Analisi realizzata da Giovanni Belgiovine, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Dopo anni di bel gioco ma pochi trofei, pieni di soddisfazioni ma anche di cocenti delusioni (basti pensare alla finale di Champions persa nel 2019 o alle Premier League del 2016 e 2017), il Tottenham cambia guida tecnica in panchina, dove Josè Mourihno subentra a Mauricio Pochettino nel novembre 2019. Eredita una squadra a fine ciclo, quattordicesima e con molti giocatori sul piede di partenza. Finirà sesto, conquistandosi un posto per l’Europa League di quest’anno.
L’inizio della stagione 2020-21 non è certo entusiasmante, con risultati altalenanti ed una montagna di palloni raccolti nella propria rete.
La partita spartiacque è inequivocabilmente quella contro il Manchester United: vittoria per 6 a 1 all’Old Trafford e carico di convinzione ed autostima annesso. Di lì in poi, si cambia passo: 6 clean sheet su 7 partite, passaggio del turno da prima nel girone (girone tutt’altro che proibitivo, per la verità) e vittorie pesanti contro avversarie storiche, come quella nel derby di North London contro l’Arsenal.
Non c’è dubbio che lo special oneabbia plasmato gli Spursa sua immagine e somiglianza: squadra pragmatica e compatta sotto la linea della palla, ripartenze fulminanti, possesso palla regalato agli avversari. Brera ne sarebbe stato fiero sostenitore.
L’organico che il tecnico portoghese ha a disposizione è di prim’ordine: gente matura, di livello continentale, giocatori esperti ma con palmares tutt’altro che colmi. L’humus perfetto per far germogliare i suoi semi e raccogliere frutti prelibati.
Anche a livello mentale si vede la mano di Mourinho: la squadra è aggressiva, coesa, reattiva e dimostra un’attitudine al sacrificio fuori dal normale.
Ma questa macchina quasi perfetta ha dei limiti, talvolta evidenti.
Con le squadre di mezza classifica, sarà il Tottenham a dover fare la partita e, quindi a gestire il possesso ed è lì che si va in difficoltà, senza un vero e proprio regista.
Altra problematica potrebbe essere, nel lungo periodo, quella legata alla tenuta fisica dei calciatori: un calcio fatto di ripartenze e scatti continui è molto dispendioso e senza il giusto livello di brillantezza diventa prevedibile e poco redditizio.
SISTEMI DI GIOCO
Il sistema di gioco base adottato dal Tottenham è un 4-2-3-1, con la squadra racchiusa in 30 m e che fa della densità in zona centrale uno dei propri marchi di fabbrica.
La squadra è molto organizzata: sono frequenti infatti le rotazioni, in modo da risultare compatti ed ordinati in fase di non possesso e pericolosi ed imprevedibili con la palla. Altrettanto applicati gli scambi di posizione, fatti anche con l’intento di far rifiatare i trequartisti laterali.
Lo schieramento base è così composto:
· n. 1 Lloris (POR), 33 anni, 188cm per 78kg, sinistro: portiere d’esperienza, il campione del mondo risulta preciso nei rilanci e dotato di grande reattività tra i pali; non prova quasi mai l’uscita sulle punizioni dalla trequarti;
· n. 3 Reguilòn (DS), 23 anni, 176cm per 67kg, sinistro: buona velocità sulla fascia, non disdegna la sovrapposizione offensiva anche se è più attento alla fase di non possesso;
· n. 15 Dier (DCS), 26 anni, 188cm per 88kg, destro: è il deputato alla costruzione dal basso; buon tempismo negli anticipi, a volte scoordinato;
· n. 4 Alderweireld (DCD), 31 anni, 187cm per 80kg, destro: colonna della retroguardia, attento nelle coperture, prezioso anche sui calci piazzati;
· n. 24 Aurier (DD), 27 anni, 176cm per 76kg, destro: grande fisicità, abile in elevazione ed instancabile nelle proiezioni offensive; poco attento sugli inserimenti avversari;
· n. 5 Hojbjerg (CCS), 25 anni, 185cm per 81kg, destro: la quota di fosforo davanti alla difesa, costruzione elementare ma tremendamente efficace, intelligente tatticamente;
· n. 17 Sissoko (CCD), 31 anni, 187cm per 83kg, destro: la quota di muscoli davanti alla difesa, corre per tre, fisico dirompente ma tecnica non raffinatissima;
· n. 23 Bergwijn (TS), 23 anni, 178cm per 74kg, destro: corsa infinita a sinistra, sia in attacco che per aiutare Reguilòn in ripiegamento, buona tecnica di base, si applica nella pressione;
· n. 28 Ndombele (TC), 23 anni, 181cm per 76kg, destro: trequartista moderno, moto perpetuo tra centrocampo ed attacco, prezioso in rifinitura e nel pressing;
· n. 7 Son (TD), 28 anni, 183cm per 76kg, destro: molto cercato dalla squadra per le sue doti tecniche ed aerobiche, tempismo da manuale sugli inserimenti e pregievole anche in fase di ripiegamento.
· n. 10 Kane (AC), 27 anni, 188cm per 73kg, destro: per sacrificio e qualità nelle giocate, non può non essere considerato il cuore, il cervello e le gambe della squadra; LIDER MAXIMO.
Anche in panchina, Mourinho ha parecchie alternative valide. Basti pensare a Lo Celso (alter ego di Ndombele, l’argentino è meno dominante fisicamente del francese, ma più tecnico e con ottimi tempi di inserimenti), Lucas Moura (funambolica ala destra brasiliana, devastante in campo aperto) e, last but not least, Gareth Bale, stella gallese di livello planetario.
FASE DI POSSESSO
La squadra si schiera prevalentemente con un 2/4-2-2, con:
· la coppia di centrali difensivi che rimane abbastanza bassa, spesso anche dentro la propria area di rigore, ma che prova, attraverso anticipi e marcature preventive, a favorire una transizione offensiva rapidissima (soprattutto con Dier);
· pochi metri più avanti, i due centrocampisti centrali e i due terzini in ampiezza;
· il trequartista centrale ed il centravanti, dietro il metodista avversario ed entrambi in zona centrale;
· i due trequartisti laterali, posti negli half-space tra terzini e difensori centrali.
I due centrocampisti centrali sono più vicini tra loro rispetto ai due difensori centrali: è come se si formasse un trapezio, dove sulla base maggiore si posizionano Alderweireld (DCD) e Dier (DCS), con sulla base minore occupata da Sissoko (CCD) e Hojbjerg (CCS). Questo garantisce una doppia linea di passaggio diagonale verso il centro e, allo stesso tempo, attrae verso il centro il pressing avversario e libera maggiormente i due terzini.
I terzini non sono alla stessa altezza: Reguilòn (DS) è più basso e garantisce uno scarico semplice per Dier e Hojbjerg, mentre Aurier (DD) è più alto, pronto già a ricevere il cambio di gioco, molto spesso cercato e trovato.
Tra i due centrali, è Dier (DCS) quello più impegnato nella fase di costruzione, prevalentemente con lanci lunghi o, meno frequentemente, con fraseggi nello stretto con i compagni di sinistra.
Si può considerare Kane come il fulcro del gioco e vero e proprio regista offensivo; con i suoi movimenti, riesce quasi sempre a farsi trovare libero tra le linee di difesa e centrocampo avversarie e, attirando a se i due centrali difensivi, crea gli spazi per i tagli ed i passanti mortiferi di Bergwijn (TS) e Son (TD).
La squadra non fa del possesso palla un suo tratto distintivo, per usare un eufemismo; preferisce, piuttosto, azioni veloci sviluppate in verticale, che hanno spesso uno sviluppo “a zig-zag”: la palla viaggia velocemente da sinistra a destra, con continui cambi di gioco alti o rasoterra, rendendo complicati gli interventi difensivi avversari.
La costruzione è generalmente diretta, con Lloris (P) o Dier (DCS) che lanciano lungo o per Aurier (DD) o direttamente per Kane (AC). Il terzino riceve in genere sulla destra, all’altezza della metà campo e, sfruttando la sua elevazione, cerca di servire Son (TD) con colpi di testa diretti o attraverso azioni manovrate che vedono coinvolto Kane, che si defila leggermente sul centro-destra. In alternativa, sempre Kane riceve nella zona centrale del campo, all’altezza del cerchio di centrocampo; è abile a liberarsi e controllare la palla spalle alla porta, tenendo a distanza il diretto avversario grazie alla sua fisicità; temporeggiando, inoltre, dà tempo alla squadra di distendersi o ai trequartisti laterali di attaccare la profondità. In caso di lanci lunghi poco precisi, la buona reattività consente comunque ai giocatori di Mourinho di arrivare primi sulle seconde palle, consentendo di continuare l’azione in avanti.
Meno frequentemente la squadra tenta la costruzione bassa. L’azione inizia sul centro sinistra, con Dier (DCS) che riceve dal portiere e passa ad Hojbjerg (CCS) in profondità o Reguilòn (DS) in ampiezza. L’obiettivo è attirare l’avversario in zona palla attraverso passaggi corti e veloci, in modo da liberare il terzino opposto con un cambio di gioco repentino e prendere controtempo l’avversario, che per effetto del pressing lascia molto spazio libero nella propria metà campo. La tecnica non sopraffina dei centrocampisti non permette una costruzione fluida, motivo per il quale si opta per i lanci lunghi quando il pressing avversario aumenta di intensità o viene portato con più di 3 uomini.
La costruzione, bassa o diretta, ha quasi sempre come scopo liberare Aurier (DD) sulla fascia.
Nei casi, invece, in cui l’azione si sviluppi centralmente, i due centrocampisti centrali vanno a formare con Ndombele (TC) un triangolo rovesciato: attraverso questo scaglionamento, si creano delle buone linee di passaggio, che spesso danno luogo a giocate “a parete”, utili soprattutto per cambiare il fronte d’attacco. In queste fasi, il francese va a lavorare alle spalle delle mezzali avversari (specialmente sul centro-sinistra); il mediano opposto si trova preso in mezzo tra il trequartista centrale e Kane (AC) che arretra, prediligendo la copertura sull’attaccante, con Ndombele che si trova quindi libero di combinare con i centrocampisti.
Sicuramente la catena laterale destra è quella più battuta nelle azioni offensive.
La maggior parte delle azioni manovrate passano da Aurier (DD) e Son (TD), che lavorano con ottima intesa. Il terzino è bravo a sfruttare gli accentramenti del sudcoreano per proporsi in sovrapposizione. Un altro movimento codificato è quello di Son in profondità, ad allungare la difesa avversaria: questo libera lo spazio in fascia (dove Aurier può avanzare) o in zona rifinitura (dove Kane può disegnare calcio).
Dall’altra parte, Reguilòn (DS) è meno coinvolto nelle combinazioni con Bergwijn (TS): con grande velocità, cerca di accompagnare l’azione, più per garantire un appoggio arretrato che per proporsi in sovrapposizione.
Se i centrocampisti centrali si allargano, i trequartisti laterali sul lato forte vanno a scambiarsi la posizione con il compagno: in questo modo, non si scopre la zona centrale ma non si assiste mai ad un sovraccarico delle corsie laterali.
Sulla fase di rifinitura del Tottenham e su come lavora Kane (AC) ci sarebbe da fare un documentario, da mostrare ai ragazzi delle scuole calcio. Con i suoi sapienti movimenti, l’attaccante inglese riesce a farsi trovare quasi sempre libero, anche se gli avversari giocano con un mediano davanti alla difesa (che si trova in inferiorità con l’attaccante e Ndombele). Spesso, gli stessi movimenti attirano i centrali di difesa: scelta pessima degli avversari, che così prestano il fianco ai tagli di Son (TD) e Bergwijn (TS).
Ricevuta palla, di solito spalle alla porta, Kane e Ndombele combinano attraverso fraseggi molto rapidi nello stretto.
La finalizzazione dell’azione avviene andando a premiare i tagli profondi dei trequartisti laterali di cui sopra, serviti con passaggi filtranti sulla corsa fatti con i tempi giusti, di solito tra terzino e difensore centrale.
Frequenti sono le combinazioni in area di rigore avversaria, che il Tottenham riempie con 4-5 uomini (4 più avanzati, a coprire l’intera ampiezza, più uno a ridosso del limite dell’area). Generalmente, il trequartista laterale sul lato forte si accentra, liberando la fascia per la sovrapposizione del terzino e si posiziona o “in prima linea” o a ridosso dell’area di rigore; il trequartista sul lato debole, invece rimane largo, con Kane (AC) o Ndombele (TC) ad occupare il alternanza le posizioni di secondo attaccante centrale e giocatore al limite dell’area. Da sottolineare l’azione dei due attaccanti in zona centrale, che con il loro movimento “abbassano” i due difensori centrali e creano uno spazio invitante nei pressi del dischetto del rigore.

Se si arriva sul fondo, di rado si opta per i cross; piuttosto, si tende a servire i due attaccanti centrali o l’uomo a rimorchio attraverso traversoni.
Ottime anche le doti balistiche degli attaccanti, che provano il tiro da fuori area appena possibile, spesso con conclusioni sul secondo palo (soprattutto Son, quando si accentra da sinistra).
FASE DI NON POSSESSO
La squadra si schiera con un 4-4-2, dove:
· il quartetto difensivo rimane stretto ed in linea, con i terzini in direzione degli angoli dell’area di rigore ed i centrali equidistanti;
· I due centrocampisti centrali davanti alla difesa e, in ampiezza, i due trequartisti laterali che arretrano, ma che rimangono qualche metro più avanti rispetto ai centrali;
· Infine, il trequartista centrale che va ad affiancare l’attaccante centrale.
La tattica difensiva è fedele alla migliore tradizione del mago di Setubal.
Tutti partecipano attivamente alla fase di non possesso, rimanendo compatti sotto la linea della palla.

Gli undici in campo si posizionano su tre linee molto vicine e che si avvicinano ancora di più man mano che la squadra indietreggia, fino ad arrivare quasi ad arroccarsi al limite dell’area di rigore.
Il baricentro della squadra è medio-basso. La difesa cerca di rimanere relativamente alta, sulla propria trequarti, salvo poi indietreggiare sul tempo del cambio gioco (per esempio tra terzino destro avversario ed ala sinistra avversaria) oppure su palla scoperta alle mezzali. In ampiezza, invece, i giocatori scivolano lateralmente in zona palla, coprendo circa due terzi del campo: i trequartisti laterali sul lato debole si accentrano accanto ad Hojbjerg (CCS) o Sissoko (CCD), mentre il trequartista sul lato forte va in pressione sul terzino o in raddoppio.
Più che i ruoli, prevalgono le posizioni: è difficile trovare la retroguardia schierata con meno di 6 uomini (disposizione tipica 4+2) a difendere il fortino Spurs e questo grazie a cambi di posizione rapidi. A tal proposito, esemplare è il lavoro di copertura di Sissoko (CCD) alle spalle di Aurier (DD): spesso è lui a giocare di fianco ad Alderweireld (DCD) e questo consente al terzino di essere in costante proiezione offensiva, senza sbilanciare troppo la squadra. Altro esempio è la scalata all’indietro dei trequartisti laterali in posizione centrale, quando Hojbjerg (CCS) o Sissoko (CCD) assorbono gli inserimenti delle mezzali, indietreggiando e ponendosi sulla stessa linea dei difensori centrali.
Ndombele (TC) e Kane (AC), invece, si dividono i compiti difensivi in attacco: il francese prevalentemente sul centro-sinistra, l’inglese sul centro-destra.
Con gli avversari in costruzione bassa, il Tottenham applica una tattica attendista: piuttosto che un pressing furioso sul portatore, portato con tanti uomini, preferisce difendere “di posizione”, bloccando in maniera mirata le prime due fonti di gioco avversarie, ovvero il difensore centrale che imposta ed il metodista. A tal proposito, Ndombele (TC) si occupa del difensore, uscendo forte sulla palla e togliendo il tempo di gioco all’avversario, mentre Kane (AC) mette in zona d’ombra il metodista, di fatti escludendolo dall’azione. Agli avversari non rimane che giocare in fascia sui terzini, dove però arriva puntuale e tempestiva la pressione dei trequartisti laterali, che scattano sul tempo del passaggio tra centrale e terzino. Viene a crearsi, quindi, un 5 vs 4, dove l’uomo libero per gli avversari è il centrale difensivo meno dotato tecnicamente.
Queste difficoltà in costruzione vengono ancor più accentuate dal pressing orientato degli Spurs: Ndombele (TC), Kane (AC) ed il trequartista laterale sul lato forte si dispongono in diagonale, cercando di tagliare fuori tutto il resto della squadra avversaria.

A centrocampo, i due centrocampisti centrali marcano a uomo le due mezzali avversarie, assorbendone gli inserimenti fino alla linea del fuorigioco. In contemporanea, i tre trequartisti scalano all’indietro in modo da ricomporre la linea. Hojbjerg (CCS), forte anche nel gioco aereo, lavora più in verticale (anche perché Reguilòn è quasi sempre in posizione), mentre Sissoko (CCD) deve lavorare più in ampiezza. Davanti ai due, a formare un triangolo rovesciato, c’è quasi sempre Ndombele (TC), che intasa il corridoio centrale, intercettando le linee di passaggio. Qualche passo più indietro, sono gli stessi Hojbjerg e Sissoko a non lasciare spazi per le tracce centrali, andandosi a posizionare negli half-space tra terzini e difensori centrali.
I problemi nascono quando il triangolo si schiaccia troppo e Ndombele non da la giusta profondità al centrocampo: in queste situazioni, è difficile recuperare anche sulle seconde palle e, quindi, si lascia una seconda possibilità all’avversario.
Sulle corsie laterali, avendo le linee di difesa e centrocampo molto vicine, il raddoppio è quasi automatico. A sinistra, Reguilòn (DS) e Bergwijn (TS) gestiscono abbastanza bene le scorribande avversarie. La velocità nello stretto ed il senso tattico dello spagnolo abbinata alla generosità del belga sono, a tal proposito, una garanzia. Sulla destra, invece, per compensare la poca attenzione di Aurier (DD) si rende spesso necessario l’allargamento di Sissoko (CCD), fino alla linea dei centrali difensivi: in questo modo, si sovraccarica la fascia e si evitano a Son (TD) ripiegamenti troppo profondi.
I quattro difensori si posizionano in linea, lavorando di reparto e garantendo la necessaria copertura ai componenti che “rompono” la linea stessa. Più che coprire l’ampiezza, l’obiettivo è compattarsi nell’imbuto difensivo, con gli avversari che vanamente provano ad allargare le maglie del Tottenham con cambi di gioco. L’unico effetto sortito è quello di perdere un tempo di gioco, tempo in cui il resto della squadra torna a casa base. Più sofferti sono, invece, i tagli delle ali: se partono molto larghe e la difesa non scivola per tempo, le ali vengono affrontate quando sono già in piena corsa e il mismatch di velocità crea diversi problemi ai terzini (soprattutto a destra).
Dei due difensori centrali, è Dier (DCS) a provare più frequentemente l’anticipo e “cedendo” il proprio uomo ad Hojbjerg (CCS), non appena questi esce dalla sua zona di competenza. Alderweireld (DCD), invece, è bravo ed attento a dare copertura al compagno, allungando la diagonale difensiva correndo verso Lloris (P). Si hanno quindi sempre almeno due linee di copertura, cosa che complica molto gli sfondamenti centrali avversari.
Nei momenti di massima pressione degli avversari, il Tottenham si schiera con un 6-3-1, con:
· I due centrocampisti centrali che arretrano sull’ultima linea, giocando tra difensore centrale e terzino;
· I tre trequartisti che si stringono ed arretrano;
· Kane (AC) unico riferimento in avanti.
I terzini, in queste situazioni, sono più liberi di allargarsi. Tutta la squadra è racchiusa in 20-25 metri, con i difensori tra il dischetto del rigore ed il limite dell’area e i trequartisti pochi metri più avanti.
TRANSIZIONI OFFENSIVE
Forse ancor più della fase difensiva, sono le transizioni offensivi il vero punto cardine della tattica messa in pratica dalla squadra di Mourinho: tattica che, da sempre, è il biglietto da visita del tecnico portoghese e che sembra calzare a pennello con gli interpreti che ha trovato nel nord di Londra.
Definire quelle del Tottenham delle ripartenze veloci è quasi riduttivo. Il canovaccio è chiaro: far arrivare la palla il più velocemente possibile a Kane, che si smarca tra le linee e che scocca passaggi precisi e puntuali per le due frecce (Bergwijn a sinistra e Son a destra), che intanto scattano in profondità.
Il contropiede è essenziale, verticale e tendenzialmente si sviluppa nel corridoio centrale. In questo modo, il capovolgimento di fronte è molto rapido e spesso trova l’avversario in parità (se non in inferiorità) numerica, avendo molto uomini sopra la linea della palla.
La ripartenza si conclude spesso con un tiro (anche dal limite dell’area); quando invece la situazione lo consente (es. molti giocatori in zona palla), una volta giunti nei pressi dell’area di rigore si cerca di occupare la stessa con la classica disposizione 4 + 1, temporeggiando per favorire l’avanzata di un terzino (Reguilòn a sinistra o, molto più frequentemente, Aurier a destra).
Il presupposto a tutto questo è l’abilità sulle seconde palle e la capacità di chiudere le linee centrali intercettando i passaggi: questo, unito alle marcature preventive dei due difensori centrali, consente un recupero palla immediato, che prende in controtempo gli avversari e che lascia molto spazio libero nella loro metà campo.
Il consolidamento, invece, è molto meno praticato: viene attuato con scambi stretti e rapidi e coinvolge più il triangolo di centrocampo (centrocampisti e trequartista centrale) che i difensori centrali.
TRANSIZIONI DIFENSIVE
Le transizioni difensive non sono altrettanto esaltanti, ma piuttosto sono più “ragionate” e mirano a far perdere tempo all’avversario, per permettere ai giocatori di rientrare fino alla propria trequarti. La grande aggressività portata dai giocatori rende questa “azione ritardatrice” molto efficace.
Il contropressing viene portato con non più di due uomini (in genere i due più vicini alla palla), mentre gli altri si compattano immediatamente nell’imbuto difensivo, concedendo le fasce. Uno dei due mette subito in zona ombra il metodista, mentre l’altro si occupa del difensore centrale che imposta.
In genere, i due uomini sono Kane (AC) e Ndombele (TC), ma a volte vengono sostituiti dai due trequartisti laterali, da Hojbjerg (CCS) o Aurier (DD): è in questa fase che si apprezza l’organizzazione del Tottenham, dove compiti e posizioni prevalgono sui ruoli.
Riguardo gli smarcamenti preventivi, molto si è già detto di Kane (AC), che si libera tra difesa e centrocampo avversario, spesso in zona centrale ma anche svariando su tutto il fronte. Anche i due trequartisti laterali sono abili in questo, lavorando negli half-space tra difensori centrali e terzini od anche alle spalle di questi ultimi.
ANALISI SWOT
· La tecnica di base è discreta in generale, ottima negli attaccanti.
· Quasi tutti i componenti della squadra sono nella fascia 25-30 anni, quindi nel pieno della loro carriera.
· L’esperienza internazionale della squadra è buona, ma non eccelsa (tranne alcune eccezioni, tipo Lloris).
· Sui calci piazzati, la squadra difende abbastanza bene, salvo palesare alcune difficoltà sui calci di punizione dalla trequarti.
· La squadra dimostra una grande compattezza difensiva, che rende difficili gli attacchi frontali avversari. Sulle palle laterali, invece, sembra concedere maggiormente.
· I giocatori hanno grandi doti fisiche, in termini di resistenza, velocità e struttura.
· Lloris è preciso nei rilanci, ha un’ottima reattività tra i pali ma tenta poco l’uscita.
· Entrambi i difensori non sono a proprio agio nella costruzione bassa.
· Aurier è poco attento nelle coperture sui tagli.
· I due centrocampisti centrali sono molto intelligenti tatticamente, ma poco propensi alla fase offensiva.
· I quattro uomini d’attacco dimostrano grande spirito di sacrificio, ripiegando spesso sulla propria trequarti.
SUGGERIMENTI
· Bisogna togliere la profondità agli attacchi del Tottenham, magari tenendo la squadra molto bassa per poi ripartire.
· Concentrando i propri attacchi sulla sinistra (la destra del Tottenham), potrebbero emergere i limiti difensivi di Aurier, che soffre particolarmente sui tagli delle ali o sugli inserimenti delle mezzali.
· In generale, sulle fasce bisognerebbe proporsi in continua sovrapposizione, in modo da costringere anche i trequartisti laterali a ripiegamenti profondi.
· Sulle punizioni laterali, il Tottenham tiene la linea abbastanza alta: questo crea degli spazi, all’altezza del dischetto del rigore.