A guidare la squadra è il tecnico americano Jesse Marsch, alla prima stagione sulla panchina austriaca, anche se già da diversi anni militante nell’universo creato sotto il marchio della nota bibita energetica, prima come allenatore dei New York Red Bulls e poi al Lipsia come assistente di Ralf Rangnick, vero Deus ex machina del progetto Red Bull.
Il Salisburgo è una squadra molto offensiva, che pensa sempre ad attaccare, infatti nonostante l’eliminazione ai gironi di Champions, sono risultati l’attacco più prolifico del gruppo E, pur avendo a che fare con squadre del calibro di Liverpool e Napoli, concludendo con 16 reti in 6 partite. Ancor più impressionante è lo score nel campionato austriaco, dove sono stati segnati ben 87 gol in sole 25 partite, una media di 3,48 segnature ad incontro.
SISTEMA DI GIOCO:
- Modulo base:1-4-4-2
- Modulo in possesso palla: 1-2-4-2-2
- Modulo in non possesso palla: 1-4-4-2
Jesse Marsch non è un allenatore integralista, legato ad un singolo modulo di gioco, e questa partita ne è il perfetto esempio. La sua squadra ha iniziato a giocare con un 1-4-4-2, ma dal trentesimo minuto ha cambiato schieramento, disponendosi con un 1-3-5-2.
FASE DI POSSESSO:
Come detto, mentre lo schieramento della squadra è variato più volte durante la stagione e spesso durante la stessa partita, passando dal 4-4-2 al 4-3-1-2, fino a schieramenti con la difesa a 3, quelli che però non sono mai stati modificati sono i principi di gioco. Il Salisburgo è una squadra, nel perfetto stile Red Bull, intensa, verticale, quasi frenetica, la cui idea è arrivare in porta nel più breve tempo possibile, accettando di avere meno controllo sulla partita. Quasi la metà delle azioni di possesso palla si concludono in meno 10 secondi, denotando la forte tensione verticale.
Costruzionee Sviluppo
Nella fase di avvio della costruzione la circolazione della palla è affidata ai due difensori centrali Ramalho e Wober, supportati dai due centrocampisti centrali Ashimeru e Mwepu, insieme formano una sorta di quadrato. Se la squadra avversaria riesce a schermare bene il centrocampo, uno dei due centrocampisti, solitamente Mwepu può scendere tra i due centrali, oppure al lato di uno di essi, prevalentemente a sinistra, dando vita alla “salida Lavolpiana” formando una difesa a tre, per facilitare la costruzione.
L’1-4-4-2 di base, si modifica in un 1-2-4-2-2, con i 2 terzini Vallci e Ulmer che si alzano a livello dei 2 mediani. Molto spesso vediamo che Ulmer, che per caratteristiche è più portato ad offendere (Vallci si è disimpegnato diverse volte anche da centrale difensivo) tende a stare più alto, infatti è proprio la fascia sinistra del campo la zona più sfruttata dal Salisburgo. Comunque a loro è affidato il compito di garantire ampiezza alla squadra, perché i 2 teorici esterni di centrocampo, l’ungherese Szoboszlai e Junuzovic, si stringeranno, andando ad occupare gli half-spaces, giocando a supporto delle due punte Daka e Hwang, che giocano molto vicini fra loro.
Uno dei leitmotiv dello sviluppo della manovra del Salisburgo è un lancio lungo da parte dei due difensori centrali, saltando il centrocampo, cercando di penetrare nella struttura avversaria. Gli attaccanti sono molto bravi ad eludere il fuorigioco e scattare con il giusto tempismo alle spalle della difesa avversaria, per poi sfruttare la loro eccezionale velocità. Entrambi i gol, nella partita presa in esame, nascono da lanci dei Wober che trovano impreparati gli avversari.
Come detto, nella fase di costruzione i due centrocampisti esterni, non giocano quasi mai da ali vere e proprie, ma vengono dentro il campo ad occupare gli half-spaces. Questa zona è estremamente importante per il RB Salisburgo, che prova spesso a cercarla tramite laser pass da parte dei difensori centrali, per trovare delle sponde degli attaccanti che, in questo modo, si connettono con i compagni alle spalle del centrocampo rivale oppure vengono giocati palloni filtranti profondi in questa zona, cercando corse alle spalle della difesa.
Rifinitura e Finalizzazione
L’obiettivo del Salisburgo è quello di arrivare il più velocemente possibile nella trequarti avversaria, sovraccaricando la zona con molti giocatori. Oltre i 2 attaccanti, come abbiamo visto i 2 centrocampisti laterali o quando viene schierato un centrocampo a 3, le due mezze ali, giocano tra le linee, pronti a buttarsi negli spazi creati, mentre sugli esterni i terzini sono in costante proiezione offensiva, per garantire l’ampiezza.
Come detto la fascia sinistra è quella più cercata, perché oltre Ulmer, anche Szoboszlai è il più offensivo dei centrocampisti.
Le connessioni tra i 2 attaccanti e i centrocampisti esterni sono molto importanti, in quanto i quattro giocatori sfruttano gli uni i movimenti degli altri. Nella lavagna tattica vediamo come Hwang e Szoboszlai lavorino in perfetta sincronia. L’attaccante sud coreano viene incontro al portatore, attirando il difensore centrale, che lo segue in marcatura, in questo modo si apre uno spazio nella difesa avversaria, che viene subito attaccato dal centrocampista ungherese, con Mwepu pronto a giocare una palla filtrante, per servire il compagno.

Si cercano spesso palle alle spalle della difesa avversaria, per sfruttare la velocità dei 2 attaccanti, oppure palle veloci e basse, molto difficili da difendere, dal fondo.
In questo modo, la maggior parte delle conclusioni della squadra avvengono dentro l’area di rigore. Nella fase a gironi di Champions League è risultata la squadra con la percentuale maggiore di conclusioni in questa zona di campo, ben il 64%.
Mentre poco sfruttati sono i tiri da dalla distanza.
FASE DI NON POSSESSO:
Uno dei marchi di fabbrica che contraddistingue la squadra austriaca, da sempre, a prescindere dagli allenatori seduti sulla panchina, è il pressing asfissiante eseguito per tutta la partita.
Solitamente viene permesso ai difensori centrali avversari di giocar palla, i due attaccanti centrali con il loro cono d’ombra impediscono che vengano giocate palle ai centrocampisti, marcando tutte le possibili soluzioni di passaggio, consentendo solamente un lancio lungo oppure la giocata sull’esterno, che è l’innesco del trigger del pressing.
Nella lavagna tattica possiamo vedere come Daka, l’attaccante sinistro, continui la sua corsa arcuata dopo che il difensore centrale avversario ha effettuato il passaggio all’esterno, in questo modo impedisce un eventuale passaggio di ritorno. Mentre la palla viaggia verso l’esterno, Ulmer, il terzino sinistro esce aggressivamente, pressando l’avversario, che sta per ricevere spalle alla porta, limitato anche dalla linea laterale. Nel frattempo la squadra scivolerà verso la zona palla, marcando a uomo tutte le possibili soluzioni di passaggio, con Szoboslzai, esterno in zona palla, pronto ad accorciare sul ricevente.

Oltre i terzini, anche i difensori centrali sono molto aggressivi, non è raro vederli seguire l’avversario fin nella loro metà campo.
Durante la partita analizzata il Salisburgo ha avuto un PPDA di solo 6,4, ovvero ha concesso solamente 6,4 passaggi per azione offensiva al Rapid, un numero bassissimo.
La peculiarità è che questo risultato è la media tra gli 8,5 concessi nel primo tempo ed i solamente 5 nel secondo, nonostante il vantaggio acquisito dopo pochi minuti, indice di una intensità che non scema durante la partita, anzi.
Blocco Medio
Se la prima pressione non è andata a buon fine, la squadra si schiera con un 1-4-4-2, molto compatto, sia verticalmente che orizzontalmente, che mira a congestionare il centro del campo, per non concedere imbucate nel cuore della difesa.
TRANSIZIONE POSITIVA
Il Red Bull Salisburgo è una squadra che vive di transizione, molto del loro gioco si sviluppa entro gli 8/10 secondi che passano dalla riconquista della palla. Sono la squadra ad aver segnato più gol in contropiede dell’intera fase a gruppi della Champions League.
Appena riconquista la palla l’unica idea in mente dei tori rossi è quella di attaccare la porta avversaria, sfruttando la velocità elettrizzante delle due punte, soprattutto Daka, cercando immediate verticalizzazioni per sfruttare la disorganizzazione del blocco difensivo avversario.
TRANSIZIONE NEGATIVA
L’altra caratteristica peculiare della squadra austriaca è l’efficacia nel contropressing, che viene usato come arma sia difensiva che offensiva.
Immediatamente dopo una palla persa, la squadra sciama intorno agli avversari pressando con grande aggressività e con un elevato numero di giocatori, provando a riguadagnare il possesso nel più breve tempo possibile e da qui momentum per il loro attacco.
Il loro gegenpressing è così forte e ben eseguito, che spesso durante la costruzione del gioco vengono effettuati dei lanci dalla difesa, non tanto per effettivamente servire i compagni, ma per attaccare la seconda palla.
Ad esempio nella lavagna tattica possiamo vedere come il Salisburgo sovraccarichi la zona centrale, stringendo i 2 centrocampisti laterali e uno dei centrocampisti centrali vicino agli attaccanti. Anche se il lancio è sbagliato, la squadra si trova in superiorità numerica in zona palla, facilitando l’azione di contropressing. In caso la palla venga recuperata, si creerebbe una situazione potenzialmente molto pericolosa, con un 5vs5 con molto campo d’attaccare, contro una difesa avversaria disposta in maniera disordinata.

Inoltre questo tipo di giocate consentono al Salisburgo di superare la pressione avversaria e guadagnare molto spazio, penetrando nella struttura difensiva avversaria.
I continui ribaltamenti di gioco e la grande aggressività dei suoi interpreti fanno sì che il Salisburgo sia la squadra ad aver effettuato più contrasti a partita durante la fase a gironi di Champions.
Analisi S.W.O.T.
PUNTI DI FORZA:
- Grandi intensità, per tutti i 90 minuti di gioco
- I meccanismi di pressing e contropressing funzionano benissimo
- Attacco molto prolifico
PUNTI DEBOLI:
- La continua ricerca della verticalità, assumendosi molti rischi nelle scelte di gioco, spesso inficia il controllo del match
- Lo spazio dietro i terzini, sempre in proiezione offensiva, può essere sfruttato dagli avversari
- Se il primo pressing viene saltato, la squadra risulta molto esposta, con una struttura a quel punto disorganizzata