadra si scaglionasse in rombi per una proposizione veloce del gioco e favorire tempi di gioco veloci e rapidi volti ad attaccare subito la porta avversaria. Per quanto riguarda una possibile transizione difensiva la squadra non viene predisposta per mercature strette sugli smarcamenti avversari ma mantengono un atteggiamento aggressivo sulla prima pressione per la riconquista e in caso di contropiede tendono spesso a mantenere la linea preventiva di difesa a tre con i terzini che tornano bassi e in centrocampisti che chiudono i rifornimenti arretrati della squadra avversaria.
FASE DIFENSIVA
In fase di non possesso il Nizza mantiene idee molto chiare, pressione forte sulla palla coperta ed in costruzione, quando la squadra avversaria sviluppa gioco la squadra diventa un 4-1-4-1 con le ali che diventano centrocampisti laterali ed il centrocampista centrale che si posiziona davanti la difesa e dietro la linea del centrocampo, così facendo creano un forte imbuto fra i due centrocampisti centrali e questo favorisce il recupero palla.
La cosa da notare è come la squadra transalpina evita in tutti i modi che la squadra avversaria vada a creare catene laterali ma che sfrutti i portatori di palla in mezzo al campo. Non hanno giocatori in fase difensiva così determinanti ma la loro mole di lavoro e la dinamicità che danno alla squadra fa di essa una compagine difficile da affrontare e rocciosa in fase di non possesso; un team che ha nel suo giocatore di maggior esperienza come Dante un caposaldo fondamentale affinché la squadra in fase difensiva rimanga salda e concentrata.
In transizione offensiva invece possiamo notare come con molti passaggi e anche spesso eseguiti a “memoria” i giocatori riescano ad arrivare nella trequarti avversaria se invece notano che non c’è spazio per un contropiede veloce si affidano ad un giro palla lento fra centrale di centrocampo e difensori per poi ricominciare l’azione manovrata per trovare il pertugio per andare a rete.
Tutto rose e fiori? Purtroppo no perché la squadra transalpina è tutto fuorché perfetta. In fase di pressing molto avanzato spesse volte la squadra sbaglia e lo esegue male e soffre la ripartenza avversaria.
A volte nonostante ci sia buona tecnica nella squadra di Favre spesso hanno perso palla in costruzione e questo ha permesso pericolose occasioni da goal o goal stessi.
Si denota come la scelta di non passare per vie laterali o i pochissimi cross in area non favorisca possibilità diverse nel creare occasioni per segnare. Difensivamente invece, a difesa schierata non sono sorti problemi ma solo intelligenti recuperi palla portati dal posizionamento scaglionato dei giocatori come mostrato in precedenza.