Se pensiamo al calcio moderno, pensiamo a qualcosa di fluido fatto di movimenti senza palla e di scambi veloci tra i giocatori, pensiamo a difese coraggiose che scalano in avanti per cercare di soffocare la manovra avversaria. Possiamo però affermare senza dubbio che tutto questo era stato anticipato e sviluppato dall’Olanda di Rinus Michels nel 1974. Questa squadra magnifica, che aveva in Cruijff il suo massimo esponente, non è riuscita a vincere la competizione (perdendo in finale) ma ha mostrato al mondo qualcosa di nuovo, che sarebbe passato alla storia come il calcio totale. In particolare osservando la partita vinta 2 a 0 con il Brasile (campione in carica) risulta evidente come la nazionale guidata da Michels fosse già proiettata nel futuro rispetto alle altre squadre (anche rispetto alle migliori). Andiamo però a vedere più nel dettaglio quali sono le caratteristiche di questa Olanda.
Dare una definizione numerica a questa squadra risulta parecchio riduttivo, ma, se dovessimo cercare di definire un sistema di base per questa squadra potremmo definirlo un 4-2-4 o un 4-2-3-1 (in base alla posizione di Cruijff): in porta viene schierato Jongbloed; la linea difensiva è formata da Suurbier a destra e Krol a sinistra (anche se spesso i due sono liberi di scambiarsi la fascia di competenza) due terzini portati a spingere a tutta fascia per dare ampiezza all’attacco olandese e permettere agli attaccanti esterni di entrare dentro il campo, i centrali di difesa sono Rijsbergen (il marcatore della linea difensiva) e Haan (giocatore molto dotato tecnicamente e fondamentale nella fase di costruzione del gioco); i due mediani sono Jansen e Van Hanegem entrambi fondamentali nel dare equilibrio a una squadra che cerca sempre di scalare in avanti, ma allo stesso tempo entrambi (soprattutto Van Hanegem) molto dotati nel palleggio e nelle geometrie; la linea offensiva di quattro giocatori con Rep a destra e Rensenbrink a sinistra (entrambi molto dotati di tecnica in velocità) e Neeskens e Cruijff (capitano e talento assoluto della squadra) che si muovono liberamente nella zona centrale venendo incontro alla squadra e partecipando al palleggio per non dare punti di riferimento ai difensori centrali avversari e dare superiorità numerica alla propria squadra nella fase di sviluppo.

In fase di possesso è ancora più difficile dare una definizione numerica all’assetto della squadra di Michels, potremo però definirne la disposizione un 2/2-6 con Rijsbergen e uno tra Haan e Jansen che si occupano di marcare preventivamente le punte avversarie (che saranno spesso cercate con lanci lunghi); Van Hanegem e uno tra Jansen e Haan che si trovano a metà strada tra i 2 marcatori preventivi e il resto della squadra in modo da fornire sempre un sostegno arretrato al palleggio olandese; il resto della squadra forma un blocco di 6 giocatori che ruotano costantemente tra loro (anche se Suurbier e Krol sono i due che tendono sempre a stare più aperti) in modo da non dare punti di riferimento agli avversari e smarcarsi dando sempre uno scarico al compagno in possesso di palla. È evidente come questa struttura è possibile grazie alla grande qualità tecnico-tattica di tutti i giocatori della squadra di Michels, questi infatti si dimostrano capaci di risolvere nel migliore dei modi le situazioni che la partita propone di volta in volta al di là della parte di campo che si trovano a dover occupare in quel momento (il fatto che tutti sappiano muoversi in maniera corretta nelle diverse zone di campo in base a quello che serve alla squadra in quella particolare situazione è proprio il fondamento del calcio posizionale).
Anche in fase difensiva dare dei numeri risulta molto complesso, perché anche in questo caso i giocatori devono dare una diversa interpretazione in base alla zona di campo che si trovano ad occupare in quel momento (anche se in ogni zona di campo la parola d’ordine è aggressività) possiamo però osservare una tendenza ad occupare il campo con un 4-4-1/1 con un giocatore a turno tra Cruijff e Neeskens che rimane più alto dando fastidio ai centrali avversari, per poi smarcarsi preventivamente quando questi lanciano il pallone in avanti; l’altro del duo olandese con i suoi movimenti impedisce al centrocampista avversario di andare ad aiutare i difensori nella costruzione perché se riceve si trova subito ad essere aggredito; Rep e Rensenbrink formano una linea a 4 con Van Hanegem e Jansen, ma anche in questo caso i giocatori (a parte Jansen che rimane un po’ più “coperto”) tendono a staccarsi dalla linea per andare ad aggredire l’avversario che si trova nella propria zona appena entra in possesso di palla; la linea difensiva è formata da Suurbier, Haan, Rijsbergen e Krol e anche in questo caso è una linea che gioca alta e aggressiva per sfruttare il più possibile il fuorigioco e tenere la squadra corta.
Fase di possesso
Per quanto riguarda la costruzione, il giocatore fondamentale è Haan; essendo molto dotato tecnicamente si fa dare spesso la palla e non ha paura di gestirla prendendosi anche dei rischi e giocandosi degli uno contro uno nella propria metà campo (sapendo che il compagno di reparto Rijsbergen è pronto a coprirgli le spalle) in modo da portare la palla nella metà campo avversaria e poi giocare un pallone verticale su un compagno dell’attacco (spesso uno tra Cruijff o Neeskens che fungono da vertice alto, oppure per un attaccante esterno). Quando non è possibile per Haan arrivare fino alla metà campo avversaria per giocare palle verticali allora il difensore olandese può trasmettere la palla a Van Hanegem (che poi darà il via allo sviluppo olandese fatto di molti scambi) oppure a Jongbloed che dopo aver preso la palla tra le mani (era ancora valido il retropassaggio) cercherà di lanciare lungo per uno dei 4 giocatori della linea offensiva (il più delle volte per Cruijff o Neeskens). La fase di sviluppo della squadra di Michels è invece caratterizzata dal grande movimento dei suoi giocatori in particolare di Cruijff e Van Hanegem. Infatti se l’ampiezza nel palleggio viene data dal movimento su tutta la corsia da parte di Suurbier e Krol, sono Van Hanegem e Cruijff i veri protagonisti perché accorciano sempre verso il compagno in possesso di palla fornendo ogni volta un sostegno arretrato (nel caso di Van Hanegem) o un appoggio avanzato (nel caso di Cruijff). Vediamo quindi un continuo scambio tra i giocatori nella parte centrale del campo che formano triangoli e rombi di costruzione, la palla passa velocemente da un giocatore all’altro per poi essere giocata aperta alle spalle della difesa avversaria a uno dei due terzini che potrà crossare per uno dei tanti compagni che attaccano l’area avversaria. L’azione tipica con cui sviluppa la manovra l’Olanda prevede: palla a Van Hanegem, passaggio a Rep o Rensenbrink (che si sono accentrati portandosi dietro l’avversario e liberando spazio per il terzino), appoggio su Cruijff o su Neeskens, scarico su Van Hanegem, palla larga su Suurbier o Krol e cross alle spalle della difesa a cercare Cruijff o Rep o Neeskens o Rensenbrink.


Altra caratteristica della squadra di Michels è l’utilizzo di attaccanti non “posizionali” ma che sono dei fantasisti che giocano in attacco (Cruijff e Neeskens) e che quindi non rimangono in area a farsi marcare, ma accorciano verso la squadra spostando la linea difensiva (che poi sarà presa alle spalle dai compagni che attaccano lo spazio) e dando superiorità numerica per favorire il palleggio veloce.

Per quanto riguarda il lavoro sulle corsie esterne, abbiamo già detto come questo sia affidato a Suurbier e Krol (terzini con qualità da attaccanti esterni); la giocata che la squadra olandese propone con più frequenza prevede un appoggio su Cruijff o Neeskens, Rep e Rensenbrink che stringono la difesa avversaria con Krol e Suurbier che attaccano a grande velocità lo spazio libero per ricevere il pallone dalla sponda di Cruijff o Neeskens, oppure dalla palla verticale giocata da Van Hanegem (se è stato lui a ricevere la sponda dagli attaccanti) per poi giocare un traversone veloce alle spalle della difesa. Il 2 a 0 segnato al Brasile da Cruijff vede proprio: lancio di Haan per Krol, il terzino appoggia la palla a Neeskens che viene incontro facendo alzare la linea difensiva brasiliana, Neeskens gioca una palla profonda sulla corsia sinistra che viene ricevuta da Krol, che nel frattempo ha guadagnato la trequarti campo avversaria, traversone di Krol alle spalle della linea difensiva brasiliana che nell’alzarsi per seguire Neeskens si era persa Cruijff che ha potuto attaccare il primo palo ricevendo il traversone di Krol avendo ormai superato i centrali del Brasile.

Fase di non possesso
La fase di non possesso della squadra di Michels è caratterizzata dalla grande aggressività che i giocatori mettono in campo; l’obiettivo è soffocare il portatore di palla avversario scalando in avanti e aggredendolo appena entra nella mia zona di competenza e costringendolo così a indietreggiare continuamente fino a che non è costretto a lanciare lungo, allora la linea difensiva si alza fino a metà campo per mandare in fuorigioco l’attaccante avversario verso cui era stato lanciato il pallone.


Questo atteggiamento porta i 4 attaccanti olandesi a pressare con continuità gli avversari nella loro metà campo, così facendo la squadra potrebbe rischiare di far attaccare la sua linea difensiva in campo aperto da un avversario che tramite una triangolazione veloce o grazie alla sua capacità di corsa riesce a rompere questo pressing, tuttavia questo non accade grazie alla grande intelligenza tattica di Van Hanegem e Jansen che si occupano della “seconda difesa” coprendo preventivamente le spalle del compagno che si stacca in avanti e andando subito a chiudere il giocatore avversario che esce dalla pressione (anche con un fallo) prima che possa prendere velocità. Per permettere questo atteggiamento ultra-aggressivo è però fondamentale la cura nei tempi con cui si alza la linea difensiva, Haan è il coordinatore del reparto, è lui che guida i movimenti e che chiama i compagni a salire per accorciare continuamente il campo agli avversari e costringerli a giocare sempre più nello stretto (dove gli olandesi sono spesso più bravi degli avversari). Il risultato generale è un continuo guadagno territoriale da parte della squadra di Michels, infatti gli attaccanti aggrediscono il portatore che è costretto a indietreggiare, ogni volta che questo indietreggia la difesa si alza e Van Hanegem e Jansen si occupano di chiudere ancora di più il poco spazio che rimane tra i 4 giocatori offensivi e la linea difensiva, così la squadra avversaria si trova a dover giocare in poco tempo e in pochissimo spazio finendo per perdere costantemente la palla.
Transizioni
Le transizioni della nazionale olandese guidata da Michels sono fortemente influenzate dall’incredibile densità che la squadra fa in zona palla (risultato dell’aggressività difensiva e del movimento senza palla in fase di possesso); se la squadra stava palleggiando e ha perso palla allora si troverà con tanti uomini vicini all’avversario che ha recuperato il possesso e che potranno subito contrastarlo per recuperare il controllo della sfera (transizione negativa); se la squadra ha appena recuperato palla (transizione positiva) il giocatore che ne è in possesso potrà scegliere se giocare con uno dei tanti compagni nelle vicinanze per dare inizio alla serie di triangolazioni veloci tipiche di questa squadra, oppure, se la situazione lo permette, dare vita a un contropiede veloce in campo aperto sfruttando la grande tecnica che tutti i giocatori di questa squadra posseggono.

Conclusioni
In conclusione possiamo dire che l’Olanda del 1974 è stata sicuramente fondamentale per lo sviluppo del calcio moderno fatto di intensità e movimenti senza palla.
I suoi punti forti erano:
- La difficoltà per gli avversari di avere punti di riferimento stabili in campo in virtù del grande movimento e degli interscambi tra i giocatori di Michels
- La capacità dei suoi giocatori di essere funzionali in ogni zona del campo costringendo gli avversari diretti a seguirli per il campo aprendo così degli spazi nel sistema difensivo che poi verranno attaccati da un altro giocatore
- La grande tecnica individuale dei suoi giocatori
- Un campione come Cruijff capace di muoversi in ogni zona del campo, costringendo più avversari a seguirlo aprendo spazi per i compagni
- Una fase difensiva molto aggressiva che porta gli avversari a commettere molti errori
I punti deboli erano:
- La necessità di movimenti di linea perfetti per scalare in avanti, infatti ogni volta che la difesa non si alza con i tempi giusti gli avversari possono prenderne le spalle con lanci lunghi
- La scarsa propensione di Rep e Rensenbrink a venire a difendere le corsie nella propria metà campo
- Il gran numero di falli a cui sono costretti Van Hanegem e Jansen quando un avversario riesce a spezzare il pressing dei giocatori offensivi.