Tornare competitivi sognando il ritorno in Europa: questi sono gli obiettivi che si pone il Torino per la stagione sportiva 2018/19. Per raggiungerli il presidente, Urbano Cairo, ha deciso di confermare sulla panchina granata Walter Mazzarri.
Walter Mazzarri, cinquantasette anni, originario della provincia di Livorno, con un passato da calciatore, ha iniziato la carriera da allenatore nel 2001 ad Acireale (in precedenza aveva fatto da vice-allenatore a Bologna e Napoli), nel 2003 ottiene la promozione in serie A alla guida del Livorno, per passare poi, nella stagione successiva, alla panchina della Reggina, dove resterà per tre anni, conquistando tre salvezze consecutive, delle quali l’ultima ha del miracoloso, visti i 15 punti di penalizzazione per la squadra di Reggio Calabria dovuti allo scandalo di “calciopoli”.
Nel luglio 2007 passa alla Sampdoria, la quale conquista, già nel primo anno della gestione Mazzarri, uno storico sesto posto, qualificandosi alla coppa UEFA; l’anno successivo, invece, vede i blucerchiati arrancare in campionato, guadagnandosi solo il tredicesimo posto, ma il meglio lo danno in coppa Italia, raggiungendo la finale poi persa ai rigori contro la Lazio. A fine stagione il tecnico livornese non viene riconfermato sulla panchina blucerchiata e rimane senza squadra, fino all’ottobre 2007, quando Aurelio De Laurentiis, dopo sette giornate di campionato, decide di esonerare Donadoni e di affidare la panchina del Napoli a Mazzarri, dove resterà per quattro anni.
Il tecnico riuscirà a riportare in auge il Napoli, affidandosi al suo marchio di fabbrica 3-5-2, conquistando una coppa Italia (2012), due qualificazioni in Europa League, due qualificazioni alla Champions League, fino ad innalzare la squadra partenopea al secondo posto dietro alla Juventus nella sua ultima stagione alla guida degli azzurri. Nel Luglio 2013 Mazzarri diventa allenatore dell’Inter, firma un biennale, nella sua prima stagione la squadra nerazzurra arriva quinta, qualificandosi per L’Europa League, la stagione successiva è sfortunata e il 14 novembre 2014 Mazzarri viene esonerato.
Nel 2016 Mazzarri viene ingaggiato dal Watford, squadra che milita nella Premier League inglese, e condurrà la squadra alla salvezza, interrompendo però a fine stagione il rapporto con il club.
Nel gennaio 2018 Urbano Cairo, decide di esonerare Sinisa Mihajlovic dalla guida del Torino e di affidare la squadra all’esperto tecnico livornese. Mazzarri inizia l’avventura raccogliendo 8 punti in quattro partite, concludendo la sua prima stagione in granata al nono posto totalizzando ben 29 punti in 19 partite. Ora sta per iniziare la stagione 2018/19 e il Torino di Walter Mazzarri ha grandi ambizioni, tornare competitivi e magari riportare il “Toro” in Europa. Per riuscire a centrare questi obbiettivi, il tecnico livornese dal suo arrivo ha, fin da subito, puntato sul modulo 3-5-2 e ha trasmesso ai giocatori grinta e determinazione, cercando di costruire una squadra pronta a lottare e dar battaglia dal primo all’ultimo minuto, cercando di riportare in auge i concetti del “Tremendismo Granata”.
Il Torino di Walter Mazzarri nella stagione 2018 si è affidato principalmente al modulo di base 3-5-2 (in alternativa ha proposto un 3-4-1-2 e 4-3-3).
In fase di possesso modulo 3-5-2, con esterni molto alti e larghi, e centrocampisti sempre pronti all’inserimento.
In fase di non possesso il modulo si trasforma in un 5-3-2, con gli esterni che si abbassano sulla linea difensiva e con i centrocampisti che spesso giocano in linea.
Questa è la formazione inziale del Torino nella partita analizzata contro il Cagliari:
Torino modulo 3-5-2:
39 Sirigù PORT, 24 Moretti DCS, 13 Burdisso DC, 33 N’koulou DCD; 15 Ansaldi ES, 8 Baselli CCS, 88 Rincòn CC, 6 Acquah ccd, 29 De Silvestri ED; 9 Belotti ATT, 14 iago Falquè ATT.
FASE DI POSSESSO
In fase di possesso Torino si schiera con un 3-5-2. Difesa a 3 che può contare su giocatori esperti come N’koulou e Moretti. Nella zone mediana del campo troviamo tre centrocampisti che si scambiano spesso di ruolo e sono sempre molto pericolosi negli inserimenti, in particolare Baselli. Gli esterni giocano sulla linea dei centrocampisti, partono molto larghi, sfruttando l’ampiezza e sono sempre pronti a spingere su tutta la fascia. In attacco Mazzarri si affida a due punte, delle quali una gioca più nella zona centrale mentre l’altra svaria su tutto il fronte offensivo partendo principalmente dalle zone laterali. Nel reparto offensivo il Torino può contare sulla fisicità e sul fiuto del gol del “gallo” Belotti e sulla fantasia e l’imprevedibilità di Iago Falquè e del discontinuo Ljajic.
COSTRUZIONE
La costruzione del Torino è principalmente alta e, specie nei rinvii dal fondo, i granata ricorrono a lanci lunghi, spesso nella zona di centro-destra, cercando la fisicità di Belotti. Quando c’è assenza di pressione avversaria, il Torino opta per una costruzione corta e la prima palla passa attraverso uno dei tre centrali difensivi. Spesso i granata utilizzano passaggi strategici tra i tre difensori per creare poi spazio di passaggio nella zona mediana del campo.
SVILUPPO DEL GIOCO
In fase di sviluppo del gioco la dislocazione è quella di un 3-5-2. Lo sviluppo si concentra molto nella zona mediana del campo con i difensori centrali che cercano il centrocampista centrale, il quale una volta ricevuta palla ha diverse soluzioni di passaggio: tutte queste possibilità sono frutto degli ottimi movimenti senza palla e della compattezza negli spostamenti tra i vari reparti.
I tre centrocampisti spesso ruotano di posizione tra loro e sono molto bravi ad inserirsi in fase offensiva, specie Baselli. Spesso in fase di sviluppo dell’azione di gioco, da centrocampo cercano di sfruttare le catene laterali attraverso cambi di gioco, utilizzando molto entrambe le corsie. Quella di sinistra è occupata solitamente da Ansaldi e quella di destra da De silvestri, entrambi giocatori di grande corsa e sacrificio; il secondo poi si distingue per duttilità e può essere utilizzato anche come laterale basso in un eventuale difesa a quattro e all’occorrenza come difensore centrale in una difesa a tre. Entrambi gli esterni partono larghi, quasi sulla linea laterale, e si alzano molto, in alcuni casi arrivando anche sulla linea offensiva, in modo da sfruttare i movimenti ad accentrarsi delle punte, cercando spesso la sovrapposizione.
RIFINITURA E FINALIZZAZIONE
Uno degli strumenti principali del Torino in fase di rifinitura sono i cross. La squadra granata utilizza questa soluzione da entrambe le fasce portando in area sempre almeno 4 uomini: le due punte, di cui una attacca il primo palo e l’altra il centro dell’area, un incontrista (solitamente Baselli), che si sposta verso il dischetto e l’esterno opposto, che taglia sul secondo palo. Inoltre al limite dell’area sono presenti sempre due uomini. Il giocatore più pericoloso in queste situazioni è l’attaccante Belotti, molto abile a smarcarsi con fuori-linea, tagli e passanti. Oltre che per i cross le fasce vengono sfruttate molto anche per sovrapposizioni, triangolazioni ed uno-due, la squadra granata può rendersi pericolosa con questo tipo di giocate anche nella zona centrale del campo, anche grazie agli inserimenti dei centrocampisti.
Un’altra soluzione spesso utilizzata in fase di finalizzazione è l’attacco diretto con lanci in verticale dei centrali difensivi e dei centrocampisti per la profondità della punta.
A volte i giocatori granata tendono a guidare palla sull’esterno per fare uscire terzino e creare spazio d’azione. Se a partita in corso Mazzarri adotta il 3-4-1-2 si cerca spesso il trequartista che agisce tra le due linee. In fase di finalizzazione, in particolare i giocatori più tecnici Iago Falque e Ljajic, cercano la giocata individuale, l’uno contro uno o la soluzione del tiro dalla distanza.
FASE DI NON POSSESSO
In fase di non possesso Torino si schiera con un 5-3-2, con gli esterni che si abbassano sulla linea difensiva.
PRIMA PRESSIONE
In fase di non possesso il Torino tende ad effettuare un buon pressing nella metà campo avversaria, attuato in primis dagli attaccanti. In queste situazioni, quando i centrocampisti esagerano nel pressing ad uscire sul portatore, la squadra di Mazzarri può concedere spazi e libertà nella zona centrale di campo. Se la costruzione avversaria dal fondo non passa dal basso, ma è diretta, i granata tendono a cercare di fare densità nella zona in cui viene indirizzata la palla.
DIFESA BASSA
Nella propria metà campo Torino difende con un 5-3-2, gli esterni si abbassano sulla linea difensiva. Durante lo sviluppo avversario i granata tendono a fare densità e compattezza nella zona centrale del campo, chiudendo gli spazi e le linee di passaggio.
In fase di non possesso i centrocampisti giocano spesso allineati, e quando escono alti in pressing, possono concedere spazio di giocata nella zona centrale del campo e tra le due linee. Gli esterni in fase difensiva convergono molto verso i centrali difensivi: questo concede spazi sulle fasce e fa sì che la formazione granata si trovi a soffrire le sovrapposizioni e la superiorità avversaria nelle catene laterali. A queste debolezze cercano di ovviare, applicando i raddoppi sul lato forte con l’aiuto dei centrocampisti. La retroguardia granata è inoltre molto attenta nel prevenire gli smarcamenti avversari.
LINEA DIFENSIVA
Stile difensivo a uomo nella zona. Quando la palla è sugli esterni, i centrali difensivi eseguono la diagonale corta. I granata concedono con facilità i cross dalle fasce e i difensori non sono impeccabili nella gestione dei tagli e dei fuori-linea avversari. Inoltre la formazione di Mazzarri soffre centralmente sui lanci diretti in profondità, ma si dimostra molto reattiva nell’attaccare la seconda palla.
TRANSIZIONE POSITIVA
In transizione positiva ricerca immediata della giocata in profondità, cercando di sfruttare gli spazi nelle corsie esterne.
TRANSIZIONE NEGATIVA
Una volta persa palla, i granata non cercano la riaggressione immediata, ma vanno in copertura della profondità. In transizione negativa concedono spazi per essere attaccati tra le linee e sulle corsie esterne.
PALLA INATTIVA
– A FAVORE: i calci d’angolo da sinistra sono battuti da Baselli, che si occupa di calciarli anche dal lato opposto alternandosi con Iago Falquè. Il Torino può essere molto pericoloso su palla inattiva, in quanto dotato di buoni saltatori in particolare Belotti, N’koulou e Moretti. Un’altra arma a disposizione della formazione granata sono le punizioni dal limite, visto che è dotata di buoni tiratori, in particolare Iago Falquè con il mancino e Adem Ljajic con il destro.
-CONTRO: il Torino su palla inattiva marca a zona e soffre molto in queste situazioni. Nei calci d’angolo non mettono uomo sul palo, ma due uomini sulla linea dell’area piccola e gli altri giocatori fanno densità all’interno della stessa. Nelle punizioni laterali tendono a tenere la linea difensiva alta sulla linea dell’area di rigore per poi “scappare” appena parte la palla.
CAMBI DI SISTEMA/SOSTITUZIONI
Nella partita analizzata contro il Cagliari, all’8° s.t. Torino inserisce Ljajic al posto di Acquah e conseguente cambio di modulo e passaggio al 3-4-1-2 con il serbo che va a fare il trequartista. Al 31° s.t. esce Iago Falquè, al cui posto entra Obi e si ritorna al 3-5-2, con il nigeriano incontrista e Ljajic che si alza sulla linea di Belotti.
CONCLUSIONE
I punti di forza della squadra di Mazzarri sono la solidità e la compattezza dei reparti, anche grazie alla grinta trasmessa dal tecnico toscano. Altre note positive sono l’intraprendenza degli esterni sulle fasce e gli inserimenti in fase offensiva dei centrocampisti. I punti deboli della formazione granata sono invece gli spazi liberi concessi tra le due linee e sulle corsie laterali dove gli avversari vanno con facilità al cross, inoltre la squadra granata soffre i lanci diretti e le palle inattive.
I tifosi del Torino aspettano con trepidazione l’inizio della serie A 2018/19, sarà compito di Mazzarri e dei suoi giocatori non deluderli e dimostrare sul campo di essere all’altezza del blasone e della storia della maglia che indossano.