Analisi realizzata da Gabriele Tumino, Match Analyst associato AIAPC, abilitato presso il Corso Football Match Analyst – LongoMatch Certification: https://www.elitefootballcenter.com/prodotto/longomatch-fast-track/
Il Monza è attualmente la neopromossa che ha ottenuto più punti in questo campionato. Dopo una storica promozione in A e un’importante campagna acquisti, la squadra brianzola è stata caricata di tante aspettative. Nelle prime 6 giornate, però, ha collezionato 5 sconfitte e 1 pareggio. A quel punto è arrivata la drastica decisione: esonero di Stroppa. Il tecnico della promozione viene sostituito con una soluzione interna, una ”scommessa”: Raffaele Palladino, allenatore dell’under 19. La prima vittoria arriva all’esordio, proprio contro la Juventus e la rotta negativa viene magicamente invertita. Ad oggi, la scelta della dirigenza biancorossa è assolutamente azzeccata. La squadra ha un nuovo progetto, una nuova identità e un gioco funzionale.
Come anticipato prima, la campagna acquisti è stata molto importante, quindi il tecnico campano ha a disposizione molti elementi validi per schierare un 11 titolare di tutto rispetto. Il sistema di gioco utilizzato è un 1-3-4-2-1. In porta, la squadra può contare due elementi di grandissima qualità: Cragno e Di Gregorio, con il secondo che contro ogni aspettativa sembrerebbe aver trovato la titolarità. Per quanto riguarda i 3 dietro, i più utilizzati sono sicuramente Izzo, Marlon, Caldirola e Pablo Marì. Esterno a sinistra Carlos Augusto, pedina fondamentale nello scacchiere di Palladino. A destra si alternano Birindelli e Ciurria, con il secondo schierato anche come trequartista. In mezzo al campo titolarissimo capitan Pessina, affiancato da giocatori validissimi come Sensi, Rovella, Ranocchia e Machin. Nella trequarti troviamo 4 uomini per due posti: Caprari, Ciurria, Colpani e Dany Mota, utilizzato anche come centravanti. La punta di questa squadra è Andrea Petagna.
Come si può notare, la rosa è estremamente valida e mister Palladino sta riuscendo a sfruttarla molto bene con un sistema di gioco e delle idee che calzano a pennello. Fraseggio, assenza di punti di riferimento, interscambiabilità dei ruoli e sprazzi di calcio “totale”, sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano questa squadra, allenata da un tecnico che sicuramente dirà la sua nel calcio futuro.
Per questa analisi è stata visionata Cremonese-Monza terminata 2 a 3 per gli ospiti, partita in cui è stato possibile evidenziare tutto quello che c’è di buono (e anche meno buono) della rosa di Palladino.
SISTEMA DI GIOCO
SISTEMA BASICO: 1-3-4-2-1
SISTEMA IN FASE DI POSSESSO: 1-3-2-4-1/1-3-1-5-1
SISTEMA IN FASE DI NON POSSESSO: 1-5-4-1
FASE DI POSSESSO
COSTRUZIONE: La costruzione del Monza è prevalentemente bassa. La squadra di Palladino si schiera con un 4+2, dove un braccetto e un quarto diventano i terzini. La maggiorparte delle volte il gioco si sviluppa verso il braccetto. Questo poiché è molto probabile che si crei superiorità in ampiezza, dato che quest’ultima sarà occupata da 3 uomini (braccetto, quarto e trequartista) con l’appoggio del centrocampista zona palla. In costruzione, inoltre, è possibile vedere un principio chiave del gioco del Monza, ovvero la mancanza di punti di riferimento e la grande interscambiabilità tra i giocatori, in particolar modo quando un centrocampista viene a giocare dentro la linea per permettere a un braccetto di salire. Questo principio è molto utilizzato nello sviluppo.

SVILUPPO: Come anticipato prima, lo sviluppo del Monza è abbastanza articolato e non sempre prevedibile. Questo perché le zone del campo sono occupate da giocatori sempre diversi. Una volta superata la prima pressione avversaria, uno dei due centrocampisti del Monza (nel caso della partita visionata si tratta di Pessina), si inserisce nella linea difensiva, per permettere a un braccetto di salire, quest’ultimo è quasi sempre Caldirola. Il gioco, proprio per questo motivo si sviluppa principalmente sulle fasce, ma la squadra ha un ottimo palleggio e riesce a far girare bene il pallone in tutto il campo. L’obiettivo è quello di occupare gli half-spaces e l’ampiezza con almeno 3 uomini, indipendentemente da chi essi siano. Da questo punto di vista possiamo sicuramente dire che il Monza esprime un calcio “totale”, tutti gli uomini vengono prontamente sostituiti da un compagno ogni volta che lasciano la propria posizione. Questo permette di avere con più probabilità giocatori liberi e di conseguenza una manovra più fluida.
LATERALITA’ OFFENSIVA: Le azioni del Monza si sviluppano prevalentemente in ampiezza. Per questo è molto importante la gestione delle catene laterali. Queste, sono formate da braccetto, esterno e trequartista, ma come detto prima, il Monza è una squadra che non da molto peso ai ruoli, quindi è probabile che la punta o un centrocampista possano far parte delle catene laterali. Una costante sono i tagli del quarto. Per la squadra di Palladino è molto importante creare densità di uomini zona palla, soprattutto sulle fasce, questo implica che l’area avversaria non sia sempre ben riempita all’ interno, ma con un buon numero di uomini al limite. Per questo motivo la squadra brianzola utilizza molto spesso i cut back.

RIFINITURA: In zona di rifinitura troviamo sempre almeno 3 uomini, generalmente punta e trequartisti. In questa zona vengono gestiti i palloni provenienti dalle retrovie. Il protagonista è sicuramente Petagna, che grazie alle sue doti, soprattutto fisiche, viene cercato spesso dai compagni. L’attaccante triestino è molto abile sia a scaricare il pallone ai compagni vicini, che proteggerlo, far salire la squadra e poi smistarlo. Altri giocatori che si muovono molto bene tra le linee avversarie sono i trequartisti e il centrocampista Machin, abili a smarcarsi e a creare importanti linee di passaggio.
FINALIZZAZIONE: L’attacco alla linea avversaria avviene in molti modi. Quelli principali sono sicuramente le triangolazioni, le sovrapposizioni e i cut back, di cui gli uomini delle catene laterali ne sono i protagonisti. Soprattutto Carlos Augusto, che ama giocare in mezzo al campo e mettere in difficoltà gli avversari. Non mancano i dribbling, grazie a giocatori di qualità come Caprari e Ciurria, questa è un’altra soluzione utilizzata per superare la difesa.
FASE DI NON POSSESSO
PRIMA AZIONE DIFENSIVA: La prima azione difensiva del Monza contro la Cremonese è stata una pressione effettuata in due diverse maniere. I padroni di casa hanno optato per una costruzione bassa, 4+2. Palladino ha inizialmente risposto indirizzando Petagna e Caprari a copertura della linea di passaggio tra i centrali e i terzini. Ciurria e Machin, invece andavano a prendere i due mediani. I quarti del Monza (C.Augusto e Birindelli), restavano bassi in copertura sugli esterni avversari. Questa pressione, però, non risultava sempre efficace, poiché i terzini restavano liberi e capaci di creare superiorità in ampiezza. Per ovviare a questo, il compito dei quarti brianzoli è stato cambiato: attaccare i terzini avversari una volta che avrebbero ricevuto palla, con la difesa che avrebbe dovuto rapidamente scalare.

GIOCO DIFENSIVO A CENTROCAMPO: Quando la palla è nella metà campo avversaria e in particolar modo vicino l’area, l’atteggiamento dei centrocampisti brianzoli è abbastanza aggressivo, con l’obiettivo di far perdere il pallone agli avversari. Quando la squadra avversaria è nella metà campo del Monza, gli uomini di Palladino si schierano con un 5-4-1 (centrocampisti in linea) e i centrocampisti sono pronti ad andare in copertura in caso in cui si rompesse la linea difensiva.
LATERALITA’ DIFENSIVA: In fase difensiva le catene laterali sono le stesse di quelle in fase offensiva: trequartista, quinto e braccetto. Quest’ultimo può essere sostituito dal centrocampista zona palla se il braccetto è in copertura in area. Le diagonali sono lunghe con la linea che tende a coprire la profondità.
LINEA DIFENSIVA: La linea di difesa del Monza non è sempre ben ordinata e organizzata, infatti, la squadra ha mostrato di soffrire le palle laterali e i duelli in mezzo all’area. L’atteggiamento della linea è a uomo nella zona. Il centrale della linea a 3 è Pablo Marì, un giocatore con grandi qualità fisiche, ma molto lento e non sempre preciso con le preventive. Per quanto riguarda i braccetti, nella partita contro la Cremonese sono stati Izzo e Caldirola. Cercano molto il contatto fisico e il secondo è più offensivo del primo. Il loro atteggiamento è stato un uomo nella zona più aggressivo, infatti è capitato diverse volte che seguissero il loro riferimento per decine di metri prima di lasciarlo. Un avversario molto seguito è stato Okereke, sia da parte di Izzo che da Caldirola.
TRANSIZIONI
TRANSIZIONE OFFENSIVA: L’atteggiamento della squadra in transizione offensiva è diverso in base a dove è stato riconquistato il pallone. Se quest’ultimo è recuperato nella propria metà campo, il Monza tende a ricompattarsi e ad avviare un fraseggio. Viceversa, se il pallone è recuperato nella metà campo avversaria, gli uomini di Palladino tendono ad attaccare direttamente la porta.
TRANSIZIONE DIFENSIVA: In transizione difensiva, invece, il Monza ha mostrato qualche difficoltà. La squadra di Palladino porta molti uomini nella metà campo avversaria, tra cui anche un braccetto. Una volta perso palla, risultano spesso scoperti e le preventive non sono sempre ben prese.
ANALISI SWOT
PUNTI DI FORZA:
- Qualità dei singoli, che permette alla squadra di essere pericolosa in fase offensiva una volta arrivati vicino all’area avversaria;
- Gioco “totale” e senza punti di riferimento. Il Monza è imprevedibile, attacca bene gli spazi e crea numerose linee di passaggio;
- Il fraseggio. Grazie a questo la squadra di Palladino riesce a tenere il pallino del gioco e a creare opportunità.
PUNTI DI DEBOLEZZA:
- La fase difensiva, non sempre precisa e ordinata, con i 3 difensori che subiscono molto le palle laterali e i duelli aerei;
- Le transizioni difensive, la squadra porta tanti uomini in attacco, anche un braccetto e di conseguenza non è tanto coperta una volta perso palla;
- Le mancate preventive. Si evidenziano diverse situazioni in cui i difensori non hanno effettuato le marcature preventive, che amplifica ancora di più il pericolo in transizione difensiva.