Nell’ 8.a giornata di Liga Al Madrigal il Sottomarino giallo ospita il Celta Vigo, due squadre in un gran periodo di forma e che fino alla fine si contenderanno un posto in Europa. Il Villareal, nonostante offra prestazioni altalenanti (tra cui l’eliminazione ai play off della Champions League per mano del Monaco) complice anche l’inaspettato esonero di Marcelino a poche settimane dall’inizio della stagione, è una delle 3 squadre ancora imbattute in campionato e, in caso di vittoria, aggancerebbe il Barcellona al quarto posto; Il Celta invece, dopo un inizio disastroso con 0 punti nelle prime 3 partite, è riuscito ad inanellare una serie di 4 vittorie di fila (compresa quella in Europa League) di cui l’ultima proprio contro i campioni in carica.
L’idea di un calcio prettamente offensivo è ben radicata nella mente dei due allenatori: più sbilanciato il 4-2-3-1 schierato da Eduardo Berizzo, l’intento è lo sviluppo del gioco sulle fasce per sfruttare la velocità delle sue 3 mezze punte (Pione Sisto, Orellana e Bongonda) e le sovrapposizioni dei terzini Hugo Mallo e Jonny Castro. Iago Aspas è il terminale offensivo di riferimento.
Il 4-4-2 di Fran Escribá invece garantisce più equilibrio e permette maggiore coesione tra i reparti per arginare le doti atletiche degli avversari, che faticano a trovare spazio tra le linee. Inoltre, una squadra corta permette di sfruttare al meglio eventuali situazioni di contropiede, per via dei molteplici spazi concessi.
Il Celta cerca di imporre il suo ritmo sin da inizio match, avanzando verso l’area con più uomini possibili (H. Mallo e Castro agiscono come se fossero esterni d’attacco) ma la concretezza nei 25 metri avversari è insufficiente: nonostante un possesso palla del 60%, in tutta la partita vengono effettuati solo 4 tiri, di cui nessuno fuori l’area di rigore. Merito della coordinazione dei giocatori di casa nello svolgere la fase difensiva. In FDNP Sansone e Bakambu escono in marcatura sui due mediani Wass e Radoja, costringendo i difensori centrali a impostare l’azione o giocare nelle corsie esterne, dove agisce il pressing di Soriano (sx) e S. Castillejo (dx), mentre Bruno Soriano e Trigueros fungono da schermo per la difesa (in questa occasione priva di Musacchio). In situazioni di transizione negativa nella metà campo avversaria si cerca il recupero immediato tramite aggressione sul portatore, mentre in fase di avanzamento del Celta i reparti di difesa e centrocampo sono compatti e omogenei, la disposizione in linea non permette di controllare una vasta porzione di campo, ma limita la capacità di inserimenti degli avversari, che faticando a trovare spazi sfruttabili, attuano una manovra più avvolgente, ma comunque sterile.
Proprio da una situazione di tentato recupero nasce l’azione del secondo goal: Pione Sisto riceve passaggio da H. Mallo, il quale però, si trova impossibilitato a dialogare con i compagni per via dell’asse Soriano-Sansone-Bakambu che isolano nella corsia esterna di sinistra il numero 11, costringendolo ad appoggiarsi al portiere. Il rilancio di Alvarez, disturbato dall’arrivo del 17 giallo, finisce sui piedi di Soriano che non ha problemi a inquadrare la porta sguarnita.
La FDP è costituita principalmente da verticalizzazioni. L’obiettivo è cercare di raggiungere la porta avversaria con meno tocchi possibili, forzando il passaggio se necessario. Il centrocampo gioca un ruolo fondamentale nella costruzione: Bruno Soriano (c) funge da collante tra azione difensiva e offensiva, la gestione del ritmo e la visione di gioco sono affidate a Trigueros e Castillejo che possono anche cambiarsi di ruolo (creando problemi alle marcature avversarie) mentre R. Soriano, specializzato negli inserimenti, ha più responsabilità nell’attaccare la porta. Una situazione di transizione offensiva è ottimale per una squadra con questi principi; una disposizione schiacciata permette ripartenze fulminee. Nell’azione del 3-0 Sansone approfitta di un brutto controllo di Orellana per avviare un contropiede con il supporto del suo compagno di reparto; nonostante la superiorità numerica, i giocatori del Celta non sono precisi nelle marcature e concedono troppo spazio in profondità, che Bakambu sfrutta per raccogliere l’ottimo filtrante di Sansone e che non ha problemi a finalizzare correttamente.
La possibilità di svariare sul fronte d’attacco è anche permesso da un pressing del Celta poco asfissiante e convinto, il portatore può godere di più opzioni in prossimità dell’area, come nell’ azione precedente il primo goal.
Bakambu, che all’occorrenza si abbassa per fornire appoggio e far salire la squadra, non ha alcun tipo di pressione, non c’è interesse da parte della retroguardia Celeste nel creare densità sul portatore, si preferisce tentare di marcare possibili ricevitori. Dalla rimessa successiva al suo tiro nasce l’azione del primo goal. Trigueros si accorge del perfetto tempismo di R. Soriano nello sfruttare lo spazio tra due difensori, colti impreparati. Da notare come il movimento a uscire di Sansone confonda le idee ai due centrali per un attimo appena sufficiente per far si che l’inserimento del numero 20 si concluda con esito positivo.
L’autogoal di Wass a inizio secondo tempo chiude di fatto ogni possibilità di recupero. Prestazione convincente e concreta del Villareal, occasione mancata per gli ospiti, che in caso di vittoria avrebbero raggiunto proprio i padroni di casa.